Raffaello Barbiera: differenze tra le versioni

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'''Raffaello Barbiera''' (1851 – 1934), giornalista e scrittore italiano.
 
==Citazioni di Raffaello Barbiera==
*[...] [[Leone Fortis]]; più che giornalista, era artista. Il giornalista riusciva piacevolmente efficace, appunto perché artista, artista dalla frase colorita; artista d'un periodo trapassato che può vantare tesori d'ispirazioni, di slanci, di entusiasmi. Leone Fortis fu un patriota romantico, un drammaturgo e un critico romantico, un giornalista romantico. (da ''[https://archive.org/details/versolidealeprof00barbuoft/page/n6 Verso l'ideale. {{small|Profili di letteratura e d'arte}}]'', Libreria Editrice Nazionale, Milano, 1905, Prima serie, p. 34)
 
*In quello studio inondato di luce, ammantato d'arazzi, popolato di quadri, di bozzetti, di rarità di collezionista, di raffinato, fra specchi di Murano e lacche giapponesi e bozzetti preziosi di pittori amici, [[Eleuterio Pagliano]] dipinse fino all'ultima sua ora, come l'Hayez; dipinse instancabile, col presentimento doloroso della morte imminente della moglie inferma; e toccò a lui, invece precederla nella tomba!... E in quello studio, il Pagliano dipingeva tranquillo, beato come un fraticello che prega nel suo convento. (da ''Verso l'ideale. {{small|Profili di letteratura e d'arte}}'', ''ibid''., Prima serie, p. 74)
 
*Eleuterio Pagliano fiorì come una fantasia di corretto poeta, con accenni di modernità fluente e geniale; e le sue figurine di signore eleganti, i suoi quadri storici dai toni argentini, dagli accordi eletti, i velluti le sete, gli ori che egli dipingeva con garbo, non sono ancora molto invecchiati. Le sue tele ci dicono ancora una parola che intendiamo; e quante altre tele, invece, sono decrepite e mute per noi! (da ''Verso l'ideale. {{small|Profili di letteratura e d'arte}}'', ''ibid''., Prima serie, p. 75)
 
==''Grandi e piccole memorie''==
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*Incontriamo in casa Maffei il poeta civile più acclamato, il poeta alla moda, il prediletto delle signore: [[Aleardo Aleardi]]. A prima vista, egli poteva essere scambiato per un tenore di grazia, ma appena apriva bocca, si comprendeva che per fortuna era ben altro. Egli splendeva in quel tempo, nello zenit della sua gloria e de' suoi teneri affetti. E quanti, troppi, teneri affetti!... Come il Gazzoletti<ref>Antonio Gazzoletti (1813–1866), giurista e poeta italiano.</ref> scriveva alla Maffei, egli s'innamorava ogni giorno; ma non era mai pago de' propri idoli. Anima non volgare, anelando all'ideale, sperava, al pari del Raffaello del suo idillio gentile, di trovarlo in questa valle di delusioni:<div align=center>Onde questa mi piovve insaziata<br>Ansia d'un bello che non trovo in terra?</div> (cap. 16, p. 255)
 
==''Verso l'ideale''==
*[...] [[Leone Fortis]]; più che giornalista, era artista. Il giornalista riusciva piacevolmente efficace, appunto perché artista, artista dalla frase colorita; artista d'un periodo trapassato che può vantare tesori d'ispirazioni, di slanci, di entusiasmi. Leone Fortis fu un patriota romantico, un drammaturgo e un critico romantico, un giornalista romantico. (da ''[https://archive.org/details/versolidealeprof00barbuoft/page/n6 Verso l'ideale. {{small|Profili di letteratura e d'arte}}]'', Libreria Editrice Nazionale, Milano, 1905, Prima serie, p. 34)
 
*In quello studio inondato di luce, ammantato d'arazzi, popolato di quadri, di bozzetti, di rarità di collezionista, di raffinato, fra specchi di Murano e lacche giapponesi e bozzetti preziosi di pittori amici, [[Eleuterio Pagliano]] dipinse fino all'ultima sua ora, come l'Hayez; dipinse instancabile, col presentimento doloroso della morte imminente della moglie inferma; e toccò a lui, invece precederla nella tomba!... E in quello studio, il Pagliano dipingeva tranquillo, beato come un fraticello che prega nel suo convento. (da ''Verso l'ideale. {{small|Profili di letteratura e d'arte}}'', ''ibid''., Prima serie, p. 74)
 
*Eleuterio Pagliano fiorì come una fantasia di corretto poeta, con accenni di modernità fluente e geniale; e le sue figurine di signore eleganti, i suoi quadri storici dai toni argentini, dagli accordi eletti, i velluti le sete, gli ori che egli dipingeva con garbo, non sono ancora molto invecchiati. Le sue tele ci dicono ancora una parola che intendiamo; e quante altre tele, invece, sono decrepite e mute per noi! (da ''Verso l'ideale. {{small|Profili di letteratura e d'arte}}'', ''ibid''., Prima serie, p. 75)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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*Raffaello Barbiera, ''[https://archive.org/details/grandiepiccoleme00barbuoft/page/n3 Grandi e piccole memorie]'', ''Francesco Hayez'', Successori Le Monnier, Firenze, 1910.
*Raffaello Barbiera, ''[https://archive.org/details/ilsalottodellaco00barb/page/n10 Il salotto della contessa Maffei e la società milanese (1834-1886)]'', quarta edizione, Fratelli Treves Editori, Milano, 1895.
*Raffaello Barbiera, ''[https://archive.org/details/versolidealeprof00barbuoft/page/n6 Verso l'ideale. {{small|Profili di letteratura e d'arte}}]'', Libreria Editrice Nazionale, Milano, 1905.
 
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