Giorgio Manganelli: differenze tra le versioni

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*Dico talvolta: "Ciao, [[gatto]]!", e poi mi vergogno di avergli dato del tu.<ref>Citato in Alessandro Paronuzzi, José e Renzo Kollmann, ''Non dire gatto...'', Àncora Editrice, Milano, 2004, p. 58. ISBN 88-514-0219-1</ref>
*[[Dio]] non c'è. Puoi cavare le viscere a tua sorella, puoi limare il cranio d'una bambina fino a fare spiccinare il cervello, puoi cuocere il tuo migliore amico, cavare le unghie i denti gli occhi il fegato di tuo padre, puoi giacere – se ci riesci – con tutte le tue consanguinee e nemmeno la scriminatura si muoverà a quel lucido, correttissimo, urbanissimo niente che è Iddio. (da ''Ti ucciderò, mia capitale'', Adelphi, 2011)
*Dopo aver letto America di [[Franz Kafka|Kafka]] mi chiedo come si possa "interpretare" un libro di cui manca la conclusione. C'è chi s'è dato pena di mettere quest'opera al centro di sottilissime indagini. Qualcosa di incredibile. O io sono stupido, o c'è un malinteso. Un libro interessante, lo è. Ma come vadano a finire le avventure di Rossmann, io non lo so, e, se il libro è tutto lì, chi altri può capirlo? Papini disse qualche tempo fa che Kafka era «un povero matto». La mia disistima per Papini è un fatto acquisito: ma America è un libro demenziale. Non perché sia estremo ma perché non lo è. Il contegno dei personaggi è devitalizzato, è onirico. Ha lo squallore della follia, come una donna che mi capitava di vedere al Parco. Deserto come un discorso d' un maniaco. Quelle pagine infinite su cose minime: ma perché minime? In realtà proprio questo manca in quelle pagine: la gerarchia, l'ordo rerum, e ciò è demenziale. Kafka mi fa pensare a certi insetti che coprono tutto e distruggono, e mi sembra non avere un capo, una faccia, un volto. (da ''I saggi non usano punti esclamativi'', ''la Repubblica.it'', 14 giugno 2011.)
*Il Caino del [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]] è un rissoso [[Trastevere|transteverino]], dal coltello facile; ma è anche un poveraccio che finisce per l'eternità 'a piagne in de' la luna'.<ref>Citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', XXI, Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 2002, p. 243. ISBN 88-02-05983-7</ref>
*In generale, gli [[scrittori]] sono convinti segretamente di essere letti da Dio. (da ''È serio ridere con Wodehouse'', ''Corriere della sera'', 3 ottobre 1981)