Stephen Jay Gould: differenze tra le versioni
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→Citazioni di Stephen Jay Gould: chi potesse veramente definirsi «darwiniano» |
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==Citazioni di Stephen Jay Gould==
*Certo, dopo [[Charles Darwin|Darwin]] il mondo non è più lo stesso. Ma non è meno interessante, istruttivo o esaltante, poiché, se ci è impossibile trovare uno scopo nella natura, dovremo trovarlo per noi stessi. Darwin non era un uomo privo di morale; semplicemente si rifiutò di appioppare alla natura tutti i profondi pregiudizi del pensiero occidentale. Anzi, io penso che l'autentico [[Darwinismo|spirito darwiniano]] potrebbe salvare il nostro mondo in crisi smentendo un tema prediletto dall'arroganza occidentale: la convinzione di essere destinati, in quanto prodotto più elevato di un processo preordinato, al controllo e al dominio sulla Terra e sulla sua vita. (da ''Questa idea della vita'', Prologo, pp. 7-8)▼
*Credeva forse Darwin che tutti i mutamenti avvenissero per mezzo della selezione naturale? Pensava forse che l'evoluzione producesse sempre e comunque individui adatti al loro ambiente? Sul finire del diciannovesimo secolo sorse nei circoli biologici un dibattito su chi potesse veramente definirsi «darwiniano». Questo titolo era rivendicato da [[August Weismann]], un rigido selezionista secondo cui non sarebbero esistiti altri meccanismi evolutivi oltre alla selezione. G.J. Romanes, che attribuì a Lamarck e a tanti altri aspiranti eguale posizione rispetto alla selezione naturale, dichiarava a sua volta che il titolo sarebbe spettato a lui. Avevano entrambi ragione ed entrambi torto allo stesso tempo. La visione di Darwin era pluralistica e accomodante (si trattava, del resto, dell'unica posizione ragionevole di fronte a un mondo così complesso). Certo egli attribuiva una preminente importanza alla selezione naturale (Weismann), ma non tralasciava affatto l'influenza di altri fattori (Romanes). (da ''Questa idea della vita'', Epilogo, p. 277)▼
*[...] il [[lamarckismo]], con la sua insistenza sul fatto che gli animali risponderebbero creativamente ai propri bisogni e trasmetterebbero alla discendenza i tratti acquisiti, è una teoria non-darwiniana. (da ''Questa idea della vita'', Prologo, p. 6)▼
*La maggior parte degli impedimenti alla comprensione scientifica sono blocchi al livello dei concetti, non lacune al livello dei fatti. Gli ostacoli più difficili da superare sono le tendenze che sfuggono al nostro controllo cosciente per il fatto di sembrare così ovviamente, così ineluttabilmente giuste. Noi conosciamo nel modo migliore noi stessi e tendiamo a interpretare in relazione a noi stessi gli altri organismi: a vedere riflesse in essi la nostra costituzione e le nostre organizzazioni sociali. (Per quasi due millenni [[Aristotele]] e i suoi successori chiamarono re la grande ape che guida lo sciame.) (da ''Risplendi grande lucciola'', p. 18)
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===Citazioni===
*Propongo di evidenziare questo principio fondamentale della rispettosa non interferenza – accompagnata da un dialogo intenso tra le due sfere distinte, ciascuna relativa a un aspetto centrale dell'esistenza umana – enunciando il principio dei MNS, ovvero dei "Magisteri non sovrapposti". Spero che i miei colleghi cattolici non se la prendano per l'appropriazione di questo termine così ricorrente nel loro linguaggio, perché la parola "magistero", derivata dal latino ''magister'', maestro, sta a significare l'autorità dell'insegnamento. (p. 13)
==''Questa idea della vita''==
▲*[...] il [[lamarckismo]], con la sua insistenza sul fatto che gli animali risponderebbero creativamente ai propri bisogni e trasmetterebbero alla discendenza i tratti acquisiti, è una teoria non-darwiniana. (
▲*Certo, dopo [[Charles Darwin|Darwin]] il mondo non è più lo stesso. Ma non è meno interessante, istruttivo o esaltante, poiché, se ci è impossibile trovare uno scopo nella natura, dovremo trovarlo per noi stessi. Darwin non era un uomo privo di morale; semplicemente si rifiutò di appioppare alla natura tutti i profondi pregiudizi del pensiero occidentale. Anzi, io penso che l'autentico [[Darwinismo|spirito darwiniano]] potrebbe salvare il nostro mondo in crisi smentendo un tema prediletto dall'arroganza occidentale: la convinzione di essere destinati, in quanto prodotto più elevato di un processo preordinato, al controllo e al dominio sulla Terra e sulla sua vita. (
▲*Credeva forse Darwin che tutti i mutamenti avvenissero per mezzo della selezione naturale? Pensava forse che l'evoluzione producesse sempre e comunque individui adatti al loro ambiente? Sul finire del diciannovesimo secolo sorse nei circoli biologici un dibattito su chi potesse veramente definirsi «darwiniano». Questo titolo era rivendicato da [[August Weismann]], un rigido selezionista secondo cui non sarebbero esistiti altri meccanismi evolutivi oltre alla selezione. G.J. Romanes, che attribuì a Lamarck e a tanti altri aspiranti eguale posizione rispetto alla selezione naturale, dichiarava a sua volta che il titolo sarebbe spettato a lui. Avevano entrambi ragione ed entrambi torto allo stesso tempo. La visione di Darwin era pluralistica e accomodante (si trattava, del resto, dell'unica posizione ragionevole di fronte a un mondo così complesso). Certo egli attribuiva una preminente importanza alla selezione naturale (Weismann), ma non tralasciava affatto l'influenza di altri fattori (Romanes). (
==Bibliografia==
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