Ryszard Kapuściński: differenze tra le versioni

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*Nella storia contemporanea è la Russia ad aprire il XX secolo con la rivoluzione del 1905, ed è sempre la Russia a chiuderlo con la rivoluzione sfociata nella caduta dell'Urss del 1991. (p. 295)
*Il medesimo processo di espansione del terzo mondo, che aveva causato il crollo degli imperi coloniali inglese, francese e portoghese, si faceva sentire anche all'interno dell'ultimo impero coloniale del mondo, l'Urss. Alla fine degli anni ottanta la popolazione non russa di questo Impero ammontava a circa metà della sua popolazione, mentre l'élite al potere era composta al novantacinque per cento da russi o da rappresentanti russificati delle minoranze etniche. Ormai era solo questione di tempo: si trattava di aspettare che la consapevolezza di questo fatto si trasformasse, per le minoranze in questione, in un segnale di via libera all'emancipazione. (pp. 297-298)
*In un certo senso perestrojka e glasnost' sono dei polmoni artificiali innestati nell'organismo sempre più sofferente, anzi morente, dell'Urss, che le permettono di andare avanti per altri sei anni e mezzo. Dico questo perché i nemici di Gorbačëv lo accusano di essersi messo a capo di un'Urss prospera e di averla portata alla rovina. È vero il contrario: l'Urss era crollata da un pezzo e Gorbačëv ne ha allungato il più possibile la vita. (p. 301)
*Secondo me la perestrojka emerge dalla concomitanza di due grandi processi cui è stata sottoposta la società dell'Impero:<br>- la massiccia cura di disintossicazione dal terrore;<br>- il viaggio collettivo del mondo dell'informazione.<br>Chiunque non sia stato educato in un'atmosfera di bestiale terrore generalizzato e in un mondo di disinformazione avrà difficoltà a rendersi conto del problema.<br>I fondamenti dell'Impero sovietico sono sempre stati il regime di terrore e la paura, sua inseparabile e tremebonda propaggine. Poiché con la morte di Stalin e di Beria il Cremlino sospende la politica del terrore di massa, si può dire che la loro dipartita segni l'inizio della fine dell'Impero. (pp. 301-302)
*Gorbačëv deve sentirsi sempre più solo. Continua a essere immensamente popolare in Occidente. L'Occidente desidera andare d'accordo con i padroni del Cremlino, ma a condizione che si tratti di persone simpatiche, sorridenti, ben vestite, rilassate, serene, spiritose e gentili. Ed ecco che, dopo seicento anni di inutile attesa, spunta un uomo come Gorbačëv! Londra, Parigi, Washington e Bonn spalancano le braccia tutte contente. Che scoperta! Che sollievo! (p. 305)
*La televisione ha contribuito considerevolmente alla caduta dell'Impero, non fosse che per aver mostrato i capi come semplici mortali, permettendo a tutti di vederli da vicino, di osservarli nell'atto di litigare, di innervosirsi, di sbagliare, di sudare e di vincere, ma anche di perdere: è bastato questo sollevarsi del sipario, questo ammettere il popolo nelle sale supreme e più esclusive, per dare il via a un salutare e liberatorio processo di dissacrazione del potere.<br>Il conferire un carattere sacro al potere è sempre stato, infatti, uno dei canoni della cultura politica russa. Fino a metà del XIX secolo i ritratti dello zar, in quanto santo, erano appesi nelle chiese. Una tradizione che i bolscevichi sono stati ben felici di ereditare. (p. 308)
 
==''Il negus''==