Vincenzo Consolo: differenze tra le versioni

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==''Di qua dal faro''==
*E non poteva che nascere qui, nel capoluogo di questa regione di apicoltori, non poteva che formarsi a Siracusa il ceroplasta del Settecento Gaetano Zumbo, le sue impressionanti cere anatomiche e le sue raccapriccianti scene de ''La peste'', ''Il trionfo del tempo'', ''La corruzione dei corpi'', ''Gli effetti della sifilide'' non sono che immagini di rigidità, di livore (come quello del corpo della santa nel ''Seppellimento di Santa Lucia'' dipinto da Caravaggio a Siracusa) e di disfacimento dovuti alla morte. (da ''Gli alveari di Verga'', p. 131)
*L'uomo rimasto prigioniero dentro la giara è una delle trovate sceniche, visive e gestuali, più felici del teatro [[Luigi Pirandello|pirandelliano]]. Saracena è la [[giara (contenitore)|giara]] – ''giarrat'' – e saraceno quel conciabrocche dentro, ladro (involontario) della roba altrui, su cui volentieri don Lollò, nella sua furia, butterebbe dell'olio bollente. (da ''L'ulivo e la giara'', p. 161)
*Amava il disegno, [[Leonardo Sciascia|Sciascia]], le ''gravures'', acqueforti e [[puntasecca|puntesecche]], che, con il loro segno nero si potevano accostare alla scrittura, erano anzi per lui un'altra affascinante forma di scrittura, simile allo scrivere che è "imprevedibile quanto il vivere". (da ''Le epigrafi'', p. 201)