Miguel de Cervantes: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Abbi il passo lento, parla pacatamente, ma non in modo che paia che tu ascolti te stesso: ogni affettazione è cattiva. (2007)
*Anzi io ho sentito dire — disse don Chisciotte, — che chi canta scaccia malinconia. (2007)
*C'è chi passa tutte le ore della notte seduto al pie' di qualche quercia o dirupo, e lì, senza che abbia chiuso gli occhi lagrimosi, estatico e rapito nei suoi pensieri, il sole lo ha ritrovato la mattina; e c'è chi, senza dar posa né tregua ai sospiri, quando più arde l'ora di un pomeriggio estivo, steso sull'arena cocente, manda i suoi lamenti al cielo pietoso. (2007)
*Chi ti vuol bene, ti fa [[pianto|piangere]]. (2007)
*Con la sua sparizione si addensò la notte della mia tristezza, tramontò il sole della mia gioia, rimasero senza luce gli occhi miei, senza più ragionare la mia mente. (2007)
*Così pensando, diresse verso il suo villaggio Ronzinante il quale, quasi sentisse il fiuto della sua stalla, cominciò a trottare di tanto buona voglia che pareva non toccasse la terra coi piedi. (2007)
*Dimmi chi sono i tuoi compagni e ti dirò chi sei.
:''Dime con quién andas, decirte he quién eres''. (II parte, cap. 23)
*Dio sopporta i [[cattiveria|cattivi]], ma non poi sempre sempre. (2007)
*Dopo di questo, incontenente avverrà che ella figga gli occhi nel cavaliere e questi in quelli di lei e che l'uno sembri all'altro cosa più divina che umana e che, senza saper né come né perché, abbiano da rimaner presi e impigliati nella inestricabile rete amorosa, con tanto affanno dei loro cuori per non sapere come potersi parlare a fine di svelare le loro ansie e i loro sentimenti. (2007)
*Due soli lignaggi ci sono nel mondo, come diceva una mia nonna, cioè, l'avere e il non avere. (2007)
*È il carattere naturale delle [[donna|donne]], questo — disse don Chisciotte: — disdegnare chi le ama e amare chi le aborrisce. (2007)
*È proprio vero, insomma, che ci vuole del tempo per arrivare a conoscere le persone, e che non c'è nulla di sicuro in questo mondo. (2007)
*Il miglior condimento che ci sia è la [[fame]]. (2007)
*Il sangue si eredita, ma la [[virtù]] si acquista, e la virtù vale di per sé quel che il sangue non vale. (2007)
*Ma, pur dato il caso che siano uguali le bellezze, non ne viene che abbiano ad essere uguali i desideri, perché non tutte le bellezze innamorano, essendovene di quelle che sono una gioia per gli occhi ma non soggiogano il cuore. (2007)
*<nowiki>'</nowiki>Mi dica, Don Alvaro<nowiki>'</nowiki>, disse Don Chisciotte, <nowiki>'</nowiki>assomiglio in qualche modo al Don {{sic|Chiosciotte}} di cui parla?<nowiki>'</nowiki><ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della letteratura'', traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 81. ISBN 9788858024416</ref>
*... per effetto del dormir poco e leggere molto, gli si inaridì il cervello al punto che perse il senno.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della letteratura'', traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 80. ISBN 9788858024416</ref>
*Mi pare proprio di vederla ora, con quel viso che aveva, di qua il sole e di là la luna. (2007)
 
*Non si deve parlare di corda in casa dell'[[impiccagione|impiccato]]. (2007)
====Prima parte====
*Ognuno è figlio delle sue [[azione|azioni]]; e, perché uomo, posso ben diventar papa. (2007)
*Così pensando, diresse verso il suo villaggio Ronzinante il quale, quasi sentisse il fiuto della sua stalla, cominciò a trottare di tanto buona voglia che pareva non toccasse la terra coi piedi. (IV; 2007)
*Oh, [[invidia]], radice di mali infiniti e tarlo delle virtù! (2007)
*Mi pare proprio di vederla ora, con quel viso che aveva, di qua il sole e di là la luna. (XII; 2007)
*Ognuno è come Dio l'ha fatto e spesso spesso è magari peggio. (2007)
*C'è chi passa tutte le ore della notte seduto al pie' di qualche quercia o dirupo, e lì, senza che abbia chiuso gli occhi lagrimosi, estatico e rapito nei suoi pensieri, il sole lo ha ritrovato la mattina; e c'è chi, senza dar posa né tregua ai sospiri, quando più arde l'ora di un pomeriggio estivo, steso sull'arena cocente, manda i suoi lamenti al cielo pietoso. (XII; 2007)
*Orbene, a tutto c'è rimedio meno che alla [[morte]], sotto il giogo della quale tutti si deve passare, per quanto, quando la vita finisce, ci dispiaccia. (2007)
*Ma, pur dato il caso che siano uguali le bellezze, non ne viene che abbiano ad essere uguali i desideri, perché non tutte le bellezze innamorano, essendovene di quelle che sono una gioia per gli occhi ma non soggiogano il cuore. (XIV; 2007)
*... per effetto del dormir poco e leggere molto, gli si inaridì il cervello al punto che perse il senno.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della letteratura'', traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 80. ISBN 9788858024416</ref>
*È proprio vero, insomma, che ci vuole del tempo per arrivare a conoscere le persone, e che non c'è nulla di sicuro in questo mondo. (XV; 2007)
*[[Predica]] bene chi vive bene. (2007)
*Tuttavia, ti faccio osservare, fratel mio Panza — replicò don Chisciotte — che non c'è ricordo cui il tempo non cancelli, né dolore a cui la morte non metta fine. (XV; 2007)
*Questo mio [[padrone]] ho visto da mille prove che è un matto da legare, e anche io, del resto, non gli rimango punto indietro, perché, se è vero il proverbio che dice «dimmi con chi vai e ti dirò chi sei» e l'altro «non donde nasci, ma donde pasci», sono più matto di lui perché lo seguo e lo servo. (2007)
*Sappi, Sancio, che un uomo non vale più d'un altro se non fa più d'un altro. (XVIII; 2007)
*Non muoia, signor padrone, non muoia. Accetti il mio consiglio, e viva molti anni, perché la maggior pazzia che possa fare un uomo in questa vita è quella di lasciarsi morir così senza un motivo, senza che nessuno lo ammazzi, sfinito dai dispiaceri e dall'avvilimento. Su, non faccia il pigro, si alzi da questo letto, e andiamocene in campagna vestiti da pastori come s'è fissato, e chi sa che dietro a qualche siepe non si trovi la signora Dulcinea disincantata, che sia una meraviglia a vedersi. (2007)
*È il carattere naturale delle [[donna|donne]], questo — disse don Chisciotte: — disdegnare chi le ama e amare chi le aborrisce. (XX; 2007)
*Ricorda, caro mio Sancho, chi vale di più, deve fare di più.{{C|edizione e pagina?}}
*Chi ti vuol bene, ti fa [[pianto|piangere]]. (XX; 2007)
*Sappi, Sancio, che un uomo non vale più d'un altro se non fa più d'un altro. (2007)
*Dopo di questo, incontenente avverrà che ella figga gli occhi nel cavaliere e questi in quelli di lei e che l'uno sembri all'altro cosa più divina che umana e che, senza saper né come né perché, abbiano da rimaner presi e impigliati nella inestricabile rete amorosa, con tanto affanno dei loro cuori per non sapere come potersi parlare a fine di svelare le loro ansie e i loro sentimenti. (XXI; 2007)
*''Se le sue glorie Amor vende costose | Ha ragione ed il suo traffico è giusto, | Ché non ci sono gioie più preziose | Di quelle valutate dal suo gusto, | Ed è cosa evidente | Che non val ciò che poco costa o niente.'' (2007)
*Anzi io ho sentito dire — disse don Chisciotte, — che chi canta scaccia malinconia. (XXII; 2007)
*{{NDR|[[Ultime parole dai libri|Ultime parole]]}} Supplico i detti miei esecutori testamentari che se la buona sorte facesse loro conoscere l'autore, il quale si dice che abbia scritta l'istoria che corre impressa col titolo di ''Seconda parte delle prodezze di don Chisciotte della Mancia'', gli dimandino perdono da parte mia con ogni affetto possibile per l'occasione che io gli ho data, senza volerlo, di scrivere quei tanti e sì grossi spropositi che in essa si leggono, perché io mi distacco da questa vita collo scrupolo di avergliene dato motivo. (Don Chisciotte: cap. LXXII, 1888)
*Non si deve parlare di corda in casa dell'[[impiccagione|impiccato]]. (XXV; 2007)
*Tuttavia, ti faccio osservare, fratel mio Panza — replicò don Chisciotte — che non c'è ricordo cui il tempo non cancelli, né dolore a cui la morte non metta fine. (2007)
*Con la sua sparizione si addensò la notte della mia tristezza, tramontò il sole della mia gioia, rimasero senza luce gli occhi miei, senza più ragionare la mia mente. (XXVII; 2007)
*{{NDR|Sancho}} [...] uscendo io di qua, da come ne esco, nudo, non occorre altra prova per far capire che ho governato da angelo. (Parte II, cap. LIII; 2007)
*''Se le sue glorie Amor vende costose | Ha ragione ed il suo traffico è giusto, | Ché non ci sono gioie più preziose | Di quelle valutate dal suo gusto, | Ed è cosa evidente | Che non val ciò che poco costa o niente.'' (XLIII; 2007)
*Ognuno è figlio delle sue [[azione|azioni]]; e, perché uomo, posso ben diventar papa. (XLVII; 2007)
 
====Seconda parte====
*Ognuno è come Dio l'ha fatto e spesso spesso è magari peggio. (IV; 2007)
*Il miglior condimento che ci sia è la [[fame]]. (V; 2007)
*Oh, [[invidia]], radice di mali infiniti e tarlo delle virtù! (VIII; 2007)
*Orbene, a tutto c'è rimedio meno che alla [[morte]], sotto il giogo della quale tutti si deve passare, per quanto, quando la vita finisce, ci dispiaccia. Questo mio [[padrone]] ho visto da mille prove che è un matto da legare, e anche io, del resto, non gli rimango punto indietro, perché, se è vero il proverbio che dice «dimmi con chi vai e ti dirò chi sei» e l'altro «non donde nasci, ma donde pasci», sono più matto di lui perché lo seguo e lo servo. (X; 2007)
*Due soli lignaggi ci sono nel mondo, come diceva una mia nonna, cioè, l'avere e il non avere. (XX; 2007)
*[[Predica]] bene chi vive bene. (XX; 2007)
*Dio sopporta i [[cattiveria|cattivi]], ma non poi sempre sempre. (XL; 2007)
*Il sangue si eredita, ma la [[virtù]] si acquista, e la virtù vale di per sé quel che il sangue non vale. (XLII; 2007)
*Abbi il passo lento, parla pacatamente, ma non in modo che paia che tu ascolti te stesso: ogni affettazione è cattiva. (XLIII; 2007)
*{{NDR|Sancho}} [...] uscendo io di qua, da come ne esco, nudo, non occorre altra prova per far capire che ho governato da angelo. (Parte II, cap. LIII; 2007)
*{{NDR|[[Ultime parole dai libri|Ultime parole]]}} Supplico[...] prego vivamente i dettinominati mieisignori esecutori testamentari che se la buona sorte facesseli loroportasse a conoscere l'autore, il qualeche si dice che abbia scrittacomposto l'istoriauna chestoria, la quale correva impressaattorno col titolo di ''Seconda parte delle prodezze di don Chisciotte della Mancia'', gli dimandino perdonochiedano da parte mia conparte, ogniil affettopiù possibilefervidamente per lch'occasioneesser possa, che ioperdoni glise ho dataio, senza volerlopur pensarlo, gli ho dato occasione di scrivere quei tantitante e tante grossiscempiaggini spropositi chequante in essa sine leggonoha scritte, perché io mipoiché distaccoparto da questa vita collocon lo scrupolo di averglieneavergli dato motivo. (Don Chisciotte:a capscriverle. LXXII,(LXXIV; 18882007)
 
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