Bettino Craxi: differenze tra le versioni

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→‎Vittorio Feltri: intervista di P. Chiambretti, in data 4 dicembre 2019
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*A distanza di due lustri dalla sua morte, ormai dimenticate le macchie del passato, i compagni (di merende) forse per rimorso cercano di riabilitare il defunto Cinghialone riconoscendogli oggi ciò che gli dovevano anche ieri: il merito di essere stato il più intelligente politico della sua epoca e di non avere intascato una lira del bottino che loro invece si sono spartiti impunemente, e seguitano a spartirsi grazie ai ricchi rimborsi elettorali nettamente superiori agli esborsi, vivendo felici e contenti.<br/>E magari rubando ancora per arrotondare.
*Nel 1992 stavo a fianco di Antonio Di Pietro e di altre toghe. A Bettino Craxi ho dedicato i titoli più carogna della mia vita professionale al tempo dell'Indipendente. Del resto Bettino non fece nulla per sottrarsi ai colpi. Incurante di essere considerato il simbolo della politica ladra e corrotta, circondato da ometti che non facevano nemmeno lo sforzo di togliersi la giacca da gangster, non smetteva di ergersi senza ripararsi. Non schivava i colpi, e io pensavo fosse alterigia: quindi via con le ironie, le indignazioni e i sarcasmi. Ho sbagliato. Non scriverei più festosamente davanti alla «rivolta popolare» che accolse Bettino la sera del 30 aprile del 1993 fuori dall'hotel Raphaël a un passo da piazza Navona.
*{{NDR|Il sindaco Sala non ha gradito la proposta di dedicare una via a Bettino Craxi. Lei lo ha conosciuto, gli ha dato anche il soprannome di "cinghialone". Perchè Craxi non deve avere una via secondo Lei? O è giusto che non l'abbia?}} Io ebbi delle polemiche con Craxi durante Tangentopoli e lo soprannominai "cinghialone" perchè era il personaggio più maestoso tra quelli che erano nel mirino della magistratura. Ma quando poi Craxi mi invitò ad andare nel suo appartamento all'hotel Raphael a Roma, perchè voleva fare alcuni chiarimenti, mi resi conto che viveva come un poveraccio, in un appartamento disadorno, diciamo anche piuttosto sdrucito, e quindi mi mostrò dei documenti, mi parlò, e mi resi conto che Craxi non poteva essere un ladro proprio perchè viveva, non dico come un barbone, ma quasi. E da allora divenni amico suo. Tant'è che quando se ne andò in esilio ad Hammamet, tutte le sere egli mi chiamava perchè voleva avere un po' un resoconto di quello che era successo in Italia. Per cui, per molti mesi, ci parlammo a lungo. E mi resi conto, tra l'altro, che Craxi era un uomo di grandissima intelligenza, che aveva capito che il [[comunismo]] era finito -lo aveva capito con molti anni d'anticipo- e, quindi, io gli intesterei non solo una via, ma anche una piazza e forse anche qualche cosa di più. Perchè, veramente, adesso che viviamo in questo periodo, non possiamo che rimpiangere gente come Craxi, che aveva veramente un'intelligenza superiore. (Intervistato da [[Piero Chiambretti]], 4 dicembre 2019)
 
==Note==