Plutarco: differenze tra le versioni

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sposto "De tranquillitate animi" in sezione autonoma, come per le altre operette, per un fatto di uniformità, anche se mi chiedo se non sia più corretto metterli tutti in "Moralia"
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*A ogni modo, era naturale che il dio amasse anche l'innata propensione nei confronti della musica che mostra il [[delfino]]. [...] Ma probabilmente è il suo amore nei confronti degli uomini che lo rende caro agli dèi. Il delfino è infatti il solo animale che è affettuosamente legato all'uomo in quanto tale. [...] nel delfino soltanto si trova, in relazione all'uomo, quella cosa che vanno cercando tutti i migliori filosofi, ovvero l'amore disinteressato. Questo animale, infatti, non ha bisogno di ricevere nulla dagli umani e, dal canto suo, nei confronti di tutti gli uomini mostra la sua benevolenza e amicizia, e molte persone ha soccorso in passato. (cap. 36)
 
==''MoraliaDe tranquillitate animi''==
*Chiedevano secchi e rifiutavano vasche. (''Sulla loquacità'' (''Περὶ ἀδολεσχίας'', ''De garrulitate''), 512e)
:''Ἃμας απήτουν, οἱ δ'ἀπηρνούντο σκάφας''.
*{{NDR|[[Dionisio I di Siracusa|Dionisio]] disse}} [...] si dovrebbero ingannare i bambini con i dadi e gli adulti con i giuramenti. (330f)
*Quando le [[candela|candele]] son spente tutte le [[donna|donne]] son belle. (da ''Moralia'', Precetti coniugali, 144 E)
*Quando si gioca a palla le mosse di chi riceve devono essere in sintonia con quelle di chi lancia: così in un [[discorso]] c'è sintonia tra chi parla e chi ascolta se entrambi sono attenti ai propri doveri. (da ''Moralia'', II)
*Se è vero che chi gioca a palla impara contemporaneamente a lanciarla e a riceverla, nell'uso della [[parola]] invece il saperla accogliere bene precede il [[parlare|pronunciarla]]. (da ''Moralia'', II)
*Si narra che il tiranno [[Dionisio I di Siracusa|Dionisio]], udendo un giorno il suono di una cetra di un suonatore, promise di donargli un talento. Ma il giorno successivo il suonatore, ricordandogli la promessa, ebbe tale risposta: ''ieri mi donasti piacere col suonare e io te ne diedi con lo sperare, così, nell'atto del dilettarmi, ricevesti la tua ricompensa che fu la speranza.'' (334a)
*Ma, al di là di tutti questi ragionamenti, occorre ricordare che fare politica non è soltanto esercitare una carica, andare in ambasceria, gridare forte nell'assemblea, dibattersi sopra la tribuna a fare discorsi o a presentare progetti di legge, cose che i più intendono per fare politica, così come la maggior parte delle persone immagina che la filosofia consista nel dibattere dall’alto di una cattedra e nel fare corsi su alcuni testi. Ciò che sfugge a persone del genere sono quella politica e quella filosofia che continuamente e in modo uniforme si può cogliere di giorno in giorno nelle opere e nelle azioni. La maggior parte delle persone immagina che la filosofia consista nel dibattere dall'alto di una cattedra e nel fare corsi su alcuni testi. Ciò che tuttavia sfugge, a persone del genere, è la filosofia che si vede esercitata nelle opere e nelle azioni di ogni giorno. Socrate non faceva disporre sedili per gli uditori, non si sedeva in una cattedra professorale, non aveva un orario fisso per discutere o passeggiare con i suoi discepoli. Ma scherzando con loro, bevendo o andando alla guerra o in piazza, e alla fine andando in prigione e bevendo il veleno, egli ha fatto filosofia. E' stato il primo a dimostrare che, con ogni tempo e in ogni luogo, in tutto ciò che ci accade e in tutto ciò che facciamo, la vita quotidiana dà la possibilità di filosofare. (da ''Moralia'', X)
 
=== ''De tranquillitate animi'' ===
* Siccome adunque ammoniva [[Senofonte]], che nelle prosperità più che in altro tempo ci ricordassimo degli Iddii, e gli riverissimo, acciò ne' nostri bisogni con più sicurezza gli invochiamo, come già conosciuti per propizj ed amici; così conviene che i prudenti ed accorti facciano provvedimento, avanti che vengano le passioni, di que' discorsi che possono sovvenire alle passioni; affinché essendo prima presti e pronti, maggiormente profittino. Perché {{sic|sicome}} i cani più fieri ferocemente abbaiano a tutte le voci che sentono, e s'ammansano a quella sola che sogliono udire, così non è agevole quietar le passioni dell'anima, allorché sono più inasprite e più contumaci, se non hai a mano ragioni proprie e familiari che l'arrestino, quando cominciano a travagliarla. (p. 322)
*Or quanto a [[Democrito|quelli]] che dicono che per viver vita tranquilla non è da intromettersi in molti affari pubblici o privati, primieramente dico, che troppo ci fan costar cara la tranquillità dell'animo, volendo farcela comprar col prezzo dell'[[ozio]]. (p. 323)
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*Ma sì come il pittore i colori più lieti e più chiari mette di sopra nella tavola, e nasconde i meno piacenti e i più scuri, così conviene che nell'anima nostra i gioiosi ed illustri avvenimenti ricuoprino e adombrino i torbidi e dolorosi. (p. 345)
*La ragione fa svanire tutte l'altre tempeste della mente, ma il [[pentimento]] si fabbrica da sè stessa, il quale con onta morde e gastiga sè medesimo: che sì come chi s'agghiaccia, e s'infiamma per lo ribrezzo o caldo interno della febbre sente maggiore ambascia ed affanno che quelli, i quali ricevono di fuori gelo ed arsura delle stagioni, così i casi di fortuna fanno i dolori più {{sic|leggieri}}, comeché vengano di fuori. (p. 353)
 
==''Moralia''==
*Chiedevano secchi e rifiutavano vasche. (''Sulla loquacità'' (''Περὶ ἀδολεσχίας'', ''De garrulitate''), 512e)
:''Ἃμας απήτουν, οἱ δ'ἀπηρνούντο σκάφας''.
*{{NDR|[[Dionisio I di Siracusa|Dionisio]] disse}} [...] si dovrebbero ingannare i bambini con i dadi e gli adulti con i giuramenti. (330f)
*Quando le [[candela|candele]] son spente tutte le [[donna|donne]] son belle. (da ''Moralia'', Precetti coniugali, 144 E)
*Quando si gioca a palla le mosse di chi riceve devono essere in sintonia con quelle di chi lancia: così in un [[discorso]] c'è sintonia tra chi parla e chi ascolta se entrambi sono attenti ai propri doveri. (da ''Moralia'', II)
*Se è vero che chi gioca a palla impara contemporaneamente a lanciarla e a riceverla, nell'uso della [[parola]] invece il saperla accogliere bene precede il [[parlare|pronunciarla]]. (da ''Moralia'', II)
*Si narra che il tiranno [[Dionisio I di Siracusa|Dionisio]], udendo un giorno il suono di una cetra di un suonatore, promise di donargli un talento. Ma il giorno successivo il suonatore, ricordandogli la promessa, ebbe tale risposta: ''ieri mi donasti piacere col suonare e io te ne diedi con lo sperare, così, nell'atto del dilettarmi, ricevesti la tua ricompensa che fu la speranza.'' (334a)
*Ma, al di là di tutti questi ragionamenti, occorre ricordare che fare politica non è soltanto esercitare una carica, andare in ambasceria, gridare forte nell'assemblea, dibattersi sopra la tribuna a fare discorsi o a presentare progetti di legge, cose che i più intendono per fare politica, così come la maggior parte delle persone immagina che la filosofia consista nel dibattere dall’alto di una cattedra e nel fare corsi su alcuni testi. Ciò che sfugge a persone del genere sono quella politica e quella filosofia che continuamente e in modo uniforme si può cogliere di giorno in giorno nelle opere e nelle azioni. La maggior parte delle persone immagina che la filosofia consista nel dibattere dall'alto di una cattedra e nel fare corsi su alcuni testi. Ciò che tuttavia sfugge, a persone del genere, è la filosofia che si vede esercitata nelle opere e nelle azioni di ogni giorno. Socrate non faceva disporre sedili per gli uditori, non si sedeva in una cattedra professorale, non aveva un orario fisso per discutere o passeggiare con i suoi discepoli. Ma scherzando con loro, bevendo o andando alla guerra o in piazza, e alla fine andando in prigione e bevendo il veleno, egli ha fatto filosofia. E' stato il primo a dimostrare che, con ogni tempo e in ogni luogo, in tutto ciò che ci accade e in tutto ciò che facciamo, la vita quotidiana dà la possibilità di filosofare. (da ''Moralia'', X)
 
==''Vite parallele''==