Marco Aurelio: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Dal mattino comincia a dire a te stesso: incontrerò gente vana, ingrata, violenta, fraudolenta, invidiosa, asociale; tutto ciò capita a costoro per l'ignoranza del [[bene e male|bene]] e del [[bene e male|male]]. Io, invece, che ho capito, avendo meditato sulla natura del bene, che esso è bello, e sulla natura del male che esso è turpe e sulla natura di chi sbaglia che egli è mio parente, non perché si sia del medesimo sangue e seme, ma perché egli è, come me, provvisto di mente e partecipe del divino, e che non posso essere danneggiato da alcuno di loro, perché nessuno mi potrà coinvolgere nella sua turpitudine, ebbene, io non posso né [[ira|adirarmi]] con un mio parente né provare odio per lui. Siamo, infatti, nati per la cooperazione, come i piedi, le mani, le palpebre, i denti in fila sopra e sotto. L'agire gli uni contro gli altri è dunque contro natura, ed è agire siffatto lo scontrarsi e il detestarsi. (da ''Pensieri''II, 20081; II, 12008)
*[...] Ma bisogna ormai, una buona volta, che ti renda conto di quale mondo sei parte, che capisca di quale realtà che governa il mondo sei efflusso e che un limite di tempo ti è fissato, [...] (da ''Pensieri''II, 20084; II, 42008)
*La morte, la vita, la fama, l'infamia, il dolore, il piacere, la ricchezza, la povertà, tutto ciò tocca ugualmente a [[bontà e cattiveria|buoni e cattivi]], non essendo queste cose né belle né brutte; e, dunque, neppure beni o mali. (da ''Pensieri''II, 200811; II, 112008)
*Come tutte le cose scompariscono in poco tempo, i corpi nel seno dell’universo, i loro ricordi nel seno del tempo! Che cosa sono tutti gli oggetti sensibili e sopratutto quelli che ci seducono col fascino della voluttà o ci spaventano con l'immagine del dolore: quelli infine la cui magnificenza ci strappa grida di meraviglia? Tutto è miserabile e degno disprezzo: tutto è corruzione e morte. (II, 12)<ref>Citato in [[Piero Martinetti]], ''[https://archive.org/details/breviariospirituale1922/page/n2 Breviario Spirituale]'', ISIS, Milano, 1923, p. 230.</ref>
*Solo il [[presente]] ci è tolto, dato che solo questo abbiamo. (da ''Pensieri''II, 200814; II, 142008)
*Quand'anche tu avessi da vivere tremila anni moltiplicati per diecimila, nondimeno ricorda che nessuno perde una [[vita]] altra da quella che vive, né vive altra vita da quella che perde [...] (da ''Pensieri''II, 200814; II, 142008)
*Della vita umana la durata è un punto, la materia fluente, la compagine di tutto il corpo corruzione, l'anima un soffio, la fortuna non prevedibile, la fama cosa senza giudizio. E a dirla in breve... la vita tutta intera guerra e pellegrinaggio, e la rinomanza che le vien dopo oblio. Che adunque vi ha a cui tu ti possa attenere? Sola ed unica cosa la filosofia. (II, 17)<ref>Citato in [[Giuseppe Melli]], ''[https://archive.org/details/LaFilosofiaGrecaDaEpicuroAiNeoplatonici La filosofia greca da Epicuro ai neoplatonici ]'', Sansoni, Firenze, 1922, p. 248.</ref>
*Van cercando ritiri alla campagna, alla marina, sui monti, e tu stesso suoli desiderare siffatti luoghi; ma non c'è miglior ritiro, e più tranquillo, di quello che l’uomo trova in se stesso, nella propria anima. Concedi dunque spesso a te questo rifugio, e rinnovella quivi te stesso... E soprattutto non agitarti, non aver grandi desiderii, ma cerca d’essere libero, e di considerare le cose virilmente, da uomo, da cittadino, da essere mortale. E tra le considerazioni che farai, tieni sempre davanti queste due: la prima, che le cose materiali non toccano l'anima e, stando al di fuori di essa, non la possono agitare. I turbamenti vengono tutti dall'idea interna. La seconda, che tutte le cose che tu vedi si trasformano, e, mentre tu le vedi, ecco già più non sono. A quante trasformazioni tu hai preso parte ! Il mondo non è che mutamento, la vita non è che apparenza. (IV, 3)<ref>Citato in Melli, pp. 247-48.</ref>
*Considera con quale rapidità l'oblio avvolge tutte le cose: quale abisso infinito di tempo tu hai dietro a te come dinnanzi a te: quanto vana cosa è un rumore che si propaga; quanto mutevoli e privi di giudizio sono coloro che sembrano applaudirti; considera infine la piccola distesa che circoscrive la fama. Perché la terra intiera non è che un punto; e qual piccola parte della terra non è quella che abitiamo! E in questo angolo ancora quanti uomini (e quali uomini!) celebreranno la tua fama? (IV, 3)<ref>Citato in Martinetti, pp. 69-70.</ref>
*Questi due principi bisogna avere sempre pronti: l'uno, compiere unicamente quelle azioni che i principi dell'arte di re e di legislatore possono suggerire per il benessere dell'umanità, l'altro, cambiare idea, se c'è qualcuno capace di correggerti e di distoglierti. (da ''Pensieri''IV, 200812; IV, 122008)
*Colui che è abbagliato dalla fama che può lasciare dopo la morte non pensa che ciascuno di quelli che si ricorderanno di lui morrà alla sua volta e che altrettanto arriverà ai loro successori nella vita finché non si estinguerà quella fama tutta intiera, dopo essere passata attraverso alcuni esseri, la cui vita appena cominciata è destinata ad estinguersi. (IV, 19)<ref name="martinetti70">Citato in Martinetti, p. 70.</ref>
*A me ben si adatta, o [[mondo]], ogni cosa che a te si adatta: non viene per me in anticipo né in ritardo ciò che per te è tempestivo. È per me frutto ogni cosa mi rechino le tue stagioni, o natura: da te viene ogni cosa, in te è ogni cosa, a te va ogni cosa. (da ''Pensieri''IV, 200823; IV, 232008)
*Il nome di coloro che furono un giorno illustri diventa oscuro; tutte le cose svaniscono ed un completo oblio ben presto le avvolge. Ed io parlo di coloro che brillarono già d’un meraviglioso splendore. Perché per gli altri, appena morti, nessuno li conosce, nessuno li ricorda. Che cosa è dunque l’immortalità della nostra memoria? Una vanità. (IV, 33)<ref name="martinetti70"/>
*Ogni evento è così ordinario e familiare come la rosa in primavera e la frutta d'estate. Fatti del genere sono la malattia, la morte, l'oltraggio, l'insidia e quante altre realtà rallegrano o deprimono gli [[stupidità|stolti]]. (da ''Pensieri''IV, 200844; IV, 442008)
*Bisogna conformarsi alla natura durante il brevissimo istante che viviamo; bisogna partire con rassegnazione come l'oliva matura cade benedicendo la terra sua nutrice e rendendo grazie all'albero che l'ha prodotta. (IV, 48)<ref>Citato in Martinetti, p. 238.</ref>
*Le cose sono come inviluppate di tali tenebre, che a filosofi non pochi, e non dei più volgari, esse son parse del tutto incomprensibili. (V, 10)<ref name="melli250">Citato in Melli, p. 250.</ref>
*Sono composto da un fattore casuale e da un fattore materiale; nessuno dei due scomparirà nel nulla. Ogni parte di me sarà, dunque, sottoposta a trasformazione per diventare altra parte del mondo e di nuovo quella si trasformerà in altra parte del mondo e così all'infinito. (da ''Pensieri''V, 200813; V, 132008)
*Niente capita a nessuno, che questi non sia per natura in grado di reggere. (da ''Pensieri''V, 200817; V, 172008)
*Vivi con gli [[dèi|dei]]. Perché infatti vive con gli dei chi costantemente mostra loro di essere intimamente soddisfatto di ciò che gli hanno assegnato.{{Da controllare}} (da ''Pensieri''; V, 27)
*Guarda sotto la superficie: non lasciarti sfuggire la qualità o il valore intrinseco delle cose.{{Da controllare}} (da ''Pensieri''; VI, 3)
*Il modo migliore per difendersi da un [[nemico]] è non comportarsi come lui.{{Da controllare}} (da ''Pensieri'', VI, 6)
*Se tu avessi ad un tempo una matrigna ed una madre, tu avresti dei riguardi per la prima, ma alla madre tu ritorneresti sempre ad ogni istante. La tua matrigna e la tua madre sono la corte e la filosofia. Torna dunque sempre a questa e riposa nel suo seno: è questa che ti rende l'altra sopportabile. (VI, 12)<ref>Citato in Martinetti, p. 242.</ref>
*Il semplice inspirare l'[[aria]] e poi restituirla, ciò che facciamo ogni momento, è analogo al restituire, là onde l'hai tratta originariamente, l'intera facoltà respiratoria, che ieri o l'altroieri hai acquisito, al momento di nascere. (da ''Pensieri''VI, 200815; VI, 152008)
*Com'è ridicolo quel che fanno [gli insipienti]! Non vogliono elogiare i contemporanei che vivono con loro, mentre danno un grandissimo valore all'essere elogiati dai posteri, gente che essi non hanno mai visto né mai vedranno. Il che è vicino all'affliggersi perché anche i tuoi più lontani progenitori non ebbero parole di elogio nei tuoi confronti. (da ''Pensieri''VI, 200818; VI, 182008)
*Ritorna sobrio e riprenditi, desto di nuovo e consapevole che dei [[sogno|sogni]] ti davano inquietudine; svegliatoti nuovamente, osserva queste cose come osservavi quelle. (da ''Pensieri''VI, 200831; VI, 312008)
*Adatta te stesso alle cose a cui la sorte ti ha assegnato. E [[amore|ama]], ma veramente, gli uomini coi quali il [[destino]] ti ha unito. (da ''Pensieri''VI, 200839; VI, 392008)
*Se gli dei hanno provveduto per me e per le cose che mi devono accadere, hanno provveduto a fin di bene. Perché non sarebbe facile immaginare un Dio improvvido. (VI, 44)<ref>Citato in Melli, p. 249.</ref>
*La mia natura è razionale e socievole. La mia comunità è la mia patria, di me Antonino è Roma, di me uomo è il mondo. Tutte le che cose sono utili a queste due patrie, sono buone anche per me. (VI, 44)<ref>Citato in Melli, pp. 250-51.</ref>
*L'uomo ambizioso ripone il suo [[bene]] nelle mani degli altri; l'uomo sensuale nelle sue sensazioni; l'uomo ragionevole nelle sue azioni. (da ''Colloqui''; libro VI, 51)
*Ciò che non giova all'alveare non giova neppure all'[[ape]].{{Da controllare}} (da ''Pensieri''; VI, 54)
*Tutte le cose sono reciprocamente intrecciate, il loro legame è sacro e quasi nessuna cosa è estranea ad un'altra. Si trovano, infatti, armonicamente ordinate e insieme danno ordine e bellezza al medesimo mondo. E quest'ultimo è unico, formato da tutte le componenti, unico è il dio che le attraversa tutte quante, [[Uno (filosofia)|unica]] la sostanza e unica la legge, la ragione comune a tutti i viventi intelligenti, unica la verità, se è vero che una sola è la perfezione dei viventi aventi medesima natura e partecipanti alla medesima ragione. (da ''Pensieri''VII, 20089; VII, 92008)
*È preciso [[dovere]] dell'uomo quello di amare persino chi gli fa torto.{{Da controllare}} (da ''Ricordi''; VII, 22)
*Sulla [[morte]]: o dispersione, se ci sono gli atomi; se invece c'è l'unità, o spegnimento o trasferimento. (da ''Pensieri''VII, 200832; VII, 322008)
*Scava dentro. Dentro è la fonte del [[bene]], che sempre ha il potere di sgorgare, a condizione che tu sempre scavi. (da ''Pensieri''VII, 200859; VII, 592008)
*La natura universale ha questa attività: sposta le cose che stanno qui, trasforma le cose, le prende da un luogo per portarle in un altro. Tutto è [[divenire|rivolgimento]], non però da temere che qualcosa di nuovo emerga: tutto è consueto e sempre uguali le distribuzioni. (da ''Pensieri''VIII, 20086; VIII, 62008)
*Forse che lo smeraldo perde del suo valore se non è [[lode|lodato]]? (VII, 15)<ref>Citato in Martinetti, p. 66.</ref>
*Prendi senza orgoglio, [[rinuncia|rinunzia]] senza difficoltà.{{Da controllare}} (da ''Pensieri''; VIII, 33)
*Se mai vedesti una mano recisa, un piede, una testa giacente lontana dal corpo a cui apparteneva, pensa che tale ti rendi, per quanto sia in te, se non ti adatti alla sorte e ti separi dagli altri, e fai qualche cosa che non giovi alla comunità. Tu ti sei strappato dall'unità ch'è secondo natura. Ma rifletti che ti è possibile riunirti di nuovo. (VIII, 34)<ref name="melli251">Citato in Melli, p. 251.</ref>
*Non dire a te stesso niente più di quanto le rappresentazioni che più contano ti comunicano. Ti è stato annunciato che un tale parla male di te. Questo è l'annuncio fatto. Però che tu ne abbia avuto un danno non si trova nell'annuncio. (da ''Pensieri''VIII, 200849; VIII, 492008)
*Gli [[uomo|uomini]] sono nati gli uni per gli altri: dunque, insegna loro o sopportali. (da ''Pensieri''VIII, 200859; VIII, 592008)
*Non disprezzare la [[morte]] ma accoglila di buon grado perché anch'essa è un ente tra quelli che natura vuole. (da ''Pensieri''IX, 20083; IX, 32008)
*Spesso commette [[ingiustizia]] non solo chi fa ma anche chi non fa. (da ''Pensieri''IX, 20085; IX, 52008)
*Se vi ha una divinità intelligente e provvidente, tutto va bene; o le cose si governano dal caso, e tu almeno non governare a caso te stesso. (IX, 28)<ref name="melli250"/>
*Quando hai beneficato un uomo, che pretendi tu ancora? Non ti contenti di aver operato secondo la natura tua, ma vuoi anche un mercede? Come se l'occhio chiedesse una mercede perché vede, o i piedi perché camminano. (IX, 42)<ref name="melli250"/>
*Il ragno si fa bello perché ha preso una mosca; qualcuno perché ha [[caccia|preso]] una lepre; un altro, una sardella con la rete adatta; un altro, un cinghiale; un altro, un orso; un altro, dei sàrmati. Non si tratta pur sempre d'[[assassini]], se fai attenta indagine su quello che ne muove il pensiero? (da ''Colloqui con se stesso''X, 200110; X, 102001)
*Acquisisci un metodo di indagine per esaminare come tutte le cose si trasformino vicendevolmente, presta attenzione di continuo all'indagine ed esercitati in questa materia, perché niente è altrettanto fattore di [[magnanimità]]. (da ''Pensieri''X, 200811; X, 112008)
*Settimo: non sono le azioni del prossimo che ci danno noia, perché quelle stanno negli egemonici del prossimo, sono, invece, le nostre opinioni in merito. Elimina, dunque, il tuo giudizio, abbi la volontà di sopprimere il giudizio che si tratti di una cosa terribile, e l'ira è già scomparsa. (da ''Pensieri''XI, 200818; XI, 182008)
*La [[bontà]] è invincibile quando sia schietta e non sia un'affettazione o una parte che tu reciti. E in vero che ti può egli fare l'uomo il più iracondo e insolente, se tu ti mostri a lui tuttavia amorevole, e se, venendo il caso, tu lo ammonisci cortesemente e cerchi di farlo ricredere in quel tempo medesimo che egli intende ad offenderti? No, figliuol mio, noi siamo nati ad altro. A me tu non nuoci; a te bensì, figliuol mio. (XI, 18)<ref>Citato in Melli, pp. 251-52.</ref>
*Come? Il lume della lampada, finch'ella non si estingue, risplende e non perde della sua luce; e in te, la verità, la giustizia e la saggezza si spegneranno prima della vita? (XII, 1)<ref name="melli250"/>
*Tre sono le componenti di cui sei formato: corpo, soffio, [[mente]]. Di queste le prime due sono tue, per quanto devi curartene; solo la terza è sovranamente tua. (da ''Pensieri''XII, 20083; XII, 32008)
*Spesso mi sono stupito di come ciascuno, pur amando se stesso più di ogni altra cosa, tenga in minor conto l'[[opinione]] che ha di se stesso di quella degli altri. (da ''Pensieri''XII, 20084; XII, 42008)
*Una sola è la luce del sole anche se interrotta da muri, montagne e infiniti altri ostacoli. Una sola è la sostanza universale, anche se è divisa in infiniti corpi di specifiche qualità. Una sola è l'[[anima]], anche se è divisa e circoscritta in infinite nature e realtà individuali. Una sola è l'anima intelligente, anche se dà l'impressione di trovarsi divisa. (da ''Pensieri''XII, 200830; XII, 302008)
*Le conseguenze della [[collera]] sono molto più gravi delle sue cause. (da ''Colloqui con se stesso'', 2001)
*Troverai sollievo alle vane fantasie se compirai ogni atto della tua vita come se fosse l'ultimo. (da ''Colloqui con se stesso'', 2001)