Keith Jarrett: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Keith Jarrett==
*Fra gli sperimentatori, e gli eclettici, i bianchi costituiscono oggi, a metà degli anni Settanta, la maggioranza, e non pochi fra loro non sono neppure nordamericani. Non è un caso che due dei personaggi più notevoli affermatisi recentemente, il tenorsassofonista argentino [[Gato Barbieri]] e il pianista Keith Jarrett, di prossima discendenza europea, non soltanto sono bianchi, ma, pur avendo fatto il loro apprendistato fra i negri di New York, hanno attinto a musiche appartenenti a differenti aree culturali: Barbieri si è infatti ispirato al folklore musicale dell'America Latina (ma anche a [[John Coltrane|Coltrane]] e a Pharoah Sanders, e da ultimo un poco al rock) e Jarreth a certa musica europea tardoromantica, che ha ingegnosamente fuso col ''gospel'' e col jazz più avanzato (e pure con i ritmi pop) in un tutto organico. ([[Arrigo Polillo]])
*La cosa che mi colpì più di ogni altra riguardo a Keith e che lo distingueva dagli altri musicisti, era che egli aveva veramente un rapporto d'amore con il pianoforte, una vera e propria ''relazione'' con lo strumento. ([[Jack DeJohnette]])
*Le mani di Keith erano realmente abbastanza piccole ma proprio per questo poteva fare cose che uno come me, o altri pianisti con un'ampiezza di mano normale, non potevano fare. ([[Jack DeJohnette]])
*Io non ho mai visto nessuno avere un tale rapporto con il proprio strumento, qualcuno che come lui conosca i propri limiti e nonostante questo riesca a superarli, a portarli al di là dei loro stessi confini, trascendendo lo strumento, che è proprio quello che io cerco e riesco a fare con la batteria. ([[Jack DeJohnette]])
*Nonostante un atteggiamento aristocratico nei confronti dell'esecuzione musicale, Jarrett possiede una qualità sonora, una perizia tecnica e una qualità musicale che non possono lasciare indifferente neppure l'ascoltatore più smaliziato. ([[Claudio Sessa]])
 
===[[Jack DeJohnette]]===
*La cosa che mi colpì più di ogni altra riguardo a Keith e che lo distingueva dagli altri musicisti, era che egli aveva veramente un rapporto d'amore con il pianoforte, una vera e propria ''relazione'' con lo strumento. ([[Jack DeJohnette]])
*Le mani di Keith erano realmente abbastanza piccole ma proprio per questo poteva fare cose che uno come me, o altri pianisti con un'ampiezza di mano normale, non potevano fare. ([[Jack DeJohnette]])
*Io non ho mai visto nessuno avere un tale rapporto con il proprio strumento, qualcuno che come lui conosca i propri limiti e nonostante questo riesca a superarli, a portarli al di là dei loro stessi confini, trascendendo lo strumento, che è proprio quello che io cerco e riesco a fare con la batteria. ([[Jack DeJohnette]])
 
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