Unione Sovietica: differenze tra le versioni
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→Citazioni: Michael Karpovich |
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===[[Eduard Shevardnadze]]===
*L'ideologia impone un pesante fardello per i sovietici.
*Non c'è dubbio, negli scorsi decenni l'Urss ha accumulato un enorme potenziale tecnico-scientifico, intellettuale ed economico. Ma come lo si è sfruttato? Ma come funzionano - se funzionano - fattori della «potenza nazionale» quali le dimensioni territoriali, le risorse naturali, le capacità intellettuali, gli enti di Stato?<br>Territori immensi subirono tali violenze da una centralizzazione assurda che si trasformarono in terre ecologicamente desolate. Le risorse naturali? Lo sfruttamento selvaggio - «il piano a qualsiasi costo!» - esaurì le risorse naturali, senza compensarle con una crescita qualitativa dell'economia. Avendo guadagnato sul petrolio, «facile e veloce da estrarre», circa 180 miliardi di dollari, il Paese non ne trasse alcun vantaggio per la condizione materiale dei propri cittadini. Il morale della società e la stabilità delle istituzioni nazionalstatuali? Ma si reggevano solo sulla menzognera «propaganda del successo», sulla prassi della repressione del dissenso, sull'imposizione della paura del nemico «interno» ed «esterno», sulla minaccia della pena per ogni comportamento «non accettabile».
*Se si cerca di risalire al come e al quando l'Unione Sovietica si vide costretta ad accumulare un armamentario nucleare, si giunge alla conclusione che abbiamo sempre inseguito gli americani. Certo, la costruzione da parte dell'Urss di un potenziale atomico proprio, tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta, rispose a un'esigenza obiettiva. Ma è altrettanto vero che, una volta coinvolti nella corsa agli armamenti, sia nucleari, sia convenzionali, ci siamo fatti incantare dal «volume», dall'aspetto quantitativo, e abbiamo reagito con eccessivo accanimento ai nostri potenziali avversari per simmetricità e quantità, là dove sarebbe stato possibile dare «risposte» asimmetriche, quantitativamente meno ingenti, ma di più elevato livello qualitativo.
*Siamo diventati una superpotenza grazie soprattutto al potenziale bellico. Ma proprio l'ipertrofia di questo potenziale e la sua incontrollata espansione hanno ridotto il Paese a una condizione di potenza di terzo rango e hanno generato processi che l'hanno sospinto sull'orlo della catastrofe. Mentre superiamo gli Usa per aliquota delle spese militari sul reddito nazionale lordo di qualcosa come il 150-200 per cento, per investimenti nella sanità restiamo sotto del 250 per cento. Orgogliosi di aver raggiunto la parità bellica con gli Usa, non osiamo neppure pensare al raggiungimento della parità nella produzione di siringhe «usa e getta», di generi alimentari, di articoli di primissima necessità, la cui catastrofica carenza non rafforza di sicuro la nostra sicurezza, né garantisce gli interessi nazionali. Conquistato il primo posto sul mercato degli armamenti - 28 per cento sul totale delle vendite - e collocato il Kalašnikov all'avanguardia della nostra tecnologia, ci siamo trovati oltre il sessantesimo posto al mondo per tenore di vita della popolazione, al trentaduesimo per durata media della vita e al cinquantesimo per mortalità infantile.
*Un'Unione Sovietica instabile è la più grave minaccia alla pace dell'intero pianeta.
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