San Pietroburgo: differenze tra le versioni

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*La Russia è già [[Europa]]. San Pietroburgo può dirsi una delle città italiane più belle, se i suoi palazzi più importanti li hanno progettati [[Bartolomeo Rastrelli|Rastrelli]], [[Giacomo Quarenghi|Quarenghi]] e [[Carlo Rossi|Rossi]]. ([[Valerij Abisalovič Gergiev]])
*Le "notti bianche di Pietroburgo" così care ai nostri cuori di nordici!... La strana luce, una luce simile a nessun'altra, che dura l'intera notte: fredda, senz'ombre. Una luce che nell'indescrivibile silenzio notturno tutto pervade e incanta, in un mondo di bellezza fatata. I profili dei bellissimi edifici di Pietroburgo, come i palazzi della Nevà e la Fortezza dei Santi Pietro e Paolo, parevano la scenografia di un racconto di fate. Quelle notti bianche così diverse da essere l'antitesi delle notti del sud, profonde, vellutate, dalle stelle scintillanti, notti così oscure e calde! Notti bianche e notti oscure, ugualmente care al mio ricordo... ([[Varvàra Dolgorouki]])
*San Pietroburgo era tutto questo esattamente: un riflesso in uno specchio appannato, un miscuglio eteroclito di oggetti usati in maniera strampalata, di cose che indietreggiano più rapidamente che non avanzino, delle pallide notti grigie invece delle notti nere ordinarie. ([[Vladimir Vladimirovič Nabokov]])
*Se San Pietroburgo non fosse esistita, avrei inventato io questa città che sonnecchia sul fiume, come uno stato d’animo che mi corrisponde per sempre. ([[Jan Brokken]])
*Se una barca ci passava accanto con i suoi toni reali, i suoi alberi color salmone e i suoi dettagli nettamente stagliati, sembrava, in quell'azzurro d'elisio, un pallone fluttuante nell'aria; impossibile sognare nulla di più fiabesco di quell'infinito luminoso!<br>In fondo emergeva lentamente, tra l'acqua lattiginosa e il cielo madreperlaceo, cinto dalla sua corona murale merlata di torricelle, il magnifico profilo di San Pietroburgo, i cui toni d'ametista separavano con una linea di demarcazione quelle due pallide immensità. L'oro scintillava in pagliuzze e aghi su quel diadema, il più ricco, il più bello che abbia mai portato la fronte d'una città. [...] Nulla era più splendido di quella città d'oro sull'orizzonte d'argento, dove la sera aveva i biancori dell'alba. ([[Théophile Gautier]])