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→‎Citazioni: il Grande terrore
→‎Citazioni: nota OGPU
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*Tra questa «gente del passato» (''bjvšie ljudi''), come erano {{sic|definiti}} le persone che erano {{sic|stati}} influenti prima della rivoluzione d'Ottobre, {{NDR|con il primo piano quinquennale del 1928-1932}} l'odio per il bolscevismo era acceso. Molti contadini e operai condividevano lo stesso sentimento. E Stalin si era procurato un numero incalcolabile di nuovi nemici all'interno del partito. La collettivizzazione, la [[Kulaki|dekulakizzazione]], i processi dimostrativi nelle città e il sistema dei lavori forzati {{sic|aveva}} inferto sofferenze pari a quelle subite durante la guerra civile. (Parte seconda, cap. IX, p. 210)
 
*Nel 1933 quasi un milione di cittadini sovietici languiva nei campi di lavoro e nelle colonie dell'OGPU<ref>''Ob'edinënnoe gosudarstvennoe političeskoe upravlenie'' (Direzione politica di Stato generale), polizia segreta del regime sovietico fino al 1934.</ref>, e altri milioni di loro erano nelle prigioni, nei campi di deportazione e nelle aree di nuovo insediamento coatto. Perciò il Grande terrore degli anni 1937-38 non fu un fulmine a ciel sereno, ma il peggioramento di una tempesta che stava già infuriando.<br>{{sic|Cionostante}} il Grande terrore non avrebbe avuto luogo se non fosse stato per la personalità e le idee di Stalin. Era lui a guidare la macchina punitiva di Stato contro tutti quelli da lui identificati come «elementi antisovietici» e «nemici del popolo» (cap. XI, pp. 231-232)
 
*Stalin riconosceva di non poter dominare solo con il terrore, e cercava sistematicamente il consenso delle varie élite nel governo, nel parito, nell'esercito e nella polizia segreta. I privilegi e il potere dei funzionari vennero confermati e la dignità delle istituzioni accresciuta. Mantenendo la distanza fra governanti e governati, Stalin sperava di prevenire lo scoppio dell'opposizione popolare. Per di più, cercava di accrescere il suo rapporto personale con l'etnia russa rafforzando una forma di nazionalismo russo insieme al marxismo-leninismo, e coltivava la propria immagine di capo la cui posizione al timone dello Stato sovietico era vitale per la sicurezza militare del paese e per il suo sviluppo economico. (Parte terza, cap. XVI, p. 336)