Cesare Brandi: differenze tra le versioni

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*La storia della pittura di Guttuso comincia da quella ''Fuga dall'Etna'' durante un'eruzione che Natale Tedesco ha chiamato la «Guernica siciliana», però siciliana è un po' anche la Guernica di Picasso; e forse Picasso ha studiato lo schema compositivo del ''Trionfo della morte'' di Palermo più di quanto Guttuso abbia dipinto la Fuga sotto l'impressione della Guernica che Cesare Brandi gli aveva allora mandato in cartolina. (da ''Scritti sull'arte contemporanea'', Einaudi, Torino 1976, pp. 401-404)
*Ma può esserci al mondo un paese più bello della [[Sicilia]]?<ref name=bra/>
*Ma via Garibaldi è bella come una cosa perduta, è misteriosa e assente come una strada di Pompei...la sua sostanza è di essere vuota, impraticabile come una pittura, sospesa nella sua bellezza come da un incantesimo. E se è da poco, possedere una via simile, e percorrerla in silenzio, come ascoltando, e invece vedere, guardare all'infinito." (da ''Terre d'Italia'', Bompiani, Milano, 2006, pp. 81-82)
*Ora, [[Procida]], è tutta in quell'arrivo che si fa a Marina Grande, venendo da Napoli o da Pozzuoli; e che mi lasciò senza fiato. Perchè da lontano, tanto è schiacciata l'isola quasi non si vede, o sembra la predella di quel grande altare che è Ischia. Procida, la predella d'Ischia, non ci godrebbero affatto i procidani, che amano solo se stessi e neppure vogliono sentire dire che sono napoletani; ma l'immagine vale nella prospettiva del Golfo, dove Procida, se non si sa come è fatta, non si distingue da Ischia, sembra una propaggine di Ischia. Per questo la sorpresa si ha tutta insieme. Ed ecco la sorpresa. Un allineamento di case di tutti i colori, strette come una barricata, con tante arcate chiuse a mezzo, come strizzassero un occhio. E sopra un verde intenso, prepotente, quasi selvaggio, tanta è la forza dei getti e dei tralci: viti e limoni. Vi posso assicurare che Procida è tutta qui, e nell'interno, e fino all'altro capo del paese la Chiaiolella, ripete lo stesso spettacolo. Ma è impossibile stancarsene. Perchè, almeno fino a qualche anno fa, niente era più autentico della palazzata senza palazzi, della barricata di case che sembra sbarrare l'ingresso a chi entra, al forestiero. (da ''Terre d'Italia'', Bompiani, Milano, 2006, p. 467)
*Proprio sotto la Terra Murata, il porticciolo minuscolo con le barche da pesca, come gli insetti neri che si vedono nelle acque morte, o come foglie secche, o come gusci vuoti: e la loro cava occhiaia quasi riproduce nell'acqua le cave occhiaie delle porte e delle finestre: quelle case povere e bellissime che si soprammettono sulla riva, più scavate nella roccia che costruite. Un paese formicolante, una termitiera, eppure cosi umano, cosi umile e splendente, nella notte, coi suoi colori leggeri e stinti. Come sciacquati nel lume della luna. (da ''Terre d'Italia'', p. 470)