Giuseppe Rovani: differenze tra le versioni

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*– Chi ha fretta va adagio, chi vuol vendicarsi manda giù l'ira e si arma di sorrisi. (da ''Vol. II, Libro undecimo'', p. 797)
*Duce degli uomini di [[Trastevere]] era il Camillone, il Cicerouacchio di allora; quello di cui teniamo parte del ''Diario'', ch'egli dettò per non saper scrivere; uomo tanto amato da quelli del suo rione, e perciò di tanta autorità, che il governo stesso dovette più volte fare capo a lui per riuscire a sedare dei tumulti. (da ''Vol. II, Libro duodecimo'', p. 881)
*Allo scopo di esagerare, per l'amore delle antitesi, che è il delirio dei poeti, la decadenza materiale di Roma, incaricò persino il Tevere di essere afflitto e di aver voluto ritirarsi, per la gran vergogna, in un angolo della città, non d'altro occupato che di somministrare le sue acque, che, sole, rimasero bionde come im antico, a lavare i lini sudici dei neonati Quiriti. [...] Visto dal ponte Elio e dal ponte Senatorio, è ancora il più maestoso fiume d'Italia che attraversi una città. A Ripa Grande, la selva delle antenne e il biancheggiar delle vele e i fumi densi delle vaporiere lo fanno parer davvero un porto di mare; il che è ben altra cosa dall'esser ridotto un rigagnolo avvilito, non visitato che dalle lavandaie. (da ''Vol. II, Libro decimoterzo'', pp. 899-900)
 
==''Le tre arti''==