Cesare Brandi: differenze tra le versioni

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*L'Italia deve salvare Napoli, riportarla al suo rango di capitale della cultura quale ottava meraviglia, non lasciarla abbruttire dalla spazzatura nel traffico immondo. Napoli deve vivere: non ha bisogno di tornare una stella, è una stella, non un buco nero, come si è fatta diventare. La responsabilità è di tutti gli italiani: Napoli appartiene all'Italia. (da ''Così Andai a Sud'', Alfredo Guida Editore, Napoli 1998, p.42)
*Napoli, nel '700 non fu provincia ma grande capitale europea in competizione con Madrid, Vienna ed anche Parigi; posseddette una fioritura artistica di prim'ordine, pari a quella di Venezia e assai superiore a Firenze e a Roma. (da ''Così Andai a Sud'', Alfredo Guida Editore, Napoli 1998, p.54)
*Ora, Procida, è tutta in quell'arrivo che si fa a Marina Grande, venendo da Napoli o da Pozzuoli; e che mi lasciò senza fiato. Perchè da lontano, tanto è schiacciata l'isola quasi non si vede, o sembra la predella di quel grande altare che è Ischia. Procida, la predella d'Ischia, non ci godrebbero affatto i procidani, che amano solo se stessi e neppure vogliono sentire dire che sono napoletani; ma l'immagine vale nella prospettiva del Golfo, dove Procida, se non si sa come è fatta, non si distingue da Ischia, sembra una propaggine di Ischia.
Procida, la predella d'Ischia, non ci godrebbero affatto i procidani, che amano solo se stessi e neppure vogliono sentire dire che sono napoletani; ma l'immagine vale nella prospettiva del Golfo, dove Procida, se non si sa come è fatta, non si distingue da Ischia, sembra una propaggine di Ischia.
Per questo la sorpresa si ha tutta insieme. Ed ecco la sorpresa. Un allineamento di case di tutti i colori, strette come una barricata, con tante arcate chiuse a mezzo, come strizzassero un occhio. E sopra un verde intenso, prepotente, quasi selvaggio, tanta è la forza dei getti e dei tralci: viti e limoni. Vi posso assicurare che Procida è tutta qui, e nell'interno, e fino all'altro capo del paese la Chiaiolella, ripete lo stesso spettacolo. Ma è impossibile stancarsene. Perchè, almeno fino a qualche anno fa, niente era più autentico della palazzata senza palazzi, della barricata di case che sembra sbarrare l'ingresso a chi entra, al forestiero. (da ''Terre d'Italia'', Bompiani, Milano, 2006, p.467)
*Proprio sotto la Terra Murata, il porticciolo minuscolo con le barche da pesca, come gli insetti neri che si vedono nelle acque morte, o come foglie secche, o come gusci vuoti: e la loro cava occhiaia quasi riproduce nell'acqua le cave occhiaie delle porte e delle finestre: quelle case povere e bellissime che si soprammettono sulla riva, più scavate nella roccia che costruite. Un paese formicolante, una termitiera, eppure cosi umano, cosi umile e splendente, nella notte, coi suoi colori leggeri e stinti. Come sciacquati nel lume della luna. (da ''Terre d'Italia'', Bompiani, Milano 2006, p.470)