Cesare Brandi: differenze tra le versioni

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*Vi sono dei panorami che rappresentano assai più che una bellezza naturale o lo spettacolo di una grande città, addirittura le fattezze della Patria.<br>In Italia, per quanto ricca si creda, sono in numero limitatissimo. Ad esempio la vista dal Viale dei Colli sulla città e le colline di [[Firenze]]; quella dal Gianicolo su [[Roma]]; la Riva degli Schiavoni a [[Venezia]]: ma su tutte, inutile negarlo, troneggia il panorama del [[Golfo di Napoli]], sia dall'alto del [[Vomero]] o di [[Certosa di San Martino|San Martino]] sia all'arrivo dal mare. È questa la porta celeste dell'[[Italia]], la porta che non è {{sic|rettorico}} chiamare augusta, e provoca nostalgia e rimpianto non solo ai napoletani emigrati.<ref>Da ''Così andai al Sud'', prefazione di [[Raffaele La Capria]], Alfredo Guida Editore, Napoli 1998, [https://books.google.it/books?id=1qUMrjn1VssC&lpg=PA34&dq=&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34]. ISBN 88-7188-212-1</ref>
*Napoli, questa meravigliosa città, che ora fa arricciare il naso a raffinati e a villani, e nessuno ci va più, se non per vedere Pompei, come se questo palinsesto di culture non valesse che per le sue ossa. (da ''Così Andai a Sud'', Alfredo Guida Editore, Napoli 1998, p.39)
*L'Italia deve salvare Napoli, riportarla al suo rango di capitale della cultura quale ottava meraviglia, non lasciarla abbruttire dalla spazzatura nel traffico immondo. Napoli deve vivere: non ha bisogno di tornare una stella, è una stella, non un buco nero, come si è fatta diventare. La responsabilità è di tutti gli italiani: Napoli appartiene all'Italia. (da ''Così Andai a Sud'', Alfredo Guida Editore, Napoli 1998, p.42)
 
==Note==