Stendhal: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Stendhal==
*Assaporo completamente il piacere della mia solitudine; la partenza da [[Genova]] mi ha tolto un peso enorme che mi schiacciava. Questa città sarà sempre per me ''di sbadigliante memoria''<ref>in italiano nel testo originale</ref>. Quale noia è la mia in un ambiente obbligato! Non sono fatto davvero per il matrimonio!<ref>Da ''Viaggio in Italia (1801-1818)'', traduzione di Luigi Diemoz, Rizzoli, 1942, p. 314</ref>
*[[Bellezza]] è una promessa di felicità.<ref>Da ''L'amore''; citato in [[Enzo Biagi]], ''Quante storie'', Rizzoli, Milano, 1989, p. 22. ISBN 88-17-85322-4</ref>
*Credo che el amor mio per [[Domenico Cimarosa|Cimarosa]] vienne di ciò ch'egli fa nascere delle sensazioni pareilles a quelle che desidero di far nascere un [[giorno]]. Quel misto di [[allegria]] et tenerezza del "[[Matrimonio]]" è affatto congeniale per me.<ref>Citato in [[Vittorio Del Litto]], ''Stendhal''</ref>
*Gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita... non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo [[Teatro di San Carlo|teatro]], ma ne dia la più pallida idea.<ref>Citato in Lucio Aiello, ''Tasselli. La storia nascosta e ritrovata'', Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, [https://books.google.it/books?id=BjkmDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=lucio%20aiello&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false Anteprima Google] ISBN 978-88-6822-427-1</ref>
*Gli spinaci e [[Henri de Saint-Simon|Saint-Simon]] sono i soli miei gusti durevoli, sempre tuttavia dopo quello di vivere a Parigi con cento luigi di rendita, scrivendo libri.<ref>Da ''Vie de Henry Brulard''. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 14603-X</ref>
*I pedanti, che trovavano nella [[Roma]] moderna l'occasione di sfoggiare il loro latino, ci hanno persuaso che essa è bella: ecco il segreto della reputazione della Città Eterna... Regna per le strade di Roma un tanfo di cavoli marci. Attraverso le belle finestre dei palazzi del Corso si scorge la povertà degli interni. Roma in realtà è un agglomerato di sublimi rovine e di brutte chiese e case moderne; sarebbe stato meglio se non fosse sopravvissuta alla fine dell'età antica, se si fosse trasformata in un deserto popolato solo dai resti dei suoi monumenti, come avvenne ad altre grandi capitali; la conversione al cristianesimo ha segnato l'inizio della sua decadenza. Della patria di Cicerone, Cesare e Virgilio rimangono solo le spoglie esteriori; il suo spirito è morto per sempre e sono i preti e le superstizioni cristiane che l'hanno ucciso...<ref>Da ''Roma, Napoli e Firenze'', 1817</ref>
*Il [[papa Gregorio XVI|papa]] ama riposarsi in compagnia della moglie di Gaetanino [...] una donna che può avere trentasei anni, non è né bene né male.<ref>Citato in Claudio Rendina, ''I peccati del Vaticano'', Newton Compton, 2009, p. 151</ref>
*Per l'orrore ch'egli sentiva dell'ideale sciocco, il [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]] non correggeva nessuno dei difetti dei modelli ch'egli fermava nella strada per farli posare. Ho veduto a Berlino alcuni suoi quadri che furono rifiutati dalle persone che li avevano ordinati perché troppo brutti. Il regno del brutto non era ancora arrivato.<ref>Da ''Rome'', 1806; citato in Francesca Marini, ''Caravaggio'', presentazione di [[Renato Guttuso]], pag. 185, Rizzoli/Skira, Milano, 2003, ISBN 8817008087</ref>
*Il ''[[romanticismo]]'' è l'arte di presentare ai popoli le opere letterarie che, nello stato attuale delle loro abitudini e delle loro consuetudini, procuri loro il maggior piacere possibile. Il ''classicismo'', al contrario, presenta loro la letteratura che ha procurato il maggior piacere possibile ai loro nonni.<ref>Da ''Racine et Shakespeare'', p. 106</ref>
*L'amore è un bellissimo fiore, ma bisogna avere il coraggio di coglierlo sull'orlo di un precipizio.
*Ingresso solenne: si discende per un'ora verso il mare seguendo una strada larga scavata nella roccia tenera, sulla quale è costruita la città. – Solidità delle mura – 'Albergo dei poveri', primo edificio. Fa un'impressione molto più forte di quella bomboniera tanto celebrata, che a Roma si chiama la Porta del Popolo. Eccoci al palazzo ''degli Studj'', si volta a destra, è la [[via Toledo]]. Ecco una delle grandi mete del mio viaggio, la strada più popolosa e allegra del mondo.<ref>Da ''Roma, Napoli e Firenze'', Mondadori, 1990.</ref>
:''L'amour est une fleur délicieuse, mais il faut avoir le courage d'aller la cueillir sur les bords d'un précipice affreux''.<ref>In Charles-Augustin Sainte-Beuve, ''Le siècle du progrès — Anthologie établie et présentée par Pierre Berès'', (Stendhal, 9 gennaio 1854, "Causeries du lundi", t. IX, p. 153), éd. Hermann, coll. «Collection savoir: lettres», 1992. ISBN 2-7056-6179-4</ref>
*{{NDR|Sulla città di [[Varese]] e il Sacro Monte}} L'aspetto del borgo disposto tutt'intorno alla chiesa è singolare. Le montagne grandiose. Insieme magnifico: al calar del sole, noi vedemmo sette laghi. Credetemi, cari amici, ho potuto girare in lungo e in largo Francia e Germania senza ricavare simili sensazioni.<ref name=Varese>Citato in Mario Chiodetti, ''[http://www.laprovinciadivarese.it/stories/varese-citta/il-magico-sacro-monte-di-stendhal_1191195_11/ Il magico Sacro Monte di Stendhal]'', ''Laprovinciadivarese.it'', 6 luglio 2016.</ref>
*L'unica scusa di Dio è che [[Problema dell'esistenza di Dio|non esiste]].<ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Le Formiche: anno terzo'', Zelig Editore, 1995, § 1178</ref>
*La prima necessità di una città è di avere portici dove si possa passeggiare in pace quando tira vento o piove. [[Varese]], in Lombardia, [[Brescia]], eccetera, hanno eccellenti portici a destra e a sinistra del teatro, portici bassi dove la pioggia non può penetrare, qualunque sia la forza del vento.<ref name=Varese/>
*[...] la [[religione]], come quel [[potere]] assoluto temperato dalle canzoni che è la monarchia [[Francia|francese]], hanno prodotto cose singolari che il mondo non avrebbe mai visto se queste due istituzioni fossero mancate.<ref>Da ''I cenci''</ref>
*La vera [[patria]] è quella in cui incontriamo più persone che ci somigliano.<ref>Da ''Rome, Naples, Florence 1817''</ref>
*Lasciate lavorare la testa di un innamorato per ventiquattr'ore, ecco che cosa vi troverete: nelle miniere di Salisburgo si usa gettare nelle profondità abbandonate un ramo privato di foglie dal gelo: due o tre mesi dopo lo si ritrova coperto di fulgide cristallizzazioni: i più minuti ramoscelli, quelli che non sono più grossi dello zampino di una cincia, sono fioriti d'una infinità di diamanti mobili e scintillanti; è impossibile riconoscere il ramo primitivo.<ref>Da ''L'amore'', Mondadori, Milano 1980</ref>
*Le [[parole]] sono sempre una forza che si cerca fuori di sé.<ref>Da ''La duchessa di Palliano''</ref>
*Mi metterei volentieri una maschera sul volto e con diletto cambierei il mio nome.<ref>Da ''Vanina Vanini'', citato in prefazione a ''Peccatori di provincia'' di [[Gabriel Chevallier]]</ref>
*Noi vediamo le cose quali la nostra testa se le figura. Bisogna quindi conoscere questa nostra testa.<ref>Da ''Pensées diverses'', citato in [[François Grégoire]], ''I grandi problemi metafisici'', traduzione dal francese di Giulia Vecchi, terza edizione, Garzanti, Milano, 1960, p. 23</ref>
*Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di [[Napoli]]; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo.<ref>Da ''[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k69362.zoom.f23.pagination.langFR# Rome, Naples et Florence]'', a cura di Henri Martineau, Paris, Le divan, 1927 vol III, p. 22, annotazione dell'8 marzo 1817</ref>
*{{sic|Poiché}} l'Italia offrisse tutti i suoi contrasti, il cielo ha voluto che avesse un luogo assolutamente ''senza passioni'': [[Firenze]].<ref>Da ''Roma, Napoli e Firenze'', citato in [[Pietro Citati]], ''L'armonia del mondo. {{small|Miti d'oggi}}'', Superpocket, su licenza RCS Libri, 1999, p. 113. ISBN 88-462-0122-1</ref>
*Portare la lettera alla signora Mojon, in contrada Balbi; è questo uno dei tre nomi<ref>Stendhal considera [[via Balbi]], [[Via Cairoli (Genova)|via Cairoli]] e [[Via Garibaldi (Genova)|via Garibaldi]] come un'unica via</ref> dell'unica grande via, che è anche la più bella d'Italia.<ref name=viaggio1828>Da ''Viaggio italiano 1828'', Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1961, p. 10</ref>
*Si prende un ragazzino, gli si dànno 4 soldi e vi guida al porto e alla [[Basilica di Santa Maria Assunta (Genova)|chiesa Carignano]]; è anche una delle più belle vedute d'Italia: il mare e la costa fino a Savona.<ref name=viaggio1828/>
*Sono convinto che il popolo inglese, sottoposto alle situazioni che dal 1530 avvelenano l'[[Italia]] in tutte le maniere e da ogni parte, sarebbe più disprezzabile.<ref>Citato in Giordano Bruno Guerri, ''Gli italiani sotto la chiesa''</ref>
 
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==''Dell'amore''==
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*Lasciate lavorare la testa di un amante per ventiquattr'ore, ed ecco cosa troverete. Alle miniere di sale di Salisburgo, si getta, nelle profondità abbandonate della miniera, un rametto d'albero spoglia a causa dell'inverno; due o tre mesi dopo lo si ritrae coperto di cristallizzazioni brillanti: i rami più piccoli, quelli che non sono più grossi della zampina di una cinciallegra, sono guarniti d'una infinità di diamanti, mobili e abbaglianti; è impossibile riconoscere il rametto primitivo. Quel che chiamo cristallizzazione, è l'operazione dello spirito che trae da tutto ciò che si presenta la scoperta di nuove perfezioni dell'oggetto amato. Un viaggiatore parla della freschezza dei boschi d'aranci a Genova, sulla riva del mare, nei giorni brucianti dell'estate; che piacere gustare questa freschezza con lei! Un vostro amico si rompe un braccio a caccia; com'è dolce ricevere le cure di una donna che si ama! Essere sempre con lei e vederla amarvi continuamente, farebbe quasi benedire il dolore; e partite dal braccio rotto dell'amico, per non dubitare dell'angelica bontà della nostra innamorata. In una parola, basta pensare a una perfezione per vederla in ciò che si ama.
*[[Bellezza]] è una promessa di felicità.<ref>Da ''L'amore''; citatoCitato in [[Enzo Biagi]], ''Quante storie'', Rizzoli, Milano, 1989, p. 22. ISBN 88-17-85322-4</ref>
*L'anima, a sua insaputa annoiata di vivere senz'amare, convinta malgrado se stessa, dall'esempio delle altre donne, dopo aver superato tutti i timori della vita, scontenta della triste soddisfazione dell'orgoglio, s'è fatta, senza accorgersene, un modello ideale. Essa incontra un giorno un essere che assomiglia a questo modello, la cristallizzazione riconosce il suo oggetto dal turbamento che ispira e consacra per sempre al padrone del suo destino ciò che essa sognava da tanto tempo.
* Ci sono due disgrazie al mondo: quella della passione contrastata e quella del vuoto assoluto. Con l'amore, sento che esiste a due passi da me una felicità immensa e al di là di tutti i miei desideri, che non dipende che da una parola, da un sorriso. Senza passione come Schiassetti, nei giorni tristi, non vedo la felicità da nessuna parte, arrivo a dubitare che essa esista per me, cado nello ''spleen''. Bisognerebbe essere senza passioni forti e avere solo un po' di curiosità o di vanità.
*È molto più contrario al pudore andare a letto con un uomo che si è visto solo due volte, dopo tre parole in latino dette in chiesa, che cedere suo malgrado a un uomo che si adora da due anni.<ref name=diz/>
*Il fluido nervoso negli uomini è consumato dal cervello e nelle donne dal cuore; è per questo ch'esse sono più sensibili. Un intenso lavoro obbligato, e nel mestiere che abbiamo fatto tutta la vita, ci consola, ma per loro niente può consolarle se non la [[distrazione]].
*In [[solitudine]] un uomo può acquisire qualsiasi cosa, ma non un carattere.
*Nelle donne tenere che non hanno avuto molti amanti, il pudore è un ostacolo alla disinvoltura dei modi, e ciò le espone a lasciarsi un po' guidare dalle loro amiche che non hanno da rimproverarsi la stessa mancanza, essere prestano attenzione ad ogni caso particolare, invece di rimetterci ciecamente all'abitudine. Il loro pudore delicato comunica alle loro azioni un che di impacciato; a forza di esser naturali esse danno l'impressione di mancare di naturalezza; ma questa goffaggine ha della grazia celeste.
:''On peut tout acquérir dans la solitude, hormis du caractère''.
* Ci sono due disgrazie al mondo: quella della passione contrastata e quella del vuoto assoluto. Con l'amore, sento che esiste a due passi da me una felicità immensa e al di là di tutti i miei desideri, che non dipende che da una parola, da un sorriso. Senza passione come Schiassetti, nei giorni tristi, non vedo la felicità da nessuna parte, arrivo a dubitare che essa esista per me, cado nello ''spleen''. Bisognerebbe essere senza passioni forti e avere solo un po' di curiosità o di vanità.
*L'[[amore]] è come la febbre: nasce e si spegne senza che la volontà vi abbia alcuna parte.
* Se c'è naturalezza perfetta, la felicità di due individui arriva a fondersi. A causa della simpatia e di parecchie altre leggi della nostra natura, questa è semplicemente la più grande felicità che possa esistere. È tutt'altro che facile determinare il senso di questa parola: naturalezza, condizione necessaria della felicità che si ottiene con l'amore.
:''L'amour est comme la fièvre, il nait et s'éteint sans que la volonté y ait la moindre part''.
* Un uomo sensibile, dal momento in cui il suo cuore è emozionato, non trova più in sé tracce d'abitudine per guidare le sue azioni; e come potrebbe seguire un cammino di cui non ha più la traccia? Egli sente il peso immenso che si attacca ad ogni parola che egli dice all'oggetto amato, gli sembra che una parola deciderà della sua sorte. Come potrà non cercare di dire bene? O almeno come non avere la sensazione di dir bene? Da quel momento non c'è più candore, questa qualità di un'anima che con fa alcun ritorno su di sé. Si è quel che si può, ma si sente quello che si è.
* Quel che è forse più saggio, è di farsi confidenti di se stessi. Scrivete stasera sotto falsi nomi, ma con tutti i particolari interessanti, il dialogo che avete appena avuto con la vostra amica, e la difficoltà che vi turba. Tra otto giorni se voi provate l'amore- passione, sarete un altro uomo, e allora, consultando il vostro scritto, voi potrete darvi un buon consiglio.
* Tra uomini, quando si è più di due e l'invidia è possibile, la correttezza obbliga a parlare soltanto di amore fisico; guardate la fine delle cene tra uomini.
*Più grande è la noia della vita abituale, più sono attivi i veleni chiamati gratitudine, ammirazione, curiosità. Occorre allora una rapida, pronta ed energetica [[distrazione]].
*L'amore è un fiore delizioso, ma bisogna avere il coraggio di andare a coglierlo sui bordi di un precipizio spaventoso. Oltre al ridicolo, l'amore vede sempre al suo fianco la disperazione d'esser lasciato dall'oggetto amato, e non resta più che un ''dead blank'' per tutto il resto della vita.
*L'anima, a sua insaputa annoiata di vivere senz'amare, convinta malgrado se stessa, dall'esempio delle altre donne, dopo aver superato tutti i timori della vita, scontenta della triste soddisfazione dell'orgoglio, s'è fatta, senza accorgersene, un modello ideale. Essa incontra un giorno un essere che assomiglia a questo modello, la cristallizzazione riconosce il suo oggetto dal turbamento che ispira e consacra per sempre al padrone del suo destino ciò che essa sognava da tanto tempo.
* Quello che mi fa credere i Werther più felici, è che Don Giovanni riduce l'amore a essere soltanto un affare ordinario, invece di avere come Werther delle realtà che si modellano sui suoi desideri, ha dei desideri soddisfatti imperfettamente dalla fredda realtà, come nell'ambizione, l'avarizia e le altre passioni. Invece di perdersi nei sogni incantatori della cristallizzazione, egli pensa come un generale al successo delle sue manovre, e in una parola uccide l'amore invece di goderne più di un altro come crede la gente comune.
*La più grande gioia che può dare l'amore è la prima stretta di mano della donna amata.<ref name=diz>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 14603-X</ref>
*Lasciate lavorare la testa di un amante per ventiquattr'ore, ed ecco cosa troverete. Alle miniere di sale di Salisburgo, si getta, nelle profondità abbandonate della miniera, un rametto d'albero spoglia a causa dell'inverno; due o tre mesi dopo lo si ritrae coperto di cristallizzazioni brillanti: i rami più piccoli, quelli che non sono più grossi della zampina di una cinciallegra, sono guarniti d'una infinità di diamanti, mobili e abbaglianti; è impossibile riconoscere il rametto primitivo. Quel che chiamo cristallizzazione, è l'operazione dello spirito che trae da tutto ciò che si presenta la scoperta di nuove perfezioni dell'oggetto amato. Un viaggiatore parla della freschezza dei boschi d'aranci a Genova, sulla riva del mare, nei giorni brucianti dell'estate; che piacere gustare questa freschezza con lei! Un vostro amico si rompe un braccio a caccia; com'è dolce ricevere le cure di una donna che si ama! Essere sempre con lei e vederla amarvi continuamente, farebbe quasi benedire il dolore; e partite dal braccio rotto dell'amico, per non dubitare dell'angelica bontà della nostra innamorata. In una parola, basta pensare a una perfezione per vederla in ciò che si ama.
*Nelle donne tenere che non hanno avuto molti amanti, il pudore è un ostacolo alla disinvoltura dei modi, e ciò le espone a lasciarsi un po' guidare dalle loro amiche che non hanno da rimproverarsi la stessa mancanza, essere prestano attenzione ad ogni caso particolare, invece di rimetterci ciecamente all'abitudine. Il loro pudore delicato comunica alle loro azioni un che di impacciato; a forza di esser naturali esse danno l'impressione di mancare di naturalezza; ma questa goffaggine ha della grazia celeste.
*Più grande è la noia della vita abituale, più sono attivi i veleni chiamati gratitudine, ammirazione, curiosità. Occorre allora una rapida, pronta ed energetica [[distrazione]].
* Quel che è forse più saggio, è di farsi confidenti di se stessi. Scrivete stasera sotto falsi nomi, ma con tutti i particolari interessanti, il dialogo che avete appena avuto con la vostra amica, e la difficoltà che vi turba. Tra otto giorni se voi provate l'amore- passione, sarete un altro uomo, e allora, consultando il vostro scritto, voi potrete darvi un buon consiglio.
* Quello che mi fa credere i Werther più felici, è che Don Giovanni riduce l'amore a essere soltanto un affare ordinario, invece di avere come Werther delle realtà che si modellano sui suoi desideri, ha dei desideri soddisfatti imperfettamente dalla fredda realtà, come nell'ambizione, l'avarizia e le altre passioni. Invece di perdersi nei sogni incantatori della cristallizzazione, egli pensa come un generale al successo delle sue manovre, e in una parola uccide l'amore invece di goderne più di un altro come crede la gente comune.
* Se c'è naturalezza perfetta, la felicità di due individui arriva a fondersi. A causa della simpatia e di parecchie altre leggi della nostra natura, questa è semplicemente la più grande felicità che possa esistere. È tutt'altro che facile determinare il senso di questa parola: naturalezza, condizione necessaria della felicità che si ottiene con l'amore.
* Tra uomini, quando si è più di due e l'invidia è possibile, la correttezza obbliga a parlare soltanto di amore fisico; guardate la fine delle cene tra uomini.
* Un uomo sensibile, dal momento in cui il suo cuore è emozionato, non trova più in sé tracce d'abitudine per guidare le sue azioni; e come potrebbe seguire un cammino di cui non ha più la traccia? Egli sente il peso immenso che si attacca ad ogni parola che egli dice all'oggetto amato, gli sembra che una parola deciderà della sua sorte. Come potrà non cercare di dire bene? O almeno come non avere la sensazione di dir bene? Da quel momento non c'è più candore, questa qualità di un'anima che con fa alcun ritorno su di sé. Si è quel che si può, ma si sente quello che si è.
 
{{NDR|Stendhal, ''Dell'amore'', traduzione di Maddalena Bertelà, Aldo Garzanti Editore, 1976}}
 
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*Ma ciò che non vedeva era l'espressione dei propri occhi: erano così belli e annunciavano un'anima così ardente che, come fanno gli attori ottimi, davano talvolta un sentimento a parole che non ne avevano. (cap. VII)
*Ogni vera passione non pensa che a se stessa. È questa, mi pare, la ragione per cui le passioni sono così ridicole a Parigi, ove il vicino pretende sempre che si pensi molto a lui. (cap. XXI)
*La politica (...) è una pietra al collo della letteratura che, in meno di sei mesi, la sommerge. La politica in mezzo agli interessi della fantasia è un colpo di pistola nel bel mezzo di un concerto. (XXII, II)
:''La politique'' [...] ''est une pierre attachée au cou de la littérature, et qui, en moins de six mois, la submerge. La politique au milieu des intérêts d'imagination, c'est un coup de pistolet au milieu d'un concert''.<ref>''Le Rouge et le Noir'', éd. Flammarion, coll. «GF», 1964, p. 419. ISBN 2-08-070011-1</ref>
*Durante il primo atto dell'[[Opera lirica|Opera]], Matilde pensò col più schietto ardore di [[passione]] all'[[uomo]] che amava; ma al secondo atto una massima amorosa cantata, bisogna dirlo, su di una melodia degna di [[Domenico Cimarosa|Cimarosa]], le andò in fondo al [[cuore]]. L'eroina dell'opera diceva: «Debbo punirmi di amarlo troppo!»<br>Appena ebbe sentito quel canto sublime, tutto il mondo sparve agli [[occhio|occhi]] di Matilde. Le parlavano, non rispondeva; la [[madre]] la rimproverava, Matilde riusciva appena a guardarla.<br>La sua estasi giunse a uno stato di esaltazione e di [[passione]] paragonabile ai più violenti dei moti che da qualche giorno agitavano Giuliano per lei. La [[melodia]] divinamente bella su cui era cantata la massima che rispondeva così singolarmente alla sua condizione, la perseguitava, in tutti i momenti in cui non pensava direttamente a Giuliano.<br>Grazie al suo senso musicale, per tutta quella [[sera]] fu com'era sempre Luisa Renal quando pensava a Giuliano. L'amore cerebrale ha certo più [[spirito]] che l'amore vero, ma ha solo alcuni momenti d'entusiasmo; conosce troppo sé medesimo, si giudica continuamente; lungi dal liberarci dal [[pensiero]], non è esso stesso costruito d'altro che di [[Pensiero|pensieri]]. (cap. XLIX; 1929)
*Un [[romanzo]] è uno specchio che passa per una [[via]] maestra e ora riflette al vostro occhio l'azzurro dei cieli ora il fango dei pantani. E l'uomo che porta lo specchio nella sua gerla sarà da voi accusato di essere immorale! Lo specchio mostra il fango e voi accusate lo specchio! Accusate piuttosto la [[Via|strada]] in cui è il pantano, e più ancora l'ispettore stradale che lascia ristagnar l'[[acqua]] e il formarsi di pozze.
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*La vita d'un uomo era un seguito di pericoli. Ora la [[civiltà]] ha cacciato il [[pericolo]], non c'è più imprevisto. Se dell'imprevisto appare nei pensieri, non si hanno abbastanza epigrammi contro di esso; se appare negli avvenimenti, nessuna vigliaccheria è più bassa della nostra [[paura]]. Qualunque [[follia]] la paura ci faccia commettere, è scusata. Secolo degenerato e noioso! (cap. XLIV; 1929)
*«Una mosca effimera nasce alle nove d'una mattina di piena [[estate]], per morire alle [[cinque di pomeriggio|cinque di sera]]; come potrebbe comprendere la [[parola]] ''[[notte]]''? Datele cinque ore di vita di più, vede e intende che cosa è la notte. Così io morirò a ventitré anni. Datemi cinque anni di vita per vivere con Luisa.» (cap. LXIII; 1929)
 
*Era in quello stato di stupore e di turbamento inquieto in cui piomba l'anima che ha appena ottenuto ciò che ha desiderato a lungo. Abituata a desiderare, non trova più niente da desiderare, mentre non ha ancora dei ricordi. (1990)
* Spesso egli rideva di cuore di quel che si diceva in quel gruppetto, ma si sentiva incapace d'inventare qualcosa di simile. Era come una lingua straniera, ch'egli capiva, ma non sapeva parlare. (1990)
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*Si potrebbe stabilire che gli allievi che hanno ottenuto il «Grand Prix» vadano in un posto qualsiasi, in Italia, dove vogliono, purché sia oltre il Ticino e la Trebbia. Ad eccezione di [[Torino]] e di [[Genova]], ogni soggiorno dovrebbe esser loro consentito. (p. 551)
*Verso la fine della serata è comparso Savarelli, un nostro amico che viene dal nord d'Italia. È innamorato di [[Milano]]; è la città del piacere, niente le può esser messo a confronto, per questo; [[Torino]] e [[Genova]] sembrano delle prigioni. (p. 562)
 
*A Parigi, nel momento in cui si decide di andare a [[Roma]], bisognerebbe stabilire di andare al museo un giorno sì e uno no: si abituerebbe l'anima a sentire la bellezza. {{C|pagina?}}
*Per Dio, il [[Colosseo]] è quanto di meglio ho visto a Roma. Questo edificio mi piace, sarà magnifico una volta terminato. {{NDR|Vedendo degli operai ristrutturarne una parte}} {{C|pagina?}}
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*Secondo me [[Roma]] è più bella in un giorno di temporale. Il bel sole tranquillo d'una giornata di primavera non le si confà. Il suolo sembra creato apposta per l'architettura. Certamente non c'è qui, come a Napoli, un mare delizioso, la voluttà manca; ma Roma è la città delle tombe, e la felicità a cui si può aspirare è quella cupa delle passioni e non la voluttà della stupenda riviera di Posillipo. {{C|pagina?}}
*Ci si annoia talvolta a Roma il secondo mese di soggiorno, ma giammai il sesto, e, se si resta sino al dodicesimo, si è afferrati dall'idea di stabilirvisi. {{C|pagina?}}
 
===''Roma, Napoli e Firenze''===
===[[Incipit]]===
''Berlino, 4 ottobre 1816''. Apro la lettera che mi accorda quattro mesi di licenza. Trasporti di gioia e batticuori. Vedrò finalmente la bella Italia!<ref>Il luogo e la data d'inizio di questo preteso «diario» sono di fantasia. Stendhal non fu a Berlino, per pochi giorni, che nel 1811 e nel 1813; e la licenza di cui parla gli fu accordata a Parigi nel 1805. Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref><br>
 
===Citazioni===
*{{NDR|Il [[Teatro di San Carlo]]}} 13 gennaio 1817. [..] Non c'è niente in Europa, non direi di simile, ma che possa anche lontanamente dare un'idea di ciò.<ref name=glittering>Da ''Roma, Napoli, Firenze'', Roma-Bari, 1974; citato in ''Il San Carlo e i Teatri della Campania'', ''(Monumenti e Miti della campania Felix, Il Mattino)'', 1997, Pierro, p. 87.</ref>
*I pedanti, che trovavano nella [[Roma]] moderna l'occasione di sfoggiare il loro latino, ci hanno persuaso che essa è bella: ecco il segreto della reputazione della Città Eterna... Regna per le strade di Roma un tanfo di cavoli marci. Attraverso le belle finestre dei palazzi del Corso si scorge la povertà degli interni. Roma in realtà è un agglomerato di sublimi rovine e di brutte chiese e case moderne; sarebbe stato meglio se non fosse sopravvissuta alla fine dell'età antica, se si fosse trasformata in un deserto popolato solo dai resti dei suoi monumenti, come avvenne ad altre grandi capitali; la conversione al cristianesimo ha segnato l'inizio della sua decadenza. Della patria di Cicerone, Cesare e Virgilio rimangono solo le spoglie esteriori; il suo spirito è morto per sempre e sono i preti e le superstizioni cristiane che l'hanno ucciso...<ref>Da ''Roma, Napoli e Firenze'', 1817</ref>
*Ingresso solenne: si discende per un'ora verso il mare seguendo una strada larga scavata nella roccia tenera, sulla quale è costruita la città. – Solidità delle mura – 'Albergo dei poveri', primo edificio. Fa un'impressione molto più forte di quella bomboniera tanto celebrata, che a Roma si chiama la Porta del Popolo. Eccoci al palazzo ''degli Studj'', si volta a destra, è la [[via Toledo]]. Ecco una delle grandi mete del mio viaggio, la strada più popolosa e allegra del mondo.<ref>Da ''Roma, Napoli e Firenze'', Mondadori, 1990.</ref>
*La vera [[patria]] è quella in cui incontriamo più persone che ci somigliano.<ref>Da ''Rome, Naples, Florence 1817''</ref>
*Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di [[Napoli]]; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo.<ref>Da ''[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k69362.zoom.f23.pagination.langFR# Rome, Naples et Florence]'', a cura di Henri Martineau, Paris, Le divan, 1927 vol III, p. 22, annotazione dell'8 marzo 1817</ref>
*Per l'orrore ch'egli sentiva dell'ideale sciocco, il [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]] non correggeva nessuno dei difetti dei modelli ch'egli fermava nella strada per farli posare. Ho veduto a Berlino alcuni suoi quadri che furono rifiutati dalle persone che li avevano ordinati perché troppo brutti. Il regno del brutto non era ancora arrivato.<ref>Da ''Rome'', 1806; citato in Francesca Marini, ''Caravaggio'', presentazione di [[Renato Guttuso]], pag. 185, Rizzoli/Skira, Milano, 2003, ISBN 8817008087</ref>
*{{sic|Poiché}} l'Italia offrisse tutti i suoi contrasti, il cielo ha voluto che avesse un luogo assolutamente ''senza passioni'': [[Firenze]].<ref>Da ''Roma, Napoli e Firenze'', citato in [[Pietro Citati]], ''L'armonia del mondo. {{small|Miti d'oggi}}'', Superpocket, su licenza RCS Libri, 1999, p. 113. ISBN 88-462-0122-1</ref>
*Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di stato. Lega il popolo al re più della migliore delle leggi. Tutta Napoli è ebbra di patriottismo. Un modo sicuro di farsi lapidare sarebbe quello di trovarvi un difetto. Appena si parla di Ferdinando: «Ha ricostruito il San Carlo», vi si dice: com'è facile farsi amare dal popolo! C'è una fibra adorante nel cuore umano. Io stesso, quando penso alla meschinità e alla pudica povertà delle repubbliche che ho visitato, mi ritrovo completamente monarchico.<ref name=glittering />
 
==''Viaggio in Italia''==
*Assaporo completamente il piacere della mia solitudine; la partenza da [[Genova]] mi ha tolto un peso enorme che mi schiacciava. Questa città sarà sempre per me ''di sbadigliante memoria''<ref>in italiano nel testo originale</ref>. Quale noia è la mia in un ambiente obbligato! Non sono fatto davvero per il matrimonio!<ref>Da ''Viaggio in Italia (1801-1818)'', traduzione di Luigi Diemoz, Rizzoli, 1942, p. 314</ref>
*Portare la lettera alla signora Mojon, in contrada Balbi; è questo uno dei tre nomi<ref>Stendhal considera [[via Balbi]], [[Via Cairoli (Genova)|via Cairoli]] e [[Via Garibaldi (Genova)|via Garibaldi]] come un'unica via</ref> dell'unica grande via, che è anche la più bella d'Italia.<ref name=viaggio1828>Da ''Viaggio italiano 1828'', Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1961, p. 10</ref>
*Si prende un ragazzino, gli si dànno 4 soldi e vi guida al porto e alla [[Basilica di Santa Maria Assunta (Genova)|chiesa Carignano]]; è anche una delle più belle vedute d'Italia: il mare e la costa fino a Savona.<ref name=viaggio1828/>
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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''Palermo, 20 luglio 1838''<br><br>
Non sono un [[natura]]lista, e conosco mediocremente il [[Grecia|greco]]; il mio principale [[fine]], venendo in [[Sicilia]], non è stato dunque di osservare i fenomeni dell'[[Etna]] o chiarire in qualche modo a me stesso e agli altri quanto gli antichi scrittori greci hanno detto sulla Sicilia. Ho cercato innanzi tutto il [[piacere]] degli occhi che in questo singolare [[paese]] è assai vivo. Dicono che la [[Sicilia]] somigli all'[[Africa]]; certo, somiglia all'[[Italia]] solo per l'intensità delle sue passioni. Per i siciliani si può dire davvero che non esiste parola impossibile quando l'[[amore]] e l'[[odio]] li accendono; e l'odio, in questa [[terra]] felice, non nasce mai da questioni di [[denaro]].
 
===''Roma, Napoli e Firenze''===
''Berlino, 4 ottobre 1816''. Apro la lettera che mi accorda quattro mesi di licenza. Trasporti di gioia e batticuori. Vedrò finalmente la bella Italia!<ref>Il luogo e la data d'inizio di questo preteso «diario» sono di fantasia. Stendhal non fu a Berlino, per pochi giorni, che nel 1811 e nel 1813; e la licenza di cui parla gli fu accordata a Parigi nel 1805.</ref><br>
{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
*{{NDR|Il [[Teatro di San Carlo]]}} 13 gennaio 1817. [..] Non c'è niente in Europa, non direi di simile, ma che possa anche lontanamente dare un'idea di ciò.<ref name=glittering>Da ''Roma, Napoli, Firenze'', Roma-Bari, 1974; citato in ''Il San Carlo e i Teatri della Campania'', ''(Monumenti e Miti della campania Felix, Il Mattino)'', 1997, Pierro, p. 87.</ref>
*Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di stato. Lega il popolo al re più della migliore delle leggi. Tutta Napoli è ebbra di patriottismo. Un modo sicuro di farsi lapidare sarebbe quello di trovarvi un difetto. Appena si parla di Ferdinando: «Ha ricostruito il San Carlo», vi si dice: com'è facile farsi amare dal popolo! C'è una fibra adorante nel cuore umano. Io stesso, quando penso alla meschinità e alla pudica povertà delle repubbliche che ho visitato, mi ritrovo completamente monarchico.<ref name=glittering />
 
===''San Francesco a Ripa''===