Michail Gorbačëv: differenze tra le versioni

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*Noi viviamo in un paese multinazionale, e questo è un fattore di forza anziché di debolezza e di disintegrazione. La Russia zarista veniva chiamata «una prigione di nazioni». La Rivoluzione e il socialismo hanno cancellato l'oppressione e la diseguaglianza nazionali e hanno assicurato il progresso economico, intellettuale e culturale per tutte le nazioni e nazionalità. Le nazioni un tempo arretrate hanno acquisito un'industria avanzata e una struttura sociale moderna. Sono salite al livello della cultura moderna anche se alcune, in precedenza, non avevano neppure un alfabeto. Ogni persona libera da pregiudizi riconoscerà il fatto che il nostro Partito ha svolto un lavoro immane e ha trasformato la situazione. I risultati hanno arricchito la società sovietica e la civiltà mondiale. (pp. 152-153)
*Ogni cultura nazionale è un tesoro che non deve andare perduto. Ma un sano interesse per ciò che vi è di prezioso in ogni cultura nazionale non deve degenerare in tentativi di isolarsi dai processi oggettivi d'interazione e di ''rapprochement''. (p. 154)
*Io ho passato molti anni nel [[Caucaso]] settentrionale, una regione popolata da molte nazionalità diverse. Non solo ogni città e ogni villaggio di montagna è abitato da persone di nazionalità differenti: lo è anche l'intera regione. La storia del Caucaso settentrionale comprende diverse pagine dolorose; ma negli anni del governo sovietico la situazione è mutata radicalmente. Non intendo affatto idealizzarla, tuttavia i rapporti tra le nazionalità presenti in questa regione multi-etnica sono caratterizzati da un atteggiamento rispettoso, cooperazione, ''rapprochement'' e coesione. So per esperienza che i montanari sono molto sensibili all'amicizia ma anche ad ogni manifestazione di arroganza nei loro confronti. (p. 155)
*Non si può negare il diritto alla madrelingua neppure alla più piccola etnia. Dopotutto, la cultura umana consiste nella sua diversità odierna, con le sue lingue, i suoi costumi, le sue manifestazioni e i suoi rituali diversi. È il nostro patrimonio comune. (p. 156)
*Gli ambienti di destra non cercano di nascondere il loro atteggiamento ostile verso la ''perestrojka'', perché essa dimostrerebbe l'infondatezza della loro opinione, secondo la quale il socialismo non ha nulla di attraente da presentare al mondo libero. Per costoro, l'abbandono del vecchio dogma dell'immobilismo sociale sovietico equivale a una catastrofe ideologica, perché dovrebbero rivedere l'intera dottrina dell'antisovietismo e le direttive politiche che ne derivano. Svanirebbe così la mitica minaccia sovietica, derivante secondo queste tesi dal fatto che l'Unione Sovietica, incapace di risolvere le proprie difficoltà interne, intraprenderebbe iniziative espansionistiche. (p. 165)
*Per quanto gli Stati Uniti siano ricchissimi, non possono permettersi di gettar via ogni anno in armamenti un terzo di trillione di dollari. Un aumento delle spese per le armi causa anche un aumento del deficit del bilancio. Oggi gli Stati Uniti prendono a prestito due terzi della somma che spendono per le armi. Il debito federale è, in effetti, il debito del Pentagono, e dovrà essere ripagato da molte generazioni di americani. Tutto questo deve finire prima o poi. Comunque, è una faccenda americana, non nostra. (p. 169)
*L'Unione Sovietica è un paese immenso, ricco di minerali e di manodopera e di grandi risorse scientifiche. Quasi tutti i lavoratori hanno un'istruzione secondaria completa. Perciò è meglio non affrettarsi a gettarci nell'«immondezzaio della storia»: è un'idea che fa sorridere il popolo sovietico. (p. 170)
*Poiché è entrata nell'era nucleare, in cui l'energia dell'atomo viene usata per scopi militari, l'umanità ha perduto la sua immortalità. In passato vi furono guerre, guerre terribili che costarono milioni e milioni di vite umane, trasformarono in rovine e ceneri città e villaggi e distrussero intere nazioni e intere culture. Ma la continuazione della specie umana non era minacciata. Oggi, al contrario, se scoppiasse una [[guerra nucleare]] ogni essere vivente verrebbe cancellato dalla faccia della Terra. (p. 181)
*È vero che gli sforzi dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] non sempre hanno avuto successo. Ma secondo il mio punto di vista questa organizzazione è la tribuna più appropriata per cercare un equilibrio negli interessi degli stati, che è indispendabile per la stabilità del mondo. (p. 184)
 
==''La casa comune europea''==