Michail Gorbačëv: differenze tra le versioni

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*Noi consideriamo la ''glasnost'' un sistema per raccogliere i diversi punti di vista e le diverse idee che rispecchiano gli interessi di tutti gli strati, di tutti i mestieri e le professioni della società sovietica. Non potremo progredire se non scopriremo in quale modo la nostra politica reagisce alle critiche, soprattutto alle critiche dal basso, se non combatteremo gli sviluppi negativi e non risponderemo alle informazioni provenienti dal basso. Non posso immaginare la democrazia senza tutto questo. (p. 97)
*La critica è una medicina amara; ma i mali che assillano la nostra società la rendono necessaria. Si può fare una smorfia, ma bisogna inghiottirla. E sbagliano quanti pensano che le critiche debbano essere avanzate soltanto a intervalli. Ma ha egualmente torto la gente portata a credere che la stagnazione sia stata vinta completamente e che sia venuto il momento di prendersela con calma. Un allentamento delle critiche danneggerebbe inevitabilmente la ''perestrojka''. (p. 100)
*Qualcuno ha obiettato che sarebbe difficile lavorare in un ambiente dove ogni individuo ha una sua filosofia, una propria autorità e ritiene di essere l'unico depositario della verità. Ho replicato che è molto peggio avere a che fare con un'intellighenzia passiva e con l'indifferenza e il cinismo. (p. 102)
*È vero che la stampa aveva pubblicato ancora proposte che esorbitavano dal nostro sistema. Per esempio, era stata espressa l'opinione che avremmo dovuto rinunciare all'economia pianificata e accettare la disoccupazione. Questo tuttavia non possiamo permetterlo, poiché intendiamo rafforzare il socialismo e non sostituirlo con un sistema diverso. Quanto ci viene proposto dall'Occidente, da un'economia diversa, è per noi inaccettabile. Siamo certi che se mettiamo effettivamente in moto il potenziale del socialismo, se aderiamo ai suoi principii basilari, se teniamo pienamente conto degli interessi umani e approfittano dei vantaggi di un'economia pianificata, il socialismo possa realizzare molto più del capitalismo. (p. 108)
*D'accordo, supponiamo che faremo errori. E con ciò? È molto meglio correggere gli errori che restare nell'inerzia. (p. 112)
 
==''La casa comune europea''==