Ivan Sergeevič Turgenev: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Ivan Turgenev==
*Chi non ha visto [[Venezia]] in aprile, non può immaginare tutta la bellezza inesprimibile di questa città d'incanto. La dolcezza della morbida primavera si addice a Venezia, come il sole abbacinante d'estate si addice alla splendida [[Genova]], e l'oro e la porpora dell'autunno a [[Roma]], grande e antica. La bellezza di Venezia commuove e fa nascere desideri, come la primavera; stanca e lusinga come la promessa di una vicina, misteriosa felicità. Tutto è luminoso e comprensibile, e tutto è avvolto nel fumo sonnolento di un silenzio incantanto. Tutto tace ed è tutto gradevole; tutto è femminile, dallo stesso nome: non per niente l'hanno chiamata «la Bella». Le sagome dei palazzi e delle chiese si alzano lievi e stupende, come il sogno di un giovane Iddio; c'è qualcosa di fiabesco, qualcosa di strano, che affascina, nel luccicare verdastro e nelle sfumature di seta dell'acqua tranquilla dei canali, nella silenziosa corsa delle gondole, nella mancanza di quell'irritante frastuono della città, di suoni e rumori. «Venezia muore, si è spopolata» dicono i suoi abitanti; le mancava forse quest'ultima grazia, la grazia di appassire in fiore, nel trionfo della bellezza. Chi non l'ha vista, non sa: nè Canaletto nè Guardi (per non parlare degli ultimi pittori), hanno potuto cogliere quel lieve clima d'argento, l'orizzonte vago e vicino, la divina armonia delle linee più delicate e dei colori più languidi. Chi ha già vissuto e sofferto non venga a Venezia. Gli verrebbe l'amarezza dei sogni giovanili non realizzati. Ma sarà dolce a chi ha ancora se si sente teso alla gioia; allora porterà la sua gioia sotto i cieli incantati, e per quanto sia luminosa, la indorerà con la loro luce smagliante.<ref>Da ''Alla vigilia'', in ''Tutti i romanzi'', traduzione di Ettore Lo Gatto, Mursia, Milano, 1959, pp. 372-373</ref>
*[...] sì! è lei, la nostra [[San Pietroburgo|Palmira del nord]]! Tutt'attorno è possibile vedere ogni cosa, tutto è nitido, atrocemente nitido e chiaro, tutto è immerso in un triste sonno, stranamente accatastato e in risalto in quell'aria torbida e diafana. Il rossore del crepuscolo serale, un rossore febbrile, non è ancora scomparso e da quel cielo bianco e senza stelle non scomparirà fino al mattino, le sue lingue rosee si adagiano sulla superficie della Neva morbida come seta e il fiume sussurra leggermente e leggermente dondola, affrettando alla foce le sue fredde e azzurre acque...<ref>Da ''Fantasmi'' in ''Racconti fantastici'', traduzione di Gian Luigi Giacone, Edizioni e/o, Roma, 1983. , [https://books.google.it/books?id=kPaECwAAQBAJ&lpg=PT31&dq=&pg=PT31#v=onepage&q&f=false p. 31]. ISBN 9788866321637</ref>
*Tutti i sentimenti possono condurre all'amore e alla passione. Tutti: l'odio, la compassione, l'indifferenza, la venerazione, l'amicizia, la paura e persino il disprezzo. Sì, tutti i sentimenti... tranne uno: la [[gratitudine]].<br>La gratitudine è un debito: ogni uomo paga i suoi debiti... ma l'amore non è denaro.<ref>Da ''La via per l'amore''. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 14603-X</ref>
 
==''Padri e figli''==