San Pietroburgo: differenze tra le versioni

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*Le "notti bianche di Pietroburgo" così care ai nostri cuori di nordici!... La strana luce, una luce simile a nessun'altra, che dura l'intera notte: fredda, senz'ombre. Una luce che nell'indescrivibile silenzio notturno tutto pervade e incanta, in un mondo di bellezza fatata. I profili dei bellissimi edifici di Pietroburgo, come i palazzi della Nevà e la Fortezza dei Santi Pietro e Paolo, parevano la scenografia di un racconto di fate. Quelle notti bianche così diverse da essere l'antitesi delle notti del sud, profonde, vellutate, dalle stelle scintillanti, notti così oscure e calde! Notti bianche e notti oscure, ugualmente care al mio ricordo... ([[Varvàra Dolgorouki]])
*Se San Pietroburgo non fosse esistita, avrei inventato io questa città che sonnecchia sul fiume, come uno stato d’animo che mi corrisponde per sempre. ([[Jan Brokken]])
*Sì! è lei, la nostra Palmira del nord! Tutt'attorno è possibile vedere ogni cosa, tutto è nitido, atrocemente nitido e chiaro, tutto è immerso in un triste sonno, stranamente accatastato e in risalto in quell'aria torbida e diafana. Il rossore del crepuscolo serale, un rossore febbrile, non è ancora scomparso e da quel cielo bianco e senza stelle non scomparirà fino al mattino, le sue lingue rosee si adagiano sulla superficie della Neva morbida come seta e il fiume sussurra leggermente e leggermente dondola, affrettando alla foce le sue fredde e azzurre acque... ([[Ivan Sergeevič Turgenev]])
*Sopra tutte le cose splende una luce solare cristallina, sovrannaturale e radiosa, come nelle tele inglesi di [[William Turner|Turner]], scendendo da un cielo così immenso che nessuna galassia può contenerlo. Ascendiamo nello spazio, volteggiamo nello spazio. Non c'è più meta. ([[Pietro Citati]])
*''T'amo, o città di Pietro, o creatura | armoniosa, amo le tue severe | forme, del fiume il corso maestoso; | amo il granito delle tue riviere, | dei tuoi cancelli bronzei la fattura | elegante, e il crepuscolo pensoso | delle tue notti illuni trasparenti.'' ([[Aleksandr Sergeevič Puškin]])