Andrea Emo: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Andrea Emo==
*Il «mistero», la sacra rappresentazione della vita è la metamorfosi del futuro in passato, della speranza in rimorso, o in rimpianto; è la continua e progressiva morte del Dio (del futuro) – fino a che egli muore definitivamente, e noi con lui.<ref>Da ''Il dio negativo. {{small|Scritti teoretici 1925-1981}}'', a cura di [[Massimo Donà]] e [[Romano Gasparotti]], prefazione di [[Massimo Cacciari]], ricordo dell'autore di Ernesto Rubin de Cervin, Marsilio, Venezia, 1989, p. 226. ISBN 88-317-5155-7</ref>
*Il [[pensiero]] è maschile, il [[sentimento]] è femminile.<ref>Citato in Marcello Veneziani, ''Imperdonabili'', Venezia, 2017, p. 477, ISBN 978-88-317-2858-4</ref>
*Il [[timidezza|timido]] è un animo gentile che dà tanta importanza agli altri, non si ritiene degno di esistere e si vergogna di sé stesso.<ref>Citato in [[Marcello Veneziani]], ''Imperdonabili'', Venezia, 2017, p. 479, ISBN 978-88-317-2858-4</ref>
*Il vuoto, il nulla dell'arte moderna è Orfeo che si volge a guardare Euridice.<ref>Da ''Le voci delle Muse. {{small|Scritti sulla religione e sull'arte 1818-1891, a cura di Massimo Donà e Romano Gasparotti}}'', Marsilio, Venezia, 1992, p. 177; citato in ''Supremazia e maledizione'', nota 13, p. 198.</ref>
*In un certo momento della nostra età noi non sappiamo o vogliamo leggere altro libro che il nostro, altro libro che quello della nostra memoria, della nostra esperienza, della nostra vita, del nostro destino. In esso ritroviamo la nostra similitudine e il nostro linguaggio, intraducibile nel linguaggio di un'altra vita, e che noi crediamo di sapere interpretare, perché talvolta dal profondo della memoria sale il canto della Sirena. Ma è forse proprio il nostro linguaggio quello che per noi è il più incomprensibile, quello che ci sforziamo continuamente di capire e che ha il fascino di ciò che è insieme intimo e incomprensibile.<ref>Da ''In principio era il Verbo, poi venne la conversazione'' (inediti dai Quaderni 1964-1981), a cura di Romano Gasparotti, in ''Itinerari filosofici'', 6/7, 1993, pp. 149-159. Citato in ''Supremazia e maledizione'', nota 34, p. 209.</ref>
*L'[[astrazione]] è ciò che vi è di meno antropomorfo, è la negazione dell'antropomorfismo, se riferita e confrontata alla vita, all'io, alla personalità, ecc., ed è però ciò che vi è di più antropomorfo, l'onore supremo dell'uomo; l'idea universale e analitica che costituisce la nostra mente, la nostra ragione. Anche l'astrazione è una contraddizione di cui viviamo e moriamo.<ref>Da ''Il dio negativo'', p. 107. ISBN 88-317-5155-7</ref>
 
==''Aforismi per vivere''==
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*Se chiedessero quale è la più bella parola, risponderei che è l'[[Amen]]. Amen è il suggello del silenzio. (p. 111)
*La [[Conoscere sé stessi|coscienza di sé]] è lo specchio, lo specchio magico in cui ci vediamo, in cui diveniamo immagine; la suprema gloria, lo specchio, la coscienza, è la fine dell'Eden. (p. 118)
 
==Il dio negativo==
*Le soluzioni fallaci e di cui bisogna dubitare sono quelle che distruggono il problema, che lo rendono inutile; quelle vere sono quelle che lo trasformano continuamente lasciandolo vivere. Per cui sono soluzioni fallaci quelle che servono a risolvere tutti i problemi possibili, le soluzioni generiche; che sono appunto quelle che distruggono la particolarità, l'individualità del problema (p. 88)
*L'[[astrazione]] è ciò che vi è di meno antropomorfo, è la negazione dell'antropomorfismo, se riferita e confrontata alla vita, all'io, alla personalità, ecc., ed è però ciò che vi è di più antropomorfo, l'onore supremo dell'uomo; l'idea universale e analitica che costituisce la nostra mente, la nostra ragione. Anche l'astrazione è una contraddizione di cui viviamo e moriamo.<ref>Da ''Il dio negativo'', (p. 107. ISBN 88-317-5155-7</ref>)
*Lo sforzo delle razionalità moderne (o sociali) consiste nell'abolire i paradisi perduti, la cui presenza indistruttibile nell'anima della memoria rende risibili e assurdi i paradisi reali, razionali e artificiali. – I paradisi perduti, l'idea di paradiso, è la causa dei nostri inferni, che forse sarebbero tollerabili senza il ricordo. –<br>Tempo e razionalità sono opposti. – Il tempo è l'irrazionale perdetto. – Il tempo, la memoria sono irriducibili alla razionalità. –<br>L'inferno è un paradiso perduto: il tempo è un creatore di inferni appunto perché la memoria è il paradiso e il paradiso un inferno perduto. – Se i morti potessero "essere" sarebbero tutti in paradiso. – (p. 190-191)
*Il «mistero», la sacra rappresentazione della vita è la metamorfosi del futuro in passato, della speranza in rimorso, o in rimpianto; è la continua e progressiva morte del Dio (del futuro) – fino a che egli muore definitivamente, e noi con lui.<ref>Da ''Il dio negativo. {{small|Scritti teoretici 1925-1981}}'', a cura di [[Massimo Donà]] e [[Romano Gasparotti]], prefazione di [[Massimo Cacciari]], ricordo dell'autore di Ernesto Rubin de Cervin, Marsilio, Venezia, 1989, (p. 226. ISBN 88-317-5155-7</ref>)
 
==''Quaderni di metafisica''==
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==Bibliografia==
*Andrea Emo, ''Aforismi per vivere. {{small|Tutte le parole non dette si ricordano di noi}}'', a cura di Raffaella Toffolo, postfazione di Massimo Donà, Mimesis, Milano, 2017. ISBN 978-88-8483-586-4
*Andrea Emo, ''Il dio negativo. {{small|Scritti teoretici 1925-1981}}'', a cura di [[Massimo Donà]] e [[Romano Gasparotti]], prefazione di [[Massimo Cacciari]], ricordo dell'autore di Ernesto Rubin de Cervin, Marsilio, Venezia, 1989. ISBN 88-317-5155-7</ref>
*Andrea Emo, ''Quaderni di metafisica. 1927-1981'', a cura di Massimo Donà e Romano Gasparotti, Bompiani, 2006.
*Andrea Emo, ''Supremazia e maledizione. {{small|Diario filosofico 1973}}'', a cura di Massimo Donà e Romano Gasparotti, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1998. ISBN 99-7078-513-0