Giuseppe Rovani: differenze tra le versioni

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*Nel tempo che Tartini faceva correr l'arco sulle corde e regolava i bischeri, l'[[Francesco Algarotti|Algarotti]] ebbe campo di sfoggiare la sua dottrina archeologica sulla genesi del [[violino]], confutando [[Aristofane]] e Ateneo che fecero il violino coevo ad [[Orfeo]], e confutando quelli che lo vollero inventato dagli Indiani e donato all'Italia dalle crociate; e piantandosi nell'opinione che vuole il violino figliuolo d'Occidente, e probabilmente dal principato di Galles, e trascorrendo sui vari trattamenti della sua forma, dalla viola primitiva alla viola da braccio, a quella da gamba; i quali a lungo andare generarono poi in Francia il piccolo violino. (da ''Vol. I, Libro quarto'', p. 356)
*Ebbene... questa è la prima volta ch'io mi sento innamorato, innamorato alla follia, innamorato al punto da compromettere tutta la mia esistenza, e tutta la mia ricchezza accumulata con tanti pericoli e con tanta fatica, per il desiderio che mi tormenta di poter avere in moglie questo angelo del paradiso, che è venuto quaggiù per fare il miracolo di convertire al bene i demoni dell'inferno. Io non vanto nessuna nobiltà, ma, siamo sinceri, il mio blasone potrebbe sempre essere la coda del diavolo in campo rosso. Eppure, da qualche tempo, io mi sento tutt'altr'uomo... e se questa fanciulla potesse mai diventar mia moglie... certo che il mio avvenire sarebbe la più luminosa ammenda del mio passato. (da ''Vol. I, Libro settimo'', p. 518)
*– Mi spiego subito... e mi spiego pigliando per punto di appoggio precisamente la piazzetta San Marco. Perché tutti i forestieri di ogni paese, d'ogni generazione, d'ogni levatura, sono costretti a confessare che in quell'aggregato di edifizi è il trionfo dell'architettura, e che forse in nessuna parte del mondo può trovarsi una scena più maravigliosa di quella che si presenta a chi approda sulla scalea del molo della piazzetta di san Marco? perché appunto trova l'unità nella varietà. A destra il palazzo Ducale del Calendario; vicino ad esso le prigioni di Da Ponte, dirimpetto l'edificio della libreria del Sansovino; vicino a questo il palazzo degli uffici. E se dal primo, dirò così, sipario, si spinge l'occhio oltre le colonne di Todero e del Leone, ecco la Basilica di San Marco a dritta delle sue cupole bisantine, ecco la torre dell'orologio di fronte a un brano delle Procuratie nuove de' Lombardi. Nientemeno che sette edifizi, sette stili, sette varie altezze, e una schiera d'architetti di tempi diversi e di diverse scuole che vi portano il vario contributo della loro ricca fantasia. (da ''Vol. I, Libro nono, p. 682)
 
==''Le tre arti''==