Giuseppe Marcenaro: differenze tra le versioni

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'''Giuseppe Marcenaro''' (1952 – vivente), scrittore e saggista italiano.
 
*Da sempre ho creduto che agli [[Attore|attori]] fossero riservate sepolture anonime, fuori dai confini di terre consacrate alla beatitudine eterna. Deve trattarsi di una leggenda ingiuriosa. La ragione di negare una tomba sacra ai commedianti doveva fondarsi sul fatto che, recitando, essi vivono molte vite. Sfidando gli elisir del diavolo, l'attore perdeva progressivamente la propria personalità. Tipi del genere, alla resa dei conti, per quel che erano veramente non avrebbero potuto più essere riconosciuti neppure dall'angelo della morte. Vendevano alle feste sceniche esistenza e nome perdendo l'identità.<ref>Da ''[https://archive.org/details/tntvillage_575009 Cimiteri: storie di rimpianti e di follie]'', Bruno Mondadori, 2008, ''Così muore la carne'', p. 12.</ref>
 
*La [[salita di San Francesco]] di Castelletto [...] in medio strampiombo, ricorda una coltellata in mezzo alle murate dei giardini e alle case [...] Salita San Francesco di Castelletto è rimasta immutata da allora. Pur situata al centro della città, la sua atmosfera è discosta, vive di un silezio attonito, irreale. Chi la sale, prendendo da piazza della Meridiana, subisce, in principio, una sorta di cupo estraniamento, tanto è singolare l'ombra che sussiste tra le murate che la costeggiano, lastricata di mattoni in costa, tipica pavimentazione delle straduccole che si inerpicano verso la collina. La salita, senza esserlo, giacché è più larga, ha sentore di una ''creusa'', conservando di queste il fascino: il soffuso eco dei passi. Quando, tuttavia, poco dopo, si arriva all'ingresso della casa ove trascorse alcune estati il giovane Valéry, si gode di un fremito, di un tuffo al cuore, poiché dall'ombra di ramaglia spessa, si passa improvvisamente all'esplorazione della luce: qui salita San Francesco di Castelletto si allarga, si amplia, divaricandosi su una veduta che rammemora ariosità da sagrato, una scenografia opportunamente studiata per stupire. Poi sale ancora, prima di imbucarsi in un viottolino cupo che conduce alla spianata di Castelletto.<ref>Da ''La nuit de Gênes di Paul Valéry'', Sagep, Genova, 1994, pp. 11, 43-45. ISBN 88-7058-525-511 43-45</ref>