Piero Camporesi: differenze tra le versioni

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*In passato non era troppo rara la figura del [[commercio|rivendugliolo]] (non infrequentemente gobbo) di chincaglieria, di pizzi, di cotone, di pettinine, di nastri, di aghi che s'inerpicava a forza di mulo nei più sperduti paesi dell'Alto Appennino, con le sue cassette a scompartimenti bilanciate sui fianchi della bestia. Portava anche notizie, novità, sussurri, biglietti, dispacci d'affare o d'amore; ripartiva con molti messaggi da condurre a destinazione, qualche soldo in più e un po' di «marocca» in meno. (da ''Mestieri nomadi e arti per via'', p. 291)
*Il vecchio costume medievale del basso clero che era stato parte attiva in certi riti extraliturgici come quello dell'''episcopellus'', del ''festum stultorum'', del ''risus paschalis'' (quando il sacro era sentito tanto familiare a tutti da potersi prendere straordinarie libertà senza per questo cadere nella riprovazione o addirittura nella punizione, e il carnevale veniva celebrato anche dentro i conventi da frati che si mascheravano, ballavano, cantavano, allestivano commedie e nei monasteri da monache che si travestivano da uomini), costituiva una delle resistenze più tenaci al riammodernamento del costume sociale e all'accettazione della nuova dimensione religiosa che portava il prete alla solitudine. (da ''Vita di borgo nella Romagna premoderna'', p. 348)
*[[Berengario da Carpi]] fu il più autorevole teorico-pratico nel delicato settore della neurochirurgia. La sua ''De fractura calvae sive cranei'' (1518) segnò un punto sicuro nel campo di questi perigliosi interventi, praticati dalla manualità chirurgica fin dal III o II millennio a. C. (da ''Vita di borgo nella Romagna premoderna'', p. 354)
 
==''Le belle contrade <small>Nascita del paesaggio</small>''==