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:Giacché sei tu chi sa di te: quanto ti meriti ed a quanto ti smerci. Giacché individui diversi si smerciano a prezzi diversi. (Scalenghe)
::''σὺ γὰρ εἶ ὁ σεαυτὸν εἰδώς, πόσου ἄξιος εἶ σεαυτῷ καὶ πόσου σεαυτὸν πιπράσκεις· ἄλλοι γὰρ ἄλλων πιπράσκουσιν.''
*[...] poiché al momento della generazione sono mescolati insieme questi due elementi — il corpo, comune con le bestie, la ragione e il pensiero, comune con gli dèi, — altri inclinano verso quella parentela sfortunata e mortale, pochi soltanto verso quella divina e felice. E poiché ognuno necessariamente usa ciascuna cosa secondo l'opinione che ne ha, quei pochi, i quali si credono nati per la lealtà, per il rispetto di sé, per usare con sicurezza le rappresentazioni, non nutrono di sé alcun pensiero basso o ignobile, i molti, invece, il contrario. (III, 3-4; 1960, p. 12)
*Io, invece, voglio essere {{sic|laticlavo}}, quella fascia piccola e lucente che fa apparire il resto {{NDR|nella trama della tunica}} elegante e bello. Perché allora mi dici: «Fatti simile alla [[folla]]?» E come rimarrò laticlavo? (II, 17-18; 1960, p. 10)
*Da ogni cosa che accade nel mondo è facile lodare la [[Provvidenza]], purché si abbiano queste due qualità, la capacità di vedere nel loro insieme i singoli avvenimenti e il sentimento della riconoscenza. (VI, 1-2; 1960, pp. 17-18)
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*Uomo, tu hai una proairesi per natura non soggetta ad impedimenti e non soggetta a costrizioni. Qui, nelle viscere, questo sta scritto. (XVII)
*E per qual motivo allora ci irritiamo? Perché apprezziamo gli oggetti che ci vengono tolti. Non apprezzare le tue vesti e non t'irriterai contro il ladro: non apprezzare la bellezza della tua donna e non t'irriterai contro l'adultero. (XVIII, 11; 1960, pp. 49-50)
*[...] l'altro giorno, tenevo una lucerna di ferro davanti ai lari: sentii un rumore sotto la finestra, mi precipitai. Trovai che la lucerna era stata portata via. Riflettei che il ladro era stato spinto da un sentimento ben comprensibile. E dunque? Domani, dissi, la troverai di terracotta. Perché si perde quel che si ha. (XVIII, 15; 1960, p. 50)
*[...] tale è la natura dell'essere animato: [[egoismo|fa tutto per sé]]. E, infatti, anche il Sole fa tutto per sé e, del resto, anche Zeus. Ma quando vuole essere Pluvio o Frugifero o padre degli uomini e degli dèi, tu vedi che non può ottenere questo intento né questi titoli, senza essere utile alla comunità. In generale, egli ha disposto la natura dell'essere ragionevole in modo che non possa raggiungere alcun bene particolare se non porta qualche contributo all'utilità comune. Così non è più antisociale fare ogni cosa per sé. (XIX, 11-14; 1960, pp. 52-53)
*E chi sono costoro dai quali vuoi essere [[ammirazione|ammirato]]? Non quelli che abitualmente definisci pazzi? E allora? Dai pazzi vuoi essere ammirato? (IXXI, 214; 1960, p. 56)
*Sono le [[difficoltà]] che mostrano gli uomini. (XXIV, 1; 2009, p. 247)
:Sono le circostanze che rivelano gli uomini. (1960, p. 60)
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*[...] questa è la natura della [[mente]], di inclinare al vero, di non accettare il falso e di sospendere il giudizio di fronte all'incerto. (XXVIII, 2; 1960, p. 71)
*Il [[bene]] nella sua essenza consiste in una certa disposizione della persona morale, il [[male]] in una certa disposizione della persona morale. (XXIX, 1; 1960, pp. 74-75)
*[...] anch'io ho perduto la lucerna, perché, nel vegliare, il ladro fu più bravo di me. Ma egli ha acquistato la lucerna a un prezzo davvero alto: per una lucerna è diventato ladro, per una lucerna sleale, per una lucerna bestiale. E tutto ciò gli è parso un guadagno. (XXIX, 21; 1960, p. 76)
 
===Libro II===