Piero Camporesi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni: inserimento citazione
Riga 60:
===Citazioni===
*Medici autorevoli come il [[Girolamo Cardano|Cardano]] vociferavano che nel Nuovo Mondo era stata ritrovata «una [[Fonte della giovinezza|fontana d'acqua]] assai più preziosa del vino, di cui qualunque ne beve di vecchio giovane diviene». Testimoni rispettabili, informatori sulla parola dei quali non è lecito dubitare, spergiuravano che qua e là vecchi quasi centenari avevano visto i loro capelli tornare neri, le rughe svanire, i denti rinascere e vecchie grinzose e decrepite s'erano improvvisamente rassodate nelle mammelle lunghe e pendule rifiorendo in tutto il corpo. (da ''La «miserabile malattia»'', p. 27)
*Inutilmente i pezzenti dei campi recitavano proverbi falsamente consolatori, litanie uscite dalla rassegnata, sconsolata coabitazione con la fame millenaria [...]: quasi tre secoli dopo gli agricoltori friulani descritti da Caterina Percoto, la «baronessa contadina», nell'''Anno della fame'', in primavera falciavano per sopravvivere il grano ancora verde. (da ''Il pane fuggente'', p. 34)
*Insieme alla ''medicina pauperum'' si teorizza anche una cucina per i poveri, l'una e l'altra utile per reperire – consiglia autorevolmente il grazianesco [[Ovidio Montalbani]], versatile e polimorfo intellettuale che coprì a Bologna anche la carica di «Tribuno della Plebe» – «materie più facili e di minor costo altrettanto buone e valevoli, quanto le più preziose». (da ''Medicina pauperum'', p. 135)
*La gerarchia dei [[pane|pani]] e delle loro qualità sanzionava di fatto un confine sociale; il [[pane]] rappresentava uno ''status symbol'' che qualificava una condizione umana e una classe, a seconda del suo particolare colore che svariava in tutta la gamma dal nero al bianco, prima dell'introduzione del mais nella panificazione che modificò, anche coloristicamente, quella tirannia dei cereali che per millenni si era protratta fra le popolazioni dell'Occidente e di tutte le terre in cui le granaglie costituivano l'alimento primario. (da ''Vertigini collettive'', p. 149)