Piero Camporesi: differenze tra le versioni

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*Insieme alla ''medicina pauperum'' si teorizza anche una cucina per i poveri, l'una e l'altra utile per reperire – consiglia autorevolmente il grazianesco [[Ovidio Montalbani]], versatile e polimorfo intellettuale che coprì a Bologna anche la carica di «Tribuno della Plebe» – «materie più facili e di minor costo altrettanto buone e valevoli, quanto le più preziose». (da ''Medicina pauperum'', p. 135)
*La gerarchia dei [[pane|pani]] e delle loro qualità sanzionava di fatto un confine sociale; il [[pane]] rappresentava uno ''status symbol'' che qualificava una condizione umana e una classe, a seconda del suo particolare colore che svariava in tutta la gamma dal nero al bianco, prima dell'introduzione del mais nella panificazione che modificò, anche coloristicamente, quella tirannia dei cereali che per millenni si era protratta fra le popolazioni dell'Occidente e di tutte le terre in cui le granaglie costituivano l'alimento primario. (da ''Vertigini collettive'', p. 149)
*L'ossessione seicentesca delle unzioni va di pari passo con le tecniche oniropoietiche, con le sperimentazioni e i tentativi di pilotare le immagini dell'irreale verso forme piacevoli e seducenti, lontano dagli spaventi delle ore notturne. Molto meno darei fede - scrive [[Paolo Zacchia]], uno specialista secentesco di sindromi melanconiche, archiatra pontificio e pioniere della medicina legale – a coloro che con fare alcune unzioni o porre sotto i guanciali alcuna cosa, si persuadono di far vedere que' sogni che vogliono, come racconta un curioso autore [[Girolamo Cardano|[Cardano]]] del sangue d'un uccello chiamato upupa, del quale se si untano le tempie nell'andare a dormire, pensa che faccia vedere in sogno cose meravigliose. (da ''Sogni iperbolici'', p. 166)
*Gli angeli-vermi cagliati dal formaggio primordiale ai quali era solito accennare Menochio durante i lunghi interrogatori inquisitoriali, riproponevano, alla luce di una religione animistica e materialistica, l'immagine della grande putrefazione verminosa. Angeli, demoni o folletti che fossero, questi esseri scaturiti per generazione spontanea dalla liquida materia, erano stati nobili antenati di una progenie degenerata, convertitasi alla religione del male, burattinai occulti e maligni di energumeni e ossessi, oltre che torturatori di bambini, secondo la migliore tradizione stregonesca. (da ''La "volubile e verminosa colonna"'', p. 196)
*Il flagello dei [[verme|vermi]] era perciò paventato da tutti, incarnazione di forze viscide e malefiche, presagio e segno di carestie, pestilenze, febbri maligne, continue e discontinue. Gli uomini degli antichi stati vivevano nella paura degli insetti: le mosche, le pulci, le cimici, i pidocchi, i «vermi che mangiano il frumento in erba», i vermi che davano il «guasto alle campagne intere», le locuste. (da ''La "volubile e verminosa colonna"'', p. 201)