Tito Boeri: differenze tra le versioni

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*Ci sono delle persone che oggi hanno dei trattamenti pensionistici, o hanno dei vitalizi, come nel caso dei politici, che sono del tutto ingiustificati alla luce dei contributi che hanno versato in passato. Abbiamo concesso per tanti anni questo trattamento privilegiato a queste persone. Per chi ha degli importi molto elevati di prestazioni, non è il caso di chiedere loro un contributo che potrebbe in qualche modo rendere, alleggerire i conti previdenziali? Ci permetterebbe di fare qualche operazione di redistribuzione, per esempio andare ad aiutare quelle persone che sono in quella fascia di età prima della pensione che sono in condizione di povertà, oppure potremmo concedere maggiore flessibilità in uscita verso il sistema pensionistico. Ecco sono tutte operazioni che si possono fare in questo ambito. Legare contributi e prestazioni, questo è il vero problema di fondo.<ref name = "equità"/>
*L'[[Istituto nazionale della previdenza sociale|INPS]] eroga delle prestazioni per conto dello Stato. Quindi fin quando lo Stato italiano non dovesse fallire, poniamo pure che l'INPS fallisse, e non fallirà vi assicuro, però ci sarà sempre lo Stato italiano. Se c'è qualcosa di cui le persone si devono preoccupare non sono i conti dell'INPS ma sono i conti dello Stato italiano, il debito pubblico.<ref name = "equità"/>
*{{NDR|Sullo [[ius soli]] e sullo [[ius culturae]]}} Ha senso farli sentire apolidi a casa nostra? Ha senso presentarli ai nostri figli come degli estranei? Ha senso insegnare loro nella nostra scuola le nostre leggi, le nostre norme sociali, la nostra storia, impartire loro la nostra cultura per poi escluderli da tutto questo? Non corriamo il rischio di sviluppare in loro e nei nostri figli un sentimento di impotenza appresa, di ingiustizia, di discriminazione, premessa di rancore, odio, diffidenza?<ref>''Da Aver paura dei nuovi cittadini, la Repubblica'', 2 novembre 2019, p. 35.</ref>
 
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