Piero Camporesi: differenze tra le versioni

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*Monopolio di Stato, la [[teriaca]] veneziana aveva praticamente cancellato quella orientale, invadendo tutte le piazze mediterranee, del centro e del nord Europa, approdando perfino nel Nuovo Mondo. Manifesti stampati in varie lingue (francese, spagnolo, inglese, tedesco, greco, arabo, turco, armeno) portanti le insegne delle farmacie con le molteplici virtù del quasi bimillenario ''divinum inventum'', la composizione e le istruzioni per l'uso, ne appoggiavano la diffusione e la commercializzazione. Per quasi tutto il XVI secolo lo smercio di questo antichissimo farmaco universale ritrovato da Crateva, medico di Mitridate, poi modificato da Andromaco, medico di [[Nerone]], e perfezionato da [[Galeno]], fu intenso, anzi massiccio. Ma anche nel Seicento, seppur con minor slancio, continuò la sua marcia trionfale ovunque. (da ''Da Venezia all'Europa'', p. 226)
*All'Archivio di Stato di [[Venezia]] si legge in una lettera dell'ambasciatore di Francia (2 maggio 1621) che «la [[teriaca|Theriaca]] di questa Città solita fabbricarsi per il passato è stata sempre tanto in Pariggi, che in tutte le provincie della Francia, dico stata tenuta sempre in grandissima reputazione, e d'ogni sorte di persone ricercata, e posta in uso, come antidoto preziosissimo per la salute umana». Nello stesso anno e nello stesso mese, il 28, l'ambasciatore d'Inghilterra accreditato a San Marco certificava che la «Theriaca composta annualmente dagli approbati Speciali di Venezia... è sommamente pregiata ed adoperata volgarmente, con evidentissimo benefizio nelle nostre bande». (da ''Da Venezia all'Europa'', p. 226)
*Eppure era proprio fra le calli e i canali del labirinto veneziano che si acquattavano i suoi più velenosi nemici. Fioravanti sentiva che qualcosa si stava preparando contro di lui, lo fiutava nell'aria densa di salsedine e di aromi che impregnava campielli e sestieri. Sapeva che molti medici diffidavano di lui, che molti speziali lo odiavano a morte pronti a qualunque calunnia pur di eliminare un medico che disprezzava la [[teriaca]], la panacea universale che impinguava i forzieri delle loro botteghe rinomate in tutto il mondo. (da ''Da Venezia all'Europa'', p. 233)
*A Venezia, «centro d'Italia», aveva infatti intrecciato una serie di relazioni con noti personaggi del ''milieu'' culturale lagunare: da [[Ludovico Dolce]] versatile compositore di tragedie, commedie, rime, al poliedrico e irrequieto [[Girolamo Ruscelli]], «lume e splendore di molte scienze e gran professore delle lettere ebraiche, greche, latine e toscane», che fu, fra mille altre cose, «segretista» di successo nonché esperto di fuochi artificiali e d'artiglieria nei ''Precetti della militia moderna, tanto per mare quanto per terra''; al suo fraterno compare Dionigi Atanagi, revisore dell'''Amadigi'' di [[Bernardo Tasso]], poligrafo occupato in una miriade di attività, correttore anche delle opere di Fioravanti. (da ''Da Venezia all'Europa'', pp. 235-236)
*Essere divenuto un medico alla moda, ascoltato e imitato nelle terre subalpine, era soddisfazione non piccola se anche [[Girolamo Ruscelli]] aveva ritenuto opportuno nascondersi sotto il nome di «Alessio Piemontese», travestirsi da mago-erborista pedemontano per dare un blasone di tradizionale nobiltà al suo libro di segreti, sulle orme del canavesano [[Pietro Bairo|Pietro da Bairo]] (c. 1468-1558), autore del fortunatissimo ''Veni mecum'', un manuale di rimedi spiccioli, più noto sotto il titolo italiano di ''Secreti medicinali'' (Torino 1512), un repertorio di medicina popolare fra i più diffusi fono al Settecento. (da ''Da Venezia all'Europa'', pp. 231-232)