Ponyo sulla scogliera: differenze tra le versioni

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*Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l’ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''La città incantata'': è una gradevole favola sull’amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all’animazione computerizzata e mette all’opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[il Morandini]]'')
*La delicatezza del tocco è fuori discussione, i personaggi sono deliziosi, la colonna sonora vanta ispirazioni colte (anche se esagera con le vezzose canzoncine) e non mancano le stoccate ambientaliste. Il buon Miyazaki tiene a trasmettere agli adulti il suo senso anti-fondamentalistico della "giapponesità" e a rivendicare una visionarietà svincolata dai canoni occidentali, correndo peraltro il pericolo di essere percepito solo dai bambini. ([[Valerio Caprara]])
*Malgrado qualche momento in cui il ritmo cede, il decimo lungometraggio ''anime'' di Miyazaki (anche unico sceneggiatore) costruisce ancora una volta un mondo in cui mistero e irrazionale vengono accettati come eventi naturali, e dove i rapporti di causa ed effetto seguono regole (anche fisiche) insondabili. E in ciò conferma l'unicità della sua arte. Nuovo, questa volta, é l'uso di scenari molto semplificati (colori tenui, sfondi dipinti ad acquerello, scenografie essenziali) che peró non ostacolano invenzioni narrative metaforiche (i «pesci-acqua» che gli adulti scambiano per onde e i bambini vedono nella loro reale forma animalesca), o rimandi ai miti fondanti della cultura giapponese (l'ambivalenza del mare, la centralità della figura femminile e la latitanza di quella maschile), encomiabilmente mai sottolineati. Le assurde fattezze di Fujimoto sono un omaggio allo stile di [[Osamu Tezuka]]. Incompreso da buona parte della critica, e snobbato dal pubblico. (''[[Il Mereghetti]]'')
 
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