Adolfo Bioy Casares: differenze tra le versioni

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==''L'invenzione di Morel''==
===[[Incipit]]===
*Oggi, in quest'isola, è accaduto un miracolo. L'estate è cominciata in anticipo. Ho messo il letto vicino alla piscina e ho fatto il bagno fino a tarda ora. Era impossibile dormire. Bastava restare fuori dalla piscina due o tre minuti perché l'acqua che doveva proteggermi dalla spaventosa calma si convertisse in sudore. {{NDR|Adolfo Bioy Casares, ''L'invenzione di Morel'', traduzione di Livio Bacchi Wilcock, Bompiani, 1985}}
*Oggi, su quest'isola, è accaduto un miracolo. L'estate è arrivata in anticipo. Ho sistemato il letto vicino alla piscina e fatto il bagno fino a molto tardi. Impossibile dormire. Due o tre minuti all'asciutto erano sufficienti a trasformare in sudore l'acqua che doveva proteggermi dall'afa spaventosa. All’alba mi ha svegliato un fonografo. Non ho potuto tornare al museo per prendere le mie cose. Sono fuggito giù per le scarpate. Mi trovo nella zona delle paludi, a sud, tra piante acquatiche, furibondo per le zanzare, con il mare o sudici ruscelli fino alla vita, e mi accorgo di avere assurdamente anticipato la mia fuga. Credo che quella gente non sia qui per cercarmi; forse non mi hanno visto. Ma seguo il mio destino; sono sprovvisto di tutto, confinato nel luogo più desolato, meno abitabile dell'isola; in pantani che il mare cancella una volta alla settimana. {{NDR|Adolfo Bioy Casares, ''L'invenzione di Morel'', traduzione di Francesca Lazzarato, Sur, 2017}}
 
===Citazioni===
*Forse tutta quest'igiene di non [[sperare]] è un po' ridicola. Non sperare dalla vita, per non rischiarla; considerarsi morto, per non morire. A un tratto tutto questo mi è sembrato un letargo spaventoso, allarmante; voglio che finisca. (1985, p. 45)
*La mia mancanza di puntualità mi esaspera, e pensare che in quella corte dei vizi che si chiama il mondo civile, a [[Caracas]], essa fu un mio laborioso ornamento, una delle mie caratteristiche più personali! (1985, p. 46)
*''Hai tolto il sonno, qui, alla mia [[morte]]''. Mi rallegrava l'idea di essere un morto insonne. Per questo piacere trascurai la cortesia; la frase poteva suggerire un rimprovero implicito. (1985, p. 55)
*Tutto ciò che ho scritto sul mio [[destino]] – con speranza e con timore, per scherzo o sul serio – mi mortifica. (1985, p. 57)
*L'uomo e la [[copula]] non sopportano lunghe intensità. (2007, p. 83)
 
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==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Chi ama, odia''===
Mi si sciolgono in bocca, insapori, riconfortanti, gli ultimi globuli di arsenico (''arsenicum album''). Alla mia sinistra, sul tavolo da lavoro, ho una copia, in un bel Bodoni, del ''Satyricon'' di Caio Petronio. Alla mia destra, il fragrante vassoio del tè, con le delicate porcellane e i nutrienti vasetti. Si direbbe che le pagine del libro siano consumate da innumerevoli letture; il tè è cinese; le fette di pane tostato sono friabili e sottili; il miele è di api che hanno succhiato il nettare di fiori d'acacia, di cedrina e di lillà. Così, in questo circoscritto paradiso, comincerò a scrivere la storia dell’omicidio di Bosque del Mar. {{NDR|Silvina Ocampo e Adolfo Bioy Casares, ''Chi ama, odia'', traduzione di Francesca Lazzarato, SUR, 2019}}
 
===''Dormire al sole''===
Con questa, sono tre volte che le scrivo. Casomai non mi lascino concludere, ho messo la mia prima lettera in un posto che so. Un domani, se volessi, potrei riprendermela. È così breve e l'ho scritta così di fretta che non la capisco nemmeno io. La seconda, che non è molto migliore, gliel'ho mandata tramite una messaggera, una certa Paula. Poiché lei non ha dato segno di vita, non insisterò oltre con lettere inutili, che magari potrebbero indisporla nei miei confronti. Le racconterò la mia storia dall'inizio e cercherò di essere chiaro, perché ho bisogno che mi capisca e mi creda. Le cancellature si devono alla mancanza di tranquillità. Mi alzo di continuo e accosto l'orecchio alla porta. {{NDR|Adolfo Bioy Casares, ''Dormire al sole'', traduzione di Francesca Lazzarato, Edizioni SUR, 2018}}
 
===''Il sogno degli eroi''===