Giovanni Pascoli: differenze tra le versioni

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→‎Odi e inni: Sistemo la sezione. Comincio con l'inserire le pagine, edizione di riferimento Oscar Mondadori del 1997 in due volumi (la numerazione dei due volumi è progressiva, Odi ed Inni sono nel secondo)
→‎Odi e inni: Dell'Inno a Verdi mi occupo per ultimo. Ora: piccole correzioni e convenzione di stile
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== ''Odi e inni'' ==
*Cantò tutta la notte un coro | di trilli arguti e note gravi; | e il plenilunio d'oro | splendé sul letto dove riposavi. || All'alba si diffuse un grande | odor nel portico: il tuo chiostro | fu pieno di ghirlande: | una diceva: AL CARO PIN CH'È NOSTRO. (da ''A [[Giuseppe Giacosa]]'' p. 423, 1997)
*Cantò tutta la notte un coro</br>di trilli arguti e note gravi;
*''Guardiguardi chi passa nella grande [[estate]]: | la [[bicicletta]] tinnula, il gran carro | tondo di fieno, bimbi, uccelli, il [[frate]] | curvo, il ramarro...''. (da ''La rosa delle siepi'', p. 448, 1997)
::e il plenilunio d'oro
:::splendé sul letto dove riposavi.
:All'alba si diffuse un grande<br>odor nel portico: il tuo chiostro
::fu pieno di ghirlande:
:::una diceva: AL CARO PIN CH'È NOSTRO. (da ''A [[Giuseppe Giacosa]]'' p. 423, 1997)
*''Guardi chi passa nella grande [[estate]]: | la [[bicicletta]] tinnula, il gran carro | tondo di fieno, bimbi, uccelli, il [[frate]] | curvo, il ramarro''. (da ''La rosa delle siepi'', p. 448, 1997)
*''O tu {{NDR|[[corbezzolo]]}} che, quando a un alito del cielo | i pruni e i bronchi aprono il boccio tutti, | tu no, già porti, dalla neve e il gelo | salvi, i tuoi frutti; || e ti dà gioia e ti dà forza al volo | verso la vita ciò che altrui le toglie, | ché metti i fiori quando ogni altro al suolo | getta le foglie; || i bianchi fiori metti quando rosse | hai già le bacche, e ricominci eterno, | quasi per gli altri ma per te non fosse | l'ozio del verno; || o verde albero italico, il tuo maggio | è nella bruma: s'anche tutto muora, | tu il giovanile gonfalon selvaggio | spieghi alla bora...'' (da ''Al corbezzolo''. p. 412, 1997)
*''Tu {{NDR|[[Otto von Bismarck]]}} sei la Forza. Avanti dunque, o conte, | principe, duca, esci dal tuo maniero, | galoppa su la cupa eco del ponte, || corri pel mondo, ancora tuo!... Guerriero | dalla lunga ombra, ferma il tuo cavallo | nel campo, sotto quello stormo nero!'' (da ''Bismarck'', pp. 409-410, 1997)