Dacia Maraini: differenze tra le versioni

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Il treno dell'ultima notte: rastrellamento del ghetto di Roma
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*Preferisco pensare alla [[scrittura]] come ad una testimonianza delicata, un gesto di affetto nei riguardi di una memoria che se ne va e muore anzitempo. Una esperienza che ti fa cambiare l'angolo dello sguardo, un arricchimento di prospettive. Accompagnata forse da un infantile desiderio di [[seduzione]]. Ma fuori dei canoni, dentro le allegre invenzioni di una mente inquieta.
*Un rapporto d'[[amicizia]] che sia fra uomini o fra donne, è sempre un rapporto d'[[amore]]. E in una [[carezza]], in un [[abbraccio]], in una stretta di mano a volte c'è più [[sensualità]] che nel vero e proprio atto d'amore.
 
===''Il treno dell'ultima notte''===
===[[Incipit]]===
È un treno lento che arranca sulle rotaie. Si dirige verso nord. Amara se ne sta seduta composta, in preda a una sorta di eccitazione sonnolenta. Il primo lungo viaggio della sua vita. Un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati da centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e di sapone al permanganato. Sono gli odori della guerra fredda che ha diviso i paesi dell'Ovest da quelli dell'Est, segregandoli con muri, fili spinati e soldati armati di fucile..
 
===Citazioni===
*{{NDR|[[Rastrellamento del ghetto di Roma]]}} Gli ebrei romani nell'ottobre del '43 avevano pensato di essere salvi dopo aver consegnato, in cambio della sicurezza, cinquanta chili d'oro che avevano tanto faticato a trovare, al maggiore delle SS [[Herbert Kappler]]|Kappler]]. I nazisti avevano assicurato che, una volta ricevuto quell'oro, avrebbero lasciato in pace gli ebrei del ghetto di Roma. Invece, il 16 ottobre, sono arrivati la mattina presto con i carri bestiame e vi hanno chiuso dentro i giudei su cui sono riusciti a mettere le mani: donne, bambini, anziani che non erano riusciti a scappare. Sono tutti deportati ad Auschwitz. (cap. XIX, p. 107)
 
==''Memorie di una ladra''==
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===''Colomba''===
Quando le chiedono come nasce un romanzo, la donna dai capelli corti risponde che tutto comincia con un personaggio che bussa alla sua porta. Lei apre. Il personaggio entra, si siede. Lei prepara un caffè; qualche volta ci saranno pure dei biscotti appena fatti o del pane e burro con un poco di sale spruzzato sopra, per chi preferisce il salato al dolce. Il personaggio berrà il caffè che gli vien offerto. Sgranocchierà un biscotto o due. Alcuni fra di loro timidamente dicono di preferire un tè a quell'ora del pomeriggio e vorrebbero assaggiare quella marmellata di albicocche per cui è conosciuta fra gli amici. L'autrice preparerà un tè che potrà essere alla menta, o al gelsomino, con il limone o col latte secondo i gusti.
 
===''Il treno dell'ultima notte''===
È un treno lento che arranca sulle rotaie. Si dirige verso nord. Amara se ne sta seduta composta, in preda a una sorta di eccitazione sonnolenta. Il primo lungo viaggio della sua vita. Un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati da centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e di sapone al permanganato. Sono gli odori della guerra fredda che ha diviso i paesi dell'Ovest da quelli dell'Est, segregandoli con muri, fili spinati e soldati armati di fucile..
 
===''La lunga vita di Marianna Ucrìa''===