Marcel Niedergang: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 8:
*Non vi sono leggi che impediscono formalmente ai negri di accedere a tutti i posti pubblici, ma bisogna pur constatare, ad esempio, che su 4000 studenti ammessi ogni anno alla Facoltà di medicina, solo una trentina sono negri. In proporzione i diplomatici brasiliani negri non sono più numerosi e il corpo degli ufficiali di marina è bianco al cento per cento. Si tratta solo di un caso? Si tratta solo di ragioni economiche? Non sembra sia così. (p. 19)
*È comunque del tutto inutile chiedersi che cosa sarebbe divenuto il Brasile senza l'immigrazione massiccia e forzata dei negri dell'Africa sino alla metà del XIX secolo. Il fatto è che l'Africa è presente in Brasile più che in qualsiasi altro paese dell'America latina. (p. 19)
*[[Pietro I del Brasile|Don Pedro I]] si rivelò del resto un capo di Stato di grande saggezza e di buonsenso politico, ma suo figlio, [[Pietro II del Brasile|Don Pedro II]], fu senza dubbio un uomo assolutamente eccezionale. Così, mentre i loro vicini argentini o paraguayani sopportavano bene o male ''caudillos'' sinistri o crudeli, i brasiliani ebbero la fortuna di diventare sudditi di un monarca illuminato come in Europa non ne esistevano più. (p. 24)
*I tirannelli delle repubbliche liberatesi dalla Spagna ammiravano Napoleone. Don Pedro II poneva Pasteur e Victor Hugo al disopra di tutti gli uomini. (p. 24)
*[[Buenos Aires]] è orgogliosa. Gli stessi ''porteños'' ne convengono e condividono tale fierezza. A eccezione del suo avamporto della Boca, che è un compromesso tra Barcellona e la rada della vecchia Marsiglia, la città è un poema di cemento armato, di pietra, di lunghe prospettive, di diagonali infinite e di grattacieli. Non ha, è vero, la seduzione romantica di Lima o il fascino di Rio, ma avvince per il suo dinamismo. (p. 102)
*La prima impressione che si ha di Buenos Aires è sconcertante. È una città che non si rivela subito, perché tutto vi è smisurato. Il pittoresco in effetti non esiste e solo il lavoro è evidente. Il porto con le sue installazioni si estende per oltre sette chilometri e i lati estremi della rada misurano quasi una ventina di chilometri ciascuno. Cinque volte più estesa di Parigi, Buenos Aires è collegata al suo aeroporto da un'autostrada diritta e modernissima. Da qualunque parte vi si giunga, la capitale della Repubblica Argentina dà l'impressione di avere sacrificato quasi tutto agli affari, al lavoro e alla potenza. Piuttosto che una città di cui si cercano di scoprire le stratificazioni successive e pazienti dei secoli, è un emporio, una banca, un luogo d'appuntamento per affari. A Buenos Aires, che sembra rifiutare la dolcezza, l'angolo retto è la regola quasi generale. (p. 102)