Antonio Muñoz Molina: differenze tra le versioni

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[[File:2018.06.23. Antonio Munoz Molina Fot Mariusz Kubik 01.jpg|thumb|Antonio Muñoz Molina]]
'''Antonio Muñoz Molina''' (1956 – vivente), scrittore spagnolo.
 
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*I [[dittatore|dittatori]] sono propensi alla [[cinefilia]]. [[Lenin]], che detestava la musica perché era irritato dal fatto che lo faceva diventare sentimentale, considerava che tra tutte le arti il cinema poteva essere la più utile alla causa del proletariato. [[Adolf Hitler|Hitler]] vedeva quasi tutte le sere in una sala cinematografica perfettamente attrezzata operette viennesi d'epoca e musical americani, e regalò a [[Eva Braun]] una cinepresa per girare a colori scene che ancora oggi ci gelano il sangue, un misto di ridenti immagini domestiche e igure genocide che prendono il sole sulle terrazze con vista sulle Alpi. Anche a [[Stalin]] piacevano i musical americani e i film western e, dato che soffriva d'insonnia come Hitler e si divertiva a tenere svegli i suoi cortigiani fino a notte fonda, a volte prolungava la sessione cinematografica con una festa alcolica, durante la quale osservava in silenzio adulatori e future vittime come se stesse inventando per ognuno un copione sinistro dall'epilogo ignoto a tutti tranne che a lui. Il generale [[Francisco Franco|Franco]] non andava a letto tardi e non beveva, ma la sua passione per il cinema era altrettanto forte, al punto che scrisse la sceneggiatura di un film, Raza, che era una patetica fantasia ricamata sulla sua biografia, e una dimostrazione del fatto che il cinema può rovinare l'immaginazione di chiunque. Forse ai dittatori piacciono tanto i film perché hanno pochissime opportunità di uscire la sera e perché sono costantemente circondati da persone servili di cui non sanno più che fare.<ref>Da ''El tirano cinéfilo'', ''País''; tradotto in ''Il tiranno cinefilo'', ''Internazionale'' n. 1101, 8 maggio 2015.</ref>
 
==[[Incipit]] di ''Plenilunio''alcune opere==
===''Beltenebros''===
Sono venuto a Madrid per uccidere un uomo che non avevo mai visto prima.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
 
===''Plenilunio''===
Giorno e notte si aggirava per la città alla ricerca di uno sguardo. Era diventata la sua unica ragione di vita e sebbene tentasse di fare altre cose o fingesse di farle, in realtà si limitava a guardare, spiava gli occhi della gente, i volti degli sconosciuti, dei camerieri nei bar e dei commessi nei negozi, i volti degli arrestati nelle schede segnaletiche. L'ispettore cercava lo sguardo di chi aveva visto qualcosa di troppo mostruoso perché l'oblio potesse mitigarlo o cancellarlo, due occhi che tradissero qualche traccia o qualche indizio del crimine, due pupille in cui si potesse scoprire la colpa senza incertezze, semplicemente scrutandole, come i medici che riconoscono i segni di una malattia sotto il raggio di una piccola torcia.