Andrea Emo: differenze tra le versioni

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+1. Riporto in sezione Supremazia e maledizione una citazione inserita da altro utente, correggendone il testo, verificato sull'edizione riportata in bibliografia.
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*Il bambino che deve essere iniziato alle lettere apprende, per cominciare, le [[vocale|vocali]] – il fondamento apparentemente solido ed evidente di un sottostante mistero – tutte le catacombe inestricabili dei misteri, delle oscurità, delle solitudini. Ogni evidenza ha un inesplorato sottosuolo – la vocale è la pace e il colore del Verbo; le cinque stagioni del Verbo, lo spettro [[Isaac Newton|newtoniano]] del Verbo; appena inquinato nei dittonghi in lingue non abbastanza meridionali, non abbastanza solari. Ma il Verbo non può rimanere vocale, deve divenire verbo anche nel senso grammaticale della parola – comincia così il mistero delle consonanti che non hanno fondamento, sono impronunziabili se non alleate alla stabilità arcaica della vocale. (pp. 73-74).
*La poesia diffonde le ombre create dalla sua luce, e la luce creata dalle sue ombre. La poesia, con la sua luce, sveglia tutte le ombre che sono in noi. Essa è un oasi nel mondo delle evidenze. L'ombra di un sole impossibile che si rivela solo con l'ombra – in principio era la luce, e da essa derivarono le tenebre. (p. 124)
*La grande storia, o meglio la grande storiografia, è una trasfigurazione della realtà, come la memoria. Le epoche storiche hanno molte vite, ma la loro vera vita è la vita postuma. La vita postuma è un accenno all'immortalità. (pp. 126-127)
*Nell'epoca del [[destino]] il tempo non è più creatore, ma lento subdolo fatale distruttore; e distruttore di se stesso. Le epoche del destino, che noi abbiamo creato e che, come ogni creatura, strappa il potere al creatore, sono le creature del tempo e tentano di distruggerlo, nell'atto in cui lo sono. Ma il tempo è distruttore di se stesso, come il destino. (p. 131)
*Io ho passato la mia vita inseguendo le [[chimera|Chimere]] e me ne congratulo; non vi è nulla di più interessante, piacevole e degno. La caccia alle Chimere è la più bella ed esaltante delle cacce.<ref>Citato in: Marcello Veneziani, ''Alla luce del mito'', Marsilio editori, 2017, p. 58. ISBN 978-88-317-2639-9</ref> (p. 151)