Sebastiano Vassalli: differenze tra le versioni

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*La [[poesia]] è vita che rimane impigliata in una trama di parole. (da ''Amore lontano'', Einaudi)
*La [[Resistenza italiana|Resistenza]] non è soltanto un episodio militare della storia recente d'[[Italia]], anche se ormai questa interpretazione restrittiva farebbe comodo a molti. La Resistenza non è soltanto un episodio politico, un momento di transizione tra la caduta della monarchia e del fascismo e l'avvento di uno Stato democratico e repubblicano. E neppure la si può considerare alla stregua di un «bel gesto», di un fatto di redenzione culturale e civile necessario per far uscire l'Italia dalla barbarie e rimetterla in linea con i paesi progrediti. La Resistenza fu tutte queste cose e altre ancora. Ma fu anzitutto, come già s'è detto, ''guerra di popolo''.<ref name="Vig">Citato in [[Renata Viganò]], prefazione a ''L'Agnese va a morire'', Einaudi, 1974.</ref>
*La storia del [[Pulcinoelefante]] è la storia di [[Alberto Casiraghi]] (in arte: Casiraghy), nato a Osnago nel ‘52, tipografo, artista, poeta ma soprattutto editore. «Il panettiere degli editori: l’unico che stampi in giornata», come disse di lui [[Vanni Scheiwiller]]. Ancora ragazzo, Casiraghi viene assunto come apprendista compositore dalla tipografia Same di piazza Cavour a Milano, dove si stampano alcuni tra i più importanti quotidiani di quegli anni: Il Giornale di [[Indro Montanelli]], La Notte, il Corriere d’Informazione e l’Avanti!. Sveglio e attento, viene notato da Montanelli che spesso si rivolge a lui per la composizione della prima pagina (suscitando le gelosie dei colleghi più anziani). Negli anni Ottanta i giornali devono adeguarsi alle nuove tecniche di stampa e i caratteri in piombo vengono abbandonati. Casiraghi lascia la Same nell’85 e compera, a prezzi di liquidazione, due delle macchine su cui lavorava: una delle due macchine è l’Audax Nebiolo che ancora oggi troneggia al centro della sua casa e che serve a stampare le edizioni del Pulcinoelefante.<ref>Da [http://archivio.lastampa.it/articolo?id=11c28bd4aa31aea14aac09a257bfd59fd24df7ac ''Pulcinoelefante i piccoli libri diventano grandi''], La Stampa, 3 giugno 2007.</ref>
*Le edizioni [[Pulcinoelefante]] di Osnago, in provincia di Lecco, compiono 25 anni. Venticinque anni di poesia, di sogni e di immagini strappate alla tirannia del tempo autorizzano un primo bilancio, con i numeri del pulcino e con quelli dell’elefante. I numeri dell’elefante sono: 7 mila titoli pubblicati dal 1982 a oggi, con più di 5 mila autori tra poeti e illustratori. I numeri del pulcino sono: 13 centimetri e mezzo per 19 e mezzo, che è il formato dei libri. Otto che è il numero delle pagine di ogni libro, contate a partire dal frontespizio. Venticinque, 30 o, al massimo, 35, che è la tiratura di ogni singolo volume. [...] Un libro della [[Alda Merini|Merini]], del ‘96, s’intitola Breve storia del Pulcinoelefante. Contiene questa poesia: «Notte tempo / il vecchio portò suo figlio / sul monte dell’elefante, / ma lo salvò il pulcino / perché dovevano nascere / i librini di [[Alberto Casiraghi|Alberto]]».<ref>Da [http://archivio.lastampa.it/articolo?id=11c28bd4aa31aea14aac09a257bfd59fd24df7ac ''Pulcinoelefante i piccoli libri diventano grandi''], La Stampa, 3 giugno 2007.</ref>
*[…] una guerra di [[popolo]], non può iniziare per scopi aggressivi. Non viene decisa a tavolino, tra mestieranti di strategia e di politica. Una guerra di questo genere inizia sempre molto tardi, perché le masse [[Contadino|contadine]] e [[Operaio|operaie]] sono abituate da secoli a sopportare l'oppressione e non sanno esprimersi con la violenza (che è prerogativa storica dei ceti parassitari); ma, una volta iniziata, è tale che gli stessi mestieranti di strategia e politica e i potenti della terra ne hanno paura, giustamente.<ref name="Vig" />