Estado Novo (Portogallo): differenze tra le versioni

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==Citazioni==
*«''I Paesi felici''», aveva detto un giorno Antonio Oliveira de Salazar, «''non hanno storia''». Salazar si riferiva al Portogallo, e certo esagerava perché è difficile, molto difficile, poter definire il Portogallo un Paese felice. Il trentacinque per cento della popolazione è analfabeta, il reddito annuale pro capite è di centoquarantacinquemila lire, forse il più basso d'Europa. Ma lì dove aveva ragione era quell'affermare che il Portogallo non ha avuto in questi decenni, e non ha ora, «storia». La sua storia è ferma a quel giorno del 1929 in cui i militari al potere, incapaci di venire a capo della crisi economica che minacciava il Paese, richiamarono a Lisbona il giovane professore dell'Università di Coimbra Oliveira Salazar. ([[Sandro Viola]])
*Il paleo-imperialismo portoghese è sopravvissuto in virtù d'una dottrina pauperistico-autoritaria su basi religiose. Tale dottrina ha avuto per alcuni decenni e conserva tuttora il nome di salazarismo. Per gli studenti di Coimbra, ''«era uma vez um tirano - que nao deixava o poleiro - e dizia muito serio: - da qui só para o cemiteiro»''. ([[Alberto Ronchey]])
*Il Portogallo al suo interno è retto da un'oligarchia dispotica e antiquata, che è salita al potere e vi è rimasta nell'interesse di un ristretto gruppo di famiglie estremamente facoltose. È anche uno dei paesi più poveri dell'Europa. Il Portogallo quindi vive al suo interno una situazione potenzialmente rivoluzionaria. ([[Kwame Nkrumah]])
*Le risorse del paese, gravemente sottosviluppato, si limitano ad un incremento del reddito che negli ultimi dieci anni ha raggiunto appena una media del 3,5 per cento. Il reddito ''pro capite'' è il più basso d'Europa; l'agricoltura occupa il 47 per cento della manodopera e contribuisce al riddito lordo nella misura del 22 per cento. ([[Alberto Ronchey]])
*Proprio non riesco a capire le misteriose ragioni, la capziosità di chi vuole negare che il Portogallo fosse allora un paese fascista. Bastava dare un' occhiata nelle librerie, sfogliare un giornale, rasentare in un salotto, o a pranzo da Tavares e all'Aviz la coorte dei gerarchi e profittatori del regime. E la sensazione che se ne ricavava era la stessa che nella Spagna di quegli anni o nell'Italia di venticinque anni prima: il cattivo odore del fascismo. ([[Sandro Viola]])