Luigi Garlando: differenze tra le versioni

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*La gente pensa che i calciatori dal campo vedano soltanto un muro informe, invece riconoscono nitidamente i volti, le espressioni, leggono perfino le parole sulle labbra, perché lo stadio è un cannocchiale: da un lato gli spettatori vedono i giocatori, dall'altro i giocatori osservano i tifosi da vicino. Se ti odiano, ti insultano, o ti urlano buuu, non puoi non farci caso, ignorare quelle facce deformate e tirare dritto senza danni. Anche se scappi veloce sulla fascia, ti arriva tutto sulla schiena, come una frustata.<ref>Da ''Buuu'', con [[Mario Balotelli]], Einaudi, 2010, ISBN 978-88-06-20492-1</ref>
*Il tunnel che porta da uno spogliatoio a un campo di calcio è sempre un fascio di emozioni. È l'intestino che collega il ''santa sanctorum'' della squadra, la zona più intima, all'altare della celebrazione pubblica, la zona più esposta; un piccolo ponte nascosto che unisce due galassie distanti anni luce. È una vena che in un verso, dallo spogliatoio al campo, fa scorrere sangue limpido di sogni e nell'altro, dal campo allo spogliatoio, diventa spesso un'arteria di sangue intossicato: Materazzi che brutalizza Cirillo e zuffe varie. È praticamente impossibile attraversare quel ponte con pulsazioni regolari.<ref>Citato in ''Mancini e Valdifiori nel tunnel delle emozioni'', ''Sportweek'', 11 aprile 2015.</ref>
*[[Johan Cruijff]] [...] era un attaccante che costruiva gioco e che trovavi anche in difesa. Era tutto. Se proprio vogliamo definirlo: era un calciatore in viaggio perenne con la palla al piede.<ref>Da ''C'era Cruijff sulla Luna con Armstrong'', ''Sportweek'', nº 25 (942), 22 giugno 2019, p. 11.</ref>
*[[Zdenek Zeman]], quando si poteva ancora, vestiva di [[Tabagismo|fumo]] in panchina. Nuvole come fumetti di un grande pensatore che ha ridisegnato le linee di gioco in campo, con [[Attaccante|attaccanti]] che correvano come nei cartoni animati, ma fumo anche come [[metafora]] dell'inconsistenza delle sue difese che troppo spesso si squagliavano nell'aria.<ref>Da ''L'abito fa il tecnico'', ''Sportweek'', nº 38 (955), 21 settembre 2019, p. 13.</ref>
*Il [[portiere]] nella interpretazione moderna del gioco è percepito come un guastafeste, come un imbucato alla festa, come una specie di [[terrorista]] che cospira contro la [[felicità]] pubblica. Se la [[gioia]] del calcio è il gol e se i padroni del circo hanno interesse a vendere [[Televisione|televisivamente]] lo spettacolo più gioioso possibile, è chiaro che chi si affanna per non fare entrare i palloni in rete diventa un eversivo e, come tale, deve essere perseguito e limitato.<ref name="Portiere">Da ''Che autogol il rigore sui rigori'', ''Sportweek'', nº 39 (956), 28 settembre 2019, p. 11.</ref>
*Un portiere è un [[angelo]]. Ha scelto quel ruolo perché ama [[volare]]. Ha deciso di barattare la sua sofferta unicità (la maglia diversa, la solitudine, la distanza dall'abbracio dei compagni quando segnano) con quel privilegio: poter volare.<ref name="Portiere"/>