Sandro Viola: differenze tra le versioni

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*Le radici del conflitto sono tipiche del mondo uscito dalla decolonizzazione: confini arbitrari improvvisati dall'ex potenza coloniale, gravissime crisi economiche, mancanza di vere strutture politiche e sociali. Nel caso specifico del Pakistan c'era poi il problema dei rapporti tra i due tronconi in cui il Paese è diviso e che distano 1700 chilometri l'uno dall'altro.<ref name="guerrapakistan"/>
*[[Zulfiqar Ali Bhutto|Bhutto]] [...] è noto per nutrire sentimenti profondamente anti-indiani. «Indian dogs», i cani indiani, è una delle espressioni che questo intellettuale di bollente oratoria ha usato molte volte per parlare della classe dirigente di New Delhi.<ref>Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0140_01_1971_0297_0011_4639261/ ''Deposto il presidente Yahya del Pakistan. Data alle fiamme la sua casa a Peshawar''], ''La Stampa'', 21 dicembre 1971</ref>
*{{NDR|Sull'[[Estado Novo (Portogallo)|Estado Novo]]}} Proprio non riesco a capire le misteriose ragioni, la capziosità di chi vuole negare che il Portogallo fosse allora un paese fascista. Bastava dare un' occhiata nelle librerie, sfogliare un giornale, rasentare in un salotto, o a pranzo da Tavares e all' Aviz la coorte dei gerarchi e profittatori del regime. E la sensazione che se ne ricavava era la stessa che nella Spagna di quegli anni o nell' Italia di venticinque anni prima: il cattivo odore del fascismo. Quel che è certo, è che gli oppositori di Salazar erano ben altro che un gruppo sparuto di letterati senza successo. Gli amici che avevo allora a Lisbona, Mario Soares, Raul Rego, Fernando Sousa Tavares, Urbano Tavares e tanti altri, non scrivevano inutili poesie. Tentavano di campare con le loro professioni di avvocati, giornalisti, ma senza molto riuscirci perché ogni tanto finivano in galera, o al confino in un' isola dell' Atlantico, o addirittura in esilio. E quando non era la galera o il confino, erano comunque le visite della Pide in piena notte, le perquisizioni, le intimidiazioni, il terrore dei familiari.<ref>Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/07/12/lisbona-bella-perduta.html ''Lisbona bella e perduta''], ''La repubblica'', 12 luglio 1991</ref>
 
==Note==