Ascanio Celestini: differenze tra le versioni

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[[File:CelestiniVillaArconatiGuitarAscanio Celestini 13052007.jpg|thumb|Ascanio Celestini (2007)]]
 
'''Ascanio Celestini''' (1972 – vivente), attore e drammaturgo italiano.
 
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*''Secondo alcuni [[Giufà]] non è mai morto, | è riuscito a scappare alla morte talmente tante volte | che ancora sta scappando e ancora gira per il mondo. | [...] Qualcun altro invece racconta 'sta storia. | Che un bel giorno Giufà vide l'angelo della morte. | L'angelo della morte lo guardava strano...''<ref>Da ''Cecafumo'', Donzelli, 2004</ref>
*Sul ponte di Genova che è crollato ci sono passato centinaia di volte. [...]<br>Sta in mezzo a tanti buchi fatti nelle montagne per chilometri e chilometri. Il verme infinito dell'autostrada striscia tra paesaggi domestici in quel pezzo d'Italia. Proprio in fondo al ponte, in direzione di Livorno, mi ricordo delle casette contadine, pezzetti di orto e qualche anziano con la zappa a pochi metri dalla strada. Come oleogrammi di un passato che non riesce a passare. Testimone del tempo che da quelle parti ha stravolto tutto: case, strade e passioni politiche. Tutto, ma non l'anima dei terrazzamenti.<br>Il [[Viadotto Polcevera|ponte Morandi]] era un'eccezione.<br>Fino a lì, partendo dalla Francia o dalla Toscana, avevi la sensazione che la natura impervia fosse solo parzialmente penetrabile, ma ti ricordasse costantemente che era sempre presente costringendoti a fare curve su curve per girarle attorno senza poterla scansare mai.<br>Poi: il ponte!<br>Un salto in lungo, un'acrobazia.<ref>Da ''[https://www.internazionale.it/opinione/ascanio-celestini/2018/08/15/domande-ponte-morandi-genova Le domande di un ponte]'', ''Internazionale'', 15 agosto 2018</ref>
 
{{Int2|''[http://archiviostorico.gazzetta.it//2013/ottobre/17/mia_Roma_Totti_Pero_gli_ga_0_20131017_dce728d2-36f2-11e3-95e9-ec8b9ec0c6a7.shtml «La mia Roma è Totti. Però gli stadi sono come paesi stranieri»]''|Intervista di Alfredo Spalla, ''La Gazzetta dello Sport'', 17 ottobre 2013}}
*Il [[Calcio (sport)|calcio]] è come la [[religione]], tutti abbiamo delle basi. È come una [[preghiera]] o il [[segno della croce]], sapremmo farli anche se non fossimo credenti. Il calcio è così: mio padre era della [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] e io sono della Roma. Un imprinting.
*Esiste una distanza troppo grande fra il calcio giocato e il calcio seguito attraverso i [[Mass media|mezzi di comunicazione]]. È un po' come la pallina bianca della [[roulette]]. Certo, è determinante il punto in cui si ferma la pallina, però attorno c'è tutto un mondo di persone con interessi, scommesse, aspettative. È come se il calcio fosse una narrazione riveduta e corretta.
*{{NDR|Su [[Francesco Totti]].}} A differenza di altri giocatori, è un personaggio in cui il tifoso si rivede, perché crede in qualcosa in cui credono tutti i tifosi. È fuori dagli schemi del calcio di adesso, sembra più un giocatore più degli anni '70, uno che non sta in mezzo a scandali. Potrebbe tranquillamente essere il mio vicino di casa.
 
==''Lotta di classe''==
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*Parlava da scienziato con laurea, conoscitore del corpo umano. Uno di quelli che per trent'anni hanno scritto le ricette con l'imperscrutabile calligrafia della loro casta. Poi dovevi portarle al farmacista che era l'unico che sapeva decifrarle. (p. 43)
*"Ero felice perché pensavo che è meglio fare pietà che fare schifo, ma ero ragazzina e mi sbagliavo" ... "Io ero felice. Pensavo che è meglio fare schifo che fare pietà, ma ero giovane e mi sbagliavo" ... "E io ho capito che lo schifo e la pietà sono proprio la stessa cosa". (pp. 55-56)
*Una [[crepa]] si allarga, ma è una cosa da impercettibile come la deriva dei continenti, l'universo che si espande e non cambierà le distanze tra il bagno e la cucina. (p. 60)
*Il ''responsabile delle risorse umane'', così si dice, come se gli operai e gli impiegati fossero un minerale che si cava nelle miniere, un fiume che scorre accanto al call center dove l'azienda va a pesca. (p. 82)
*Che a parlare troppo della morte degli altri si muore con loro. (p. 211)