Ippolito Nievo: differenze tra le versioni

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*In fin dei conti {{NDR|i [[Gonzaga]]}} hanno stipendiato Mantegna, hanno fatto dipingere a Giulio Romano la volta dei Giganti, hanno liberato il [[Torquato Tasso|Tasso]] dallo spedale, hanno vinto o perduto nella persona del condottiero la battaglia di Fornuovo, vi par poco? Era tempo che si mettessero anch'essi a giacere a canto dei Visconti, degli Sforza, dei Torriani, dei Bentivoglio, dei Doria, dei Colonna, dei Varano e di tutti gli altri. (cap. XVI)
*[[Ettore Carafa]] non era l'uomo delle mezze misure. Giunto dinanzi al suo feudo di [[Andria]] i cui abitanti parteggiavano per [[Fabrizio Ruffo|Ruffo]], diede loro assai buone parole di moderazione e di pace. Non ascoltato sfoderò la spada, ordinò l'assalto; e un assalto del Carafa voleva dire una vittoria. (cap. XVII)
*Profughi, esuli'','' morti, vaganti qua e là, come servi cacciati a lavorare sopra campi non nostr i, senza tetto certo, senza famiglia, senza patria sulla terra stessa della patria! (cap. XVIII)
*Che l'anima sua {{NDR|[[Ettore Carafa]]}} generosa e benedetta abbia in altro luogo quel premio che quaggiù non ottenne benché lo avesse valorosamente meritato! (cap. XVIII)
*Quanto sei bella, quanto sei grande, o [[patria]] mia, in ogni tua parte!... A cercarti cogli occhi, materia inanimata, sulle spiagge portuose dei mari, nel verde interminabile delle pianure, nell'ondeggiare fresco e boscoso dei colli, tra le creste azzurrine degli Appennini e le candidissime dell'Alpi, sei dappertutto un sorriso, una fatalità, un incanto!... A cercarti, spirito e gloria, nelle eterne pagine della storia, nell'eloquente grandezza dei monumenti, nella viva gratitudine dei popoli, sempre apparisci sublime, sapiente, regina! A cercarti dentro di noi, intorno a noi, tu ti nascondi talora per vergogna la fronte; ma te la rialza la speranza, e gridi che delle nazioni del mondo tu sola non moristi mai! (cap. XVI)