Martino Aichner: differenze tra le versioni

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*Di [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] tutti in aviazione conoscono le imprese: dalla prima azione italiana di aerosiluramento compiuta nel porto di Alessandria il 16 agosto 1940 (con gli altri capiequipaggio: Dequal, Fusco, Melley, Robone e Copello; allora solo Dequal e Buscaglia riuscirono a sganciare, purtroppo senza risultato perché i siluri si insabbiarono nei bassi fondali del porto) a quella del 17 settembre 1940 in cui Buscaglia (che aveva in equipaggio Copello, Meroni e Donati) in coppia con Robone (che aveva a bordo Galimberti, Marazio, Mauri e Sabatini), silurano e colpiscono, in azione notturna al chiaro di luna, l'incrociatore ''Kent''. È il primo successi degli aerosiluranti italiani subito ammesso dall'ammiraglio Cunningham: per un anno il ''Kent'' resterà in cantiere per riparare i danni. (p. 25)
*[[Carlo Faggioni|Faggioni]] ci raggiunge subito. «Prima lo assaggio io, solo con il motorista, poi saliamo assieme.» È chiaro: vuole togliersi la voglia da solo e sappiamo già che assisteremo ad uno spettacolo. [[Decollo|Decolla]] subito, tiene il velivolo basso sulla pista, in fondo lo solleva un poco e rientra con un impeccabile ''schneider''. Riabbassa il muso e punta su di noi che siamo già stesi per terra. Ci sorvola a non più di due metri e poi su, con una forte cabrata, contro il sole e, quando il velivolo sembra fermo appeso al cielo, uno splendido ''looping'' d'ala e giù ancora sulla nostra emozione. Volare con lui è come prendere lezioni di pianoforte da [[Arturo Benedetti Michelangeli|Benedetti Michelangeli]]. (pp. 28-29)
*Faggioni atterra. È il mio momento. «Fammi vedere cosa hai imparato a Gorizia.» Decollo veloce e come lui mi tengo basso per acquistare velocità. In fondo al campo cerco di virare stretto, ma la terra così vicina mi consiglia di restituire i comandi: eppure era così facile vederlo fare a lui! Gli cedo la guida, arrendevole. Forza maestro! Ripete il ''looping'' d'ala partendo da rasoterra: una manovra elegante, scorrevole, emozionante. Quando il velivolo, tratto in verticale, arriva in cima alla parabola e si sente che i motori non ce la fanno più a tenerlo su, Faggioni con un tocco leggero come quello di un pianista toglie la manetta al sinistro, affonda lo stesso pedale, e il velivolo fa perno sull'ala puntando poi il muso verso terra. Subito toglie tutti e tre i motori: la velocità aumenta rapidamente; egli aziona il ''trim'' a cabrare e tira contemporaneamente il volantino. Con naturale dolcezza il velivolo assume a poco a poco l'assetto orizzontale e passiamo sul limite sfiorando le cime degli eucalipti. (p. 29)
*La sera [[Giulio Cesare Graziani|Graziani]] mi prende sotto braccio: «[[Carlo Faggioni|Faggioni]] mi ha raccontato tutto; premetto che non ti faccio rapporto perché è la prima volta che ho l'occasione di parlare con te di problemi di lavoro e perché [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] se la prenderebbe anche con Faggioni che ha avuto la debolezza di volerti insegnare cose che non servono a fare la guerra.» Posso spiegargli tutto con calma e incontro la sua piena fiducia. «Meglio così, però ricordati che questi "esperimenti" non servono a fare la guerra. Nei prossimi giorni allenati con il tuo equipaggio, vedi di amalgamarlo e di conquistarne la fiducia: soltanto allora potrai prender parte ad azioni di guerra con possibilità di successo e anche di riportare a casa la pelle.» (p. 31)
*[[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] risentiva ancora la punta di avvilimento del tempo in cui, all'inizio della carriera, il suo comandante l'aveva proposto per l'esonero dal pilotaggio che aveva poi trasformato in trasferimento, perché ormai la guerra era alle porte e "tutti" i piloti erano necessari. Buscaglia non era un pilota eccezionale non era un "manico" come si dice in gergo aeronautico: però sapeva ridurre i problemi all'indispensabile; infine superava tutto il resto con una caparbia forza di volontà. Ovviamente lo infastidivano i "cannoni", oggetto di ammirazione di tutti. E [[Carlo Faggioni|Faggioni]], in arrivo, era senza dubbio un "cannone", anche se fino a quel momento aveva sparato a salva. (p. 37)