Martino Aichner: differenze tra le versioni

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*Dopo la battaglia di Pantelleria, [[Mussolini]] aveva voluto premiare gli aviatori per gli efficaci risultati ottenuti su segnalazione del ministero, aveva scelto [[Carlo Emanuele Buscaglia]] come espressione più completa e valida per rappresentare il valore dell'aviatore nella [[Seconda guerra mondiale|seconda guerra mondiale]]. Veniva a pesare così sul capo di Buscaglia l'alone di gloria assegnato nella [[Prima guerra mondiale|prima guerra]] a [Francesco] Baracca. (p. 42)
*Come [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] e [[Carlo Faggioni|Faggioni]], [[Giulio Cesare Graziani|Graziani]] manifesta sempre un'estrema sicurezza di riuscire a farcela: per loro sembra non aver valore quel calcolo statistico compilato da qualcuno che rivela che la media delle azioni dalle quali si può tornare vivi è di tre o quattro al massimo; questa media si rivelerà purtroppo esatta per il nostro reparto, che alla fine del ciclo operativo si ritroverà con otto equipaggi superstiti dei venti con i quali era partito. (p. 51)
*Ad un tratto, il rombo ritmico di un S 79, poi subito un altro e un altro ancora, ed ecco alla fine tutta la formazione; no, non tutta! Sono soltanto undici e ne erano partiti tredici. I [[aeroplano|velivoli]] vengono all'[[atterraggio]] uno alla volta, ma il ritmo degli atterraggi e dei giri è diverso da quello delle rituali esercitazioni di addestramento. Ora è più nervoso; qualche velivolo viene all'atterraggio in ritardo, qualche altro atterra in coda a quello che lo precede. Le norme di prudenza, ripetute mille volte alla scuola e dal comandante di addestramento, non vengono più rispettate. Corro incontro al primo velivolo; è quello di Graziani che mi fa segni dal posto di pilotaggio che non riesco a capire. Lo rincorro, mentre si dirige al proprio parcheggio; dal velivolo non ancora fermo [[Giulio Cesare Graziani|Graziani]] scende precipitosamente e mi investe: «Fa' presto, arrivano dei velivoli con feriti a bordo; fa' venire le autoambulanze e i vigili del fuoco.» Mi precipito al comando con la camionetta del campo e subito l'autoambulanza e il carro dei vigili del fuoco si spostano verso il fondo pista. (p. 54)
*Tutti i fotografi imbarcati sono già partiti per la baracca dov'è installata la camera di sviluppo, e dopo mezz'ora le fotografie ancora bagnate sono sul tavolo del comandante che ha già convocato tutti gli equipaggi per discutere i risultati dell'azione. In questa attività [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] è veramente insuperabile; ogni capoequipaggio, immediatamente dopo l'azione, gli deve portare un rapporto scritto sull'andamento dell'azione stessa e sui risultati che ritiene di aver conseguito. Subito dopo, al comando vengono convocati tutti i componenti degli equipaggi per la discussione e il raffronto delle varie versioni e Buscaglia sembra più un pubblico ministero che un giudice. (p. 55)
*L'[[Etna]] è diverso dalle mie splendide Dolomiti frastagliate e fantastiche, è un grosso cono schiacciato come una grande focaccia sul corno orientale dell'isola con i fianchi che scendono con pendenza regolare: mi tenta un lunga planata quasi senza motore ma veloce, dato l'assetto in cui devo tenere il [[aeroplano|velivolo]]; mi metto sopra un largo solco tracciato dalla lava di un'unica eruzione e scendo come in uno slalom entusiasmante. (p. 93)