Daniele Del Giudice: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 34:
===Citazioni===
*La corsa di [[decollo]] è una metamorfosi, ecco una quantità di metallo che si trasforma in [[aeroplano]] per mezzo dell'aria, ogni corsa di decollo è la nascita di un aeroplano, anche questa volta l'avevi sentita cosí, con lo stupore di ogni metamorfosi; verso la fine della trasformazione e della pista senti che l'aeroplano prorompe, non è piú terrestre, troppi sobbalzi, troppe imbardate di qua e di là, a terra non lo tieni più, meglio volare che correre cosí, aspetti solo che diventi definitivamente un aeroplano, vorresti che lo fosse già, a quel punto talvolta viene su da solo, e appena viene su s'acquieta, altre volte basta una leggera, leggerissima chiamata con il volantino. (p. 5)
*(Se nella memoria esistesse un comparto per le prime volte, pensi controllando che tutto sia spento, metteresti il primo [[decollo]] da solo nella stessa regione della prima volta in amore, perché l'intensità è quella; curioso che la prima e più travolgente compenetrazione con un'altra creatura si trovi per te in compagnia della prima e piú grande solitudine, radicale, 'solista' nell'aria). (p. 13)
*L'ultima posizione certa era ''Abeam Boa'', un punto mitico sulla carta una decina di miglia a est di Bologna sulla verticale di piccoli agglomerati di case tutti uguali, poteva essere Budrio o Medicina o San Lazzaro di Savena, sui [[tetto|tetti]] non ci sono i nomi dei paesi, nessuno ha esaudito il desiderio di Rodčenko<ref>Aleksandr Michajlovič Rodčenko è stato un pittore, fotografo e grafico russo che ha partecipato alla costituzione del movimento costruttivista. {{Cfr}}[[w: Aleksandr Michajlovič Rodčenko |voce]] su Wikipedia.</ref>per il quale i tetti avrebbero dovuto essere la facciata delle case rivolte verso il cielo, affinché le case offrissero agli [[aeroplano|aeroplani]] qualcosa di meglio della monotonia delle tegole; questo accadeva negli anni Trenta, da allora il tetto come facciata non si è realizzato, i tetti sono tutti uguali, uguali i paesi senza nome sui tetti, ed è così che ti sei perso, mentendo all'Ente su un riporto. (pp. 67-68)
*La [[nebbia]] era una nube infeconda, così la pensava [[Aristotele]], non fidatevi del suo carattere avvolgente, pervadente, quell'acqua è solo umidità, non è pregnanza di [[pioggia]] che feconda i campi e gonfia il corso dei fiumi. La nebbia è arredamento, la nebbia si appoggia: sui campi, nello spazio tra terra e cielo, buona per i delitti. E inconsapevoli, ad essa indifferenti. Ma sono delitti quelli che commette. (pp. 68-69)