Marco Pola: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Marco Pola==
*Bisogna sfatare la leggenda che il poeta sia una persona che vive con la testa nelle nuvole. Oggi il poeta è integrato nella società come qualsiasi altro; è un lavoratore anche lui. Avrà il dono della grazia poetica, ma come il falegname ha il dono di fare le tavole in perfetto equilibrio. Sfatiamo dunque questa leggenda. Il poeta è un uomo che vive le vicende di tutti, che le sentirà un po' di più, che le avvertirà in tutte le sfumature, mentre un altro, non se ne accorge nemmeno. Ma non è un personaggio da leggenda, e non è neanche un uomo fuori dal mondo.<ref>Da ''Tesi di laurea'' di Maria Elena Goller, Dattiloscritto, Università degli studi di Padova, Facoltà di lettere e filosofia, Anno accademico 1976-1977; Citato in Marco Pola, ''Opera poetica'', La Finestra editrice, Trento, 2006, pp. XXXVII e 693</ref>
 
*Lo scrivere in dialetto, sia pure nel dialetto della terra natale, costituisce un impegno non da poco. Infatti, anche se i valori astratti dello spirito rimangono talora esclusi da un gioco poetico che sempre lega e circoscrive l'evento e la vicenda, i valori della memoria e gli impeti del cuore devono pur trovare nel contesto una loro presenza espressiva, definita in tutta pienezza...<ref>Citato da Alessandro Franceschini; in ''Introduzione'', Marco Pola, ''Opera poetica'', La Finestra editrice, Trento, 2006, p. XXXII.</ref>
*''No gh'è gnènt de pu vera | dela vita de n'òm | che tribola coi altri sula tera''.<ref> Da ''Òmeni e pòpi''; in ''Campanò'', versi trentini con alcuni disegni di Guido Polo, Edizione fuori commercio, Grafiche Artigianelli, Trento, 1988, p.7. </ref>