Daniele Del Giudice: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*La posta può somigliare a una battaglia. Opuscoli pubblicitari e inviti cadevano sulla spiaggia, fanti immacolati senza nemmeno il tempo di provare se stessi, o almeno di provare l'attrezzatura. Pensati e scritti da persone cui non importava niente arrivavano a persone cui non importa niente, comunicando soltanto il loro essere arrivati. Erano muti, spesso non avevano nemmeno il francobollo; la loro vita, la loro illusione postale consisteva nel semplice trasporto. Era un delitto mandarli avanti cosí. Fatture e rendiconti, seppure della stessa specie, si guadagnavano in virtù di un altro valore una prigionia in zone speciali controllate da personale addetto. Le buste intestate erano già effettivi, in servizio regolare, e bisognava trattarle con prudenza e secondo le convenzioni. Ma il vero cuore dell'armata erano le buste private, le lettere vere; venivano lette subito, una prima volta per apici di intensità e calligrafia, e poi rilette piano, seguendo gli avvallamenti degli incisi. (p. 25)
*«Dunque è di questo che si tratta», ha sorriso Epstein, senza insistere nel tono, ma come se ne fosse già convinto. Si è girato verso Brahe, ma nel buio vedeva soltanto la camicia chiara sotto la giacca estiva, il profilo del naso, le sopracciglia. È tornato con gli occhi al lago, ha detto: «Sí, piacerebbe anche a me parlare di un sentimento e del modo di produrlo come parla dell'anello di una trentina di chilometri. Potrei mai invitarla a visitare dei tempi verbali, dei giunti per incastrare le frasi in modo che si tengano una contro l'altra, come per controspinta? Potrei mai farle vedere il punto esatto dove si genera un'immagine, un gesto, lo snodo di una storia, l'intreccio di un sentimento, indicandole la differenza tra il prodotto e ciò che lo produce? Potrei dirle: una storia è fatta di avvenimenti, un avvenimento è fatto di frasi, una frase è fatta di parole, una parola è fatta di lettere? È la lettera è irriducibile? È l'"ultimo"? No, dietro la lettera c'è un'energia, una tensione che non è ancora forma, ma non è già un sentimento, ma chissà quale potenza occorrerebbe per sconnettere quel sentimento dalla parola che lo rende visibile, dal pensiero che lo pensa istantaneamente, e capire il mistero per cui le lettere si dispongono in un modo e non in un altro e si riesce a dire: "Lei mi piace", e il miracolo per cui questo corrisponde a qualcosa». (p. 129)
 
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