Vanni Scheiwiller: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Vanni Scheiwiller==
*anch'io, caro [[Bartolo Cattafi|Bartolo]], muoio un pochino ogni giorno, se non altro di fatica. Perché credo come te, ferocemente, in quello che faccio: perché tu continui a scrivere bellissime poesie in un mondo sempre più alieno dalla poesia e io cerco di continuare a pubblicare, nonostante tutto, qualche buon libro di poesia. [...] Eppure, in un mondo così frenetico e nevrotico dove soprattutto manca il tempo per leggere (pensa un po' la difficoltà di leggere e capire il gran libro di [[Stefano D'Arrigo]]), la poesia resta ancora il primo mezzo di dissenso, di protesta, di revisione: la poesia in poche pagine, in una sola pagina, in un solo verso te lo dice prima, te lo dice meglio (per fare il verso ai miei amici «avanguardieri» degli anni '60<ref>Il riferimento è agli intellettuali che diedero vita al Gruppo 63, movimento letterario d'avanguardia. {{Cfr}}[[w:Gruppo 63|voce]] su Wikipedia.</ref>).<ref>Da ''Lettera dallo stretto'' per Bartolo Cattafi; in ''Libri d'artista - Le edizioni di Vanni Scheiwiller'', a cura di Cecilia Gibellini, Lucini libri per Mart, Trento-Rovereto, 2007, p. 353.</ref>
*Eppure è cominciato quasi per gioco, nel 1951, io liceale aspirante giocatore di tennis: mio padre Giovanni Scheiwiller, figlio di quel Giovanni che fu tra i primi collaboratori del grande Ulrico Hoepli, venendo verso il 1880 a Milano dal Cantone di San Gallo era allora direttore della Hoepli, e stanco e sfiduciato della sua piccola casa editrice del sabato e della domenica (Passatempo 1925-1944 aveva intitolato un suo cataloghino) mi chiese a bruciapelo se volevo continuare io: «Sì, papà». Il tennis perse un mediocre giocatore e l’editoria italiana si guadagnò il suo editore "inutile", di libri e microlibri, non tascabili ma taschinabili.<ref>Da ''[http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000002233290 I miei libri, così liberi e inutili]'', ''Cinquantamila.Corriere.it'', 24 marzo 2013.</ref>
*{{NDR|Su [[Marco Pola]]}} Il secondo volume, che è stato ricordato anche stasera, è ''Veronica dei paesi'' e uscì nel '76 in una collana, «Poeti», volumetti che stanno ancora in una mano: «taschinabili» questi libretti. Aveva la copertina blu. Erano poesie in dialetto di Trent e nel rapporto verso il grande amico, io privilegiavo sempre le sue poesie in dialetto e di questo Pola un pochettino ne soffriva, perché sempre si è più affezionati al figlio più debole, al figlio malaticcio, mentre sostenere la poesia in dialetto era ovvio, tanto era bella e splendente. [...] Questo volumetto azzurro uscì con la data del 29 agosto, per festeggiare il compleanno e i 40 anni di poesia dell'amico Marco Pola: «Viaggiatore del tempo e dell'amore, Pola ancora una volta (e questo è il suo 19° libro di versi, pensate dal '76 ne ha scritti ben altri) offre ad amici ed estimatori, anche a credito, le sue poesie come ''prugne madure'', una occasione il 29 agosto 1976 per legarci di più alla sua opera e per sentirci con lui ''su sta tera remenga e sospirada che brusa come na girandola sgiaventada en te l'aria''». Era appunto il 4 agosto 1976 e firmavo questa cartolina di auguri da Brunnenburg, il castello della figlia di [[Ezra Pound]].<ref>Da ''Ricordo editoriale di Marco Pola''; in ''Poesia dialettale e poesia in lingua del Novecento <small>Intorno all'opera di Marco Pola</small>'', a cura di Anna Dolfi, All'Insegnainsegna del Pesce d'oro, Milano, 1994, p. 227. ISBN 88-444-1270-5</ref>
*{{NDR|[[Ho Kan]] è}} Silenzioso, modesto, irriducibile; da anni lo ammiro perché mi insegna la grande pittura senza immagine: da ascoltare prima ancora di vedere. Una pittura che non grida mai.<ref>Citato in ''[http://www.ilgiornale.it/news/mia-cina-ritrovo-sui-navigli.html La mia Cina la ritrovo sui Navigli]'', ''il Giornale.it'', 30 gennaio 2006.</ref>